Un procedimento penale che prevede l’arresto fino a 3 mesi o una ammenda fino a 206 euro, sono questi i provvedimenti che da oggi potranno scattare a Firenze a carico dei clienti delle ragazze obbligate a prostituirsi in strada, ciò in base a quanto prevede l’ordinanza comunale firmata oggi dal sindaco di Firenze Dario Nardella, provvedimento che entra in vigore a partire da oggi Venerdì 15 settembre 2017.
Obbiettivo principale dell’ordinanza, non è punire le vittime oggetto di sfruttamento della prostituzione e di fatto obbligate dai loro aguzzini, bensì contrastare con forza il reato di sfruttamento della prostituzione e della persona, fenomeno presente da tempo anche nella città di Firenze e che è andato aumentando su tutto il territorio nazionale, che a oggi vede in Italia, la presenza di circa 140.000 donne obbligate a prostituirsi di cui oltre 45.000 di loro minorenni. Non sono previste invece sanzioni per coloro che “offrono” prestazioni sessuali, a meno che non ricorrano altre violazioni di legge.
L’atto approvato dalla giunta di Firenze e firmato dal sindaco è volto a sanzionare chi chieda o accetti prestazioni sessuali a pagamento, così da tutelare le persone che sono o possono essere oggetto di sfruttamento.
Tale ordinanza, si legge nel comunicato stampa ufficiale, è resa possibile dall’entrata in vigore del Decreto Minniti, convertito in legge lo scorso mese di aprile, e che consente ai sindaci di approvare un’ordinanza contro coloro che ottengono prestazioni sessuali a pagamento.
L’ordinanza, prosegue il comunicato, sarà in vigore da Venerdì 18 ottobre su tutto il territorio della città, e non solo lungo le strade su cui da tempo è stata rilevata la presenza del fenomeno di sfruttamento.
“La nostra società non può rimanere cieca di fronte a un fenomeno che distrugge la dignità di donne ridotte in schiavitù” ha dichiarato il sindaco dopo l’approvazione dell’ordinanza.
E di vera e propria schiavitù di migliaia e migliaia di donne ridotte ad essere sfruttate in strada, parla la consigliera Serena Perini, Presidente della Commissione Pari opportunità, Pace, Diritti Umani, Relazioni Internazionali, Immigrazione del Comune di Firenze.
“Sono estremamente contenta dell’approvazione di questa ordinanza”, afferma Serena Perini,” perché per la prima volta si cerca di far fronte a questo fenomeno di vera e propria moderna schiavitù, andando a responsabilizzare delle proprie azioni i “clienti” e a sanzionare chi fa richiesta di prestazioni sessuali, contrastando così la domanda e di conseguenza l’offerta di un vero e proprio mercato dello sfruttamento dei corpi, che vede ormai decine di migliaia di ragazze vittime e obbligate con la violenza, nel 95% dei casi. Stiamo parlando di ragazze sempre più spesso minorenni, portate a prostituirsi in strada sotto minaccia e tramite varie forme di costrizione.”
Serena, con una profonda conoscenza del fenomeno dello sfruttamento delle persone, da oltre 30 anni si batte in prima linea facendo volontariato in strada tramite l’Associazione Papa Giovanni XXIII, “negli anni” prosegue la consigliera comunale volontaria della APG XXIII, “ho visto questo fenomeno crescere sempre di più, fino a coinvolgere sempre più spesso ragazzine minorenni, a volte anche di soli 13 anni ridotte in schiavitù e costrette a vendere il proprio corpo, rischiando in caso contrario, oltre a violenze fisiche, persino la propria vita e quella dei loro cari, questa ordinanza va a tutela della vita e della dignità di tutte queste ragazze, che ho visto e conosciuto in strada, troppo spesso dimenticate e senza nessuna forma di protezione” conclude Serena Perini.
L’ordinanza sia per la modalità che nella finalità con cui è stata emessa, potrebbe aprire la strada ad altri Comuni, i quali sull’esempio di questa, potrebbero approvare ordinanze uguali o comunque che abbiano lo stesso obbiettivo nel contrastare lo sfruttamento della persona e al tempo stesso tutelare le vittime di questa moderna schiavitù.
Il principio guida si basa sull’obiettivo di colpire la domanda, per ridurre conseguentemente l’offerta d’un mercato basato sullo sfruttamento delle persone, e sulla  distruzione di vita e dignità delle donne.
Con lo stesso principio e con le stesse finalità, è in attesa alla camera dal luglio 2016, una proposta di legge (Atto della Camera 3890 “Modifica all’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75, concernente l’introduzione di sanzioni per chi si avvale delle prestazioni sessuali di soggetti che esercitano la prostituzione”)
La proposta di legge sostenuta dalla deputata Bini, combatte la tratta di esseri umani a scopo di prostituzione e lo sfruttamento sanzionando il cliente. Un traffico di esseri umani che oggi rappresenta la terza industria illegale (a livello mondiale) per fatturato. Si tratta della moderna forma del vecchio commercio degli schiavi e le vittime sono soprattutto donne e bambini. Un fenomeno sommerso che sfugge a indagini sistematiche, di cui è solo possibile fare delle stime, sarebbero 21 milioni le vittime di tratta nel mondo (dati ONU), di cui 5,5 milioni minori d’età. Il 75% delle vittime di tratta ai fini di sfruttamento sessuale sono donne e ragazze minorenni.
In Italia si stima che siano tra 90.000 e 140.000 le donne che si prostituiscono. Il 65% è in strada, il 37% minorenne, tra i 13 e i 17 anni che provengono da Nigeria (36%) Romania (22 %) Albania (10,5%) Bulgaria (9%) Moldavia (7%), le restanti da Ucraina, Cina e altri paesi dell’Est.
9 milioni sono i clienti, con un giro d’affari di 1,1 miliardi annui solo in Italia.
Secondo tale proposta di legge, colpire la domanda significa ridurre anche l’offerta di un mercato abietto, in cui le vittime sono soggetti deboli e vulnerabili. Un modello che hanno seguito, con risultati importanti, i paesi del nord Europa e che è anche oggetto di una risoluzione del Parlamento Europeo, la quale invita i paesi membri a muoversi in questa direzione, contro la tratta e lo sfruttamento delle persone.