Al Tribunale permanente dei Popoli

Sessione di Barcellona

8 luglio 2017

A seguito del grande processo migratorio oggi in atto nel Mediterraneo, i confini meridionali dell’Europa sono diventate vere e proprie zone di guerra. Approdi sognati nell’illusione di una nuova vita, le coste di Spagna, Italia e Grecia si sono in realtà trasformate nel luogo periglioso dove s’infrangono i destini di migliaia e migliaia di persone.

Tra loro, tante donne e tanti minori disposti a rischiare la vita, superando inenarrabili odissee che invece dovrebbero essere conosciute e narrate. Queste nuove presenze c’interrogano a fondo, ci chiedono di capire il senso delle loro storie e di sostenere le loro lotte e i loro diritti.

Le donne migranti sono colpite da molteplici forme di violenza. In quanto donne sono oppresse dal patriarcato universale. In quanto non-bianche e non-occidentali sono bersagliate da razzismi di ogni tipo. In quanto abitanti dei paesi rapinati dall’economia neoliberista e neocoloniale sono private del diritto a una vita degna.

Vogliamo svelare le violenze insite nelle vecchie e nuove misure della cosiddetta “accoglienza”, rifiutandone l’odioso aspetto carcerario e l’intrinseco razzismo. Vogliamo che le donne migranti possano finalmente narrare le loro mille diverse storie, per costruirne un’altra nella libertà di scelta e di parola. Siamo diverse, ma abbiamo gli stessi nemici: la violenza del patriarcato, la violenza del neoliberismo, la violenza del mercato e della globalizzazione selvaggia.

Il regime europeo dei confini e le operazioni di rastrellamento, i rimpatri, le deportazioni singole e collettive, lo sfruttamento dei corpi nel lavoro a basso costo o nel commercio del sesso rappresentano i principali dispositivi di queste oppressioni. Noi, donne-non migranti, vogliamo denunciare la violenza di questo sistema che gerarchizza, seleziona e divide, impedendo alle donne migranti di autodeterminarsi e prendere parola per dire cosa vogliono.

Il diritto d’asilo deve essere risignificato e riconosciuto per qualsiasi forma di violenza subita dalle donne, senza costringerle a narrarsi come vittime e a doversi sottoporre a percorsi di integrazione/riabilitazione. In particolare chiediamo sia concessa la protezione umanitaria internazionale, in questo momento l’unico strumento possibile, ma le procedure per ottenere asilo e/o protezione non garantiscono il rispetto delle diversità di genere. Molti episodi, anche all’interno dei centri di raccolta, dimostrano che le donne sono continuamente a rischio di abusi e violenze.

Come Rete femminista “No muri, no recinti” già dal novembre 2015 denunciamo le politiche europee e italiane sulle migrazioni, con appelli, con documenti e con una petizione contro i muri e le chiusure che ha raccolto oltre 2.500 firme ed è stata ritenuta ricevibile dalla Commissione europea (0561/2016).  Le singole associazioni che fanno parte di questa Rete lavorano da anni sul territorio insieme alle donne migranti per creare una relazione di solidarietà e condivisione.

Riteniamo quindi della massima importanza che il Tribunale permanente dei Popoli accetti d’intraprendere un’indagine mirata sulla situazione delle donne richiedenti asilo, in ogni momento del loro percorso, e sulla violazione dei loro diritti. A questo scopo, potremmo avvalerci del modello costruito dalle Donne in Nero di Belgrado con il “Tribunale delle donne”, un approccio femminista alla giustizia, esterno alle logiche patriarcali.

Rete femminista “No muri, no recinti”*

nomurinorecinti@gmail.com

*Fanno parte della Rete: Casa delle donne di Milano, Casa internazionale delle donne di Roma, Casa delle Donne di Pesaro, Casa delle Donne di Lecce, Casa delle Donne di Ravenna, Ass. Orlando, Donne in Nero rete nazionale, Donne in Nero Bergamo, Donne in Nero Bologna, Donne in Nero Fano, Donne in Nero Ravenna, Donne in Nero Torino, Donne in Nero Varese, Donne TerreMutate L’Aquila, Almaterra Torino, Donne per Bergamo-Bergamo per le donne, Donne nella crisi, Donne Anpi Bologna, Donne Cgil Bologna, Donne Centro Stranieri Bologna, Dora-Donne in Valle d’Aosta, Femminile Maschile Plurale Ravenna, Il Giardino dei Ciliegi, Ife italia, Assemblea delle donne di Napoli per la restituzione, Libera Università delle Donne, Marcia mondiale delle donne, Cisda-Coordinamento italiano sostegno donne afghane, Udi Bologna, Udi Ravenna, Unione femminile nazionale, Wilpf Italia, Donne Assopace Palestina, Terra Nuestra Donne immigrate, Ass. Oltre il Mare, Consultorio di psicoanalisi applicata Il Cortile, Ass. Nondasola, Ass. Fiordiloto Bergamo, Rete delle donne per la Rivoluzione gentile, Casa delle donne di Salonicco, MMD Grecia, Coordinadora de organizaciones feministas del Estado español, Marxa Mundial De Dones València, Asamblea feminista de Madrid, Ca la Dona (Barcelona), Xarxa Feminista, Dones per Dones, Xarxa de Dones per la salut, Marxa Mundial de Dones, Emakume internazionalistak (Pamplona), Asamblea de mujeres de Salamanca, Asamblea de mujeres de Palencia, Casa de la Dona de Valencia, Asamblea de mujeres de Cantabria, Comisión para la investigación de malos tratos a mujeres, Centro de documentación de mujeres “Maite Albiz” (Bilbao), Asociación de mujeres Hypatia (Murcia), Colectivo feminista “Las tejedoras” (Madrid), Asociación de mujeres separadas y divorciadas (Orense), Asociación de mujeres Dolores Ibarruri (Palencia), Asamblea de mujeres de Granada, FeministAlde Bilbao, Mujeres de Negro Madrid.