Ai Ministri ed alla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana

Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

p.c. Alla c.a. Nerina DIRINDIN, Senatore della Repubblica

p.c. Alla Commissione Affari Sociali Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato

p.c. Ai Presidenti di Camera e Senato e ai Capigruppo di Partito al Parlamento

Onorevole Ministro

Signor Presidente

Le chiediamo gentilmente qualche minuto del Suo tempo per ascoltare la voce di questa nostra lettera. Siamo tre genitori accomunati tutti dalla volontà di esercitare al meglio la nostra responsabilità genitoriale e siamo anche portavoce di alcuni genitori che vivono nella nostra Regione, il Friuli Venezia Giulia. A breve, uno di noi porterà la propria figlia all’appuntamento per la seconda dose antitetanica e alla prima dose antidifterica (vaccino combinato DT), nonostante sia da anni un genitore obiettore cauto e prudente rispetto alla vaccinoprofilassi, di cui conosce i riconosciuti benefici, ma anche i rischi delle reazioni avverse, sempre presenti e associati a questo atto sanitario.

Un altro – il più anziano di noi tre – è un genitore che anni fa – ottemperando all’obbligo di calendario vaccinale imposto dall’Autorità sanitaria – si ritrovò poi il secondogenito vittima di danno da vaccino (reazione /evento avverso, il cui nesso causale fu riconosciuto dalle apposite autorità (Commissione Medico-Ospedaliera, CMO e dal Ministero della Salute). Il terzo genitore è una madre che ha seguito un iter di obiezione attiva alla vaccinoprofilassi, non per convinzioni ideologiche, ma per un principio di massima precauzione. Le confessiamo che siamo inquieti e sgomenti.

Abbiamo saputo recentemente che la Procura della Repubblica di Torino e i NAS dei Carabinieri stanno investigando sulla sicurezza dei vaccini (in particolare sull’esavalente somministrato alla prima infanzia, ma presumiamo non solo su questo, cfr. articolo pubblicato da La Stampa di Torino, 14.05.2017). Leggendo e documentandoci abbiamo appreso che vi sarebbe – relativamente ai vaccini – un possibile rischio di contaminazione da particolato inorganico estraneo micro e nano-dimensionato, emerso da alcune analisi di laboratorio effettuate da più di una dozzina di anni presso una eccellenza scientifica privata italiana (situata a Modena, uno dei primi 100 laboratori scientifici di analisi chimico-fisica d’Europa, in termini di qualità). Infatti, la contaminazione è stata riscontrata in una trentina di vaccini a uso umano commercializzati e usati in Italia e Francia (analisi su una quarantina di campioni). Solo 1 campione analizzato a uso veterinario è risultato esente da impurità inorganiche estranee potenzialmente tossiche e scatenanti processi infiammatori.

Questo rischio oggetto d’indagine dovrebbe essere preso con estrema serietà da tutte le figure coinvolte in tema di salute: il Ministero della Salute, l’ISS, l’AIFA, ma anche il Consiglio dei Ministri ed il Parlamento italiano e la Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato. Così non sembra. Il recente decreto legge annunciato nelle sue linee guida in conferenza stampa il 19 maggio 2017, dopo la riunione del Consiglio dei Ministri, ne è la prova (rif.: “VACCINAZIONI OBBLIGATORIE IN ETÀ INFANTILE. Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale”, Comunicato Stampa del Consiglio dei Ministri nr. 30).

Avete dato semaforo verde a una iniziativa legislativa per decreto, che prevede la preclusione all’accesso scolastico per coloro i quali non siano in regola con il certificato vaccinale (al di là di legittimi dubbi di possibile provvedimento anticostituzionale, che lederebbe il diritto all’istruzione ed alla socializzazione per tutti, discriminando inoltre in base alla disponibilità economica propria, nell’affrontare elevate sanzioni amministrative), e Lei come Ministro ed i suoi colleghi vi siete assunti tutte le responsabilità politiche e soprattutto morali di una tale decisione. Anche il nuovo sistema sanzionatorio previsto, molto più severo del precedente, che vuole fungere da deterrenza e scoraggiare obiezioni alla vaccinoprofilassi la quale, nella grande maggior parte dei casi, era conseguenza di una attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio (nell’interesse della prole), ci sembra non rispondere né alla situazione igienico-sanitaria attuale, né a quella epidemiologica italiana, né alle promesse e agli impegni sbandierati per anni, che indicavano da parte delle Istituzioni e degli enti sanitari regionali e nazionali la volontà di promuovere una campagna informativa di adesione consapevole, rigettando strumenti e forme di coercizione che appartengono ad un buio passato. Voi stessi, durante recenti conferenze stampa, avete detto che non vi è alcuna emergenza sanitaria in corso.

In uno Stato di diritto e in una Repubblica in cui i cittadini e le associazioni partecipano e contribuiscono ai dibattiti con segnalazioni e proposte non può che esserci un felice connubio fra il governo dei loro rappresentanti – scelti in libere elezioni o nominati come tecnici – e il popolo il quale è sovrano in Italia, nei limiti e nelle forme stabilite dalla Costituzione.

Ma se i parlamentari e i governanti si arrogano il diritto di ignorare o sottovalutare problematiche di sicurezza in tema di salute portate alla luce del sole da pochi scienziati e ricercatori onesti – e finalmente oggetto d’indagine da parte della Magistratura – e se tali governanti si affrettano a promulgare leggi draconiane che non tengono minimamente in considerazione il diritto all’autodeterminazione in tema di salute (compresso fin quasi all’annullamento) e il diritto a un consenso autenticamente libero ed informato in materia di trattamento farmacologico, ledendo la loro dignità di persone e di cittadini, ebbene tutto ciò potrebbe avere potenziali conseguenze irreversibili sulla salute di molti bambini e adolescenti e sulle loro famiglie per molti anni a venire. In contrasto fra l’altro con la Convenzione di Oviedo (trattato internazionale di bioetica, siglato ad Oviedo nel 1997), a cui l’Italia ha aderito e ha recepito con la Legge n. 145 del marzo 2001.

Forse – se tale problema di sicurezza dei farmaci vaccini è presente da decenni – le conseguenze di potenziale danno da vaccino hanno già colpito molte famiglie italiane. I dati AIFA – quelli disponibili fino al 2013 – lo attestano già come cartina al tornasole di una situazione anomala (e non si tratta di poche unità di danneggiati da vaccino per milioni di dosi inoculate, come abbiamo sentito dire). Potrebbe esserci una dolorosa realtà sommersa, non intercettata per negligenze del personale medico (mancata farmacovigilanza) o per inconsapevolezza e stanchezza delle famiglie colpite da sospette reazioni avverse ai vaccini.

Ci appelliamo dunque alla Vostra sensibilità, mostrata per salvaguardare il diritto all’istruzione costituzionalmente garantito. Sensibilità evidenziata, ad esempio, dal Ministro Fedeli qualche giorno prima di essere rinnegata poi in un secondo momento, quando tutti abbiamo letto frasi attribuite a Lei che hanno tradito una sospetta inversione di marcia in tema di vaccinoprofilassi e obbligo, abrogando o correggendo/integrando di fatto il DPR 355/1999 che garantisce / garantiva l’accesso alla scuola dell’obbligo anche ai non vaccinati, ad eccezione di momenti di emergenza sanitaria in cui è prevista la temporanea sospensione dalla frequenza (una grande conquista civile in un paese avanzato, dove i determinanti sociali di igiene pubblica e sanitaria sono da decenni di buon livello quasi su tutto il territorio).

Infatti la normativa in vigore dal 1998 e dal 1999 contemplava già il monitoraggio e l’intervento delle Autorità in caso di emergenza sanitaria.

Siccome il decreto DPR 355/1999 imponeva già – come da comma 2 dell’articolo nr. 1 – che il capo scolastico notificasse alle Autorità sanitarie le situazioni di non conformità – cioè chi e quanti bambini non vaccinati fossero presenti a scuola – il provvedimento recentemente annunciato dal governo – con il Ministero della Salute in testa – e al vaglio dei tecnici che ne studiano la stesura per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, oltre ad aver triplicato il numero di vaccinazioni obbligatorie per la prima infanzia e ad aver introdotto restrizioni ulteriori all’accesso scolastico, non fa altro che ribadire i doveri istituzionali dei dirigenti e degli amministratori scolastici che erano già presenti sin dall’anno 1999.

Ecco il passaggio normativo in vigore da 18 anni (DPR 335/1999):

  1. Nel caso di mancata presentazione della certificazione o della dichiarazione di cui al comma 1, il direttore della scuola o il capo dell’istituto comunica il fatto entro cinque giorni, per gli opportuni e tempestivi interventi, all’azienda unità sanitaria locale di appartenenza dell’alunno ed al Ministero della Sanità. La mancata certificazione non comporta il rifiuto di ammissione dell’alunno alla scuola dell’obbligo o agli esami.

Inoltre, il suddetto decreto DPR 355 dice, sulla stessa lunghezza d’onda di quanto da voi discusso, al comma nr. 3 dell’articolo 1:

  1. E’ fatta salva l’eventuale adozione da parte dell’autorità sanitaria di interventi di urgenza ai sensi dell’art. 117 del D.L.vo 31.3.98, n. 112.”. La quale norma del decreto sopra richiamato, all’articolo 117, dice:

Art. 117. Interventi d’urgenza 1. In caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Negli altri casi l’adozione dei provvedimenti d’urgenza, ivi compresa la costituzione di centri e organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o alle regioni in ragione della dimensione dell’emergenza e dell’eventuale interessamento di più ambiti territoriali regionali.

  1. In caso di emergenza che interessi il territorio di più comuni, ogni sindaco adotta le misure necessarie fino a quando non intervengano i soggetti competenti ai sensi del comma 1.

Che bisogno c’era dunque d’intervenire con questo decreto legge d’urgenza, scardinando prassi consolidate in tema di diritto all’obiezione e togliendo o facendo passare in secondo piano la discrezione di agire del Sindaco, autorità locale?

Vorremmo anche che fosse chiarito il viaggio compiuto quasi tre anni fa dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin a Washington (USA), ricevuta alla Casa Bianca nel settembre 2014 in compagnia anche del Presidente dell’AIFA, il Prof. Sergio Pecorelli, in occasione del Global Health Security Agenda (GHSA). Sono state emanate delle direttive riservate, impartite al nostro Ministero? Sono stati siglati dei protocolli per attivare strategie di campagne e coperture vaccinali straordinarie, che servano da modello per altri paesi dell’Occidente?

http://www.aifa.gov.it/content/italia-capofila-le-strategie-vaccinali-livello-mondiale “Italia capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale” Comunicato stampa 387 del 29/09/2014.

Se così fosse, ebbene, siccome in conferenza stampa Voi ministri avete parlato d’altro, sarebbe lecito pensare che sarebbero dunque state mascherate le vere ragioni di questi provvedimenti legislativi severissimi, già apparentemente decisi a tavolino almeno tre anni fa ed eterodiretti, e non frutto di situazioni contingenti del territorio italiano.

Il sospetto – legittimo – è che Lei – Ministro – sia stato consigliato da qualcuno che in buona o cattiva fede (questo non lo sappiamo) abbia sottostimato o completamente ignorato la problematica di sicurezza di vaccini sporchi, che dovrebbero essere puliti ed esenti da contaminazioni (anche pochi ppm possono portare al bio-accumulo di sostanze inorganiche e soprattutto metalliche, soprattutto quando non biodegradabili se la micro e nano contaminazione è costituita da particelle, le quali sono in grado di produrre interferenza nel metabolismo umano e scatenare processi infiammatori anche gravi). Sull’aspetto delle reazioni avverse ai vaccini ed ai loro componenti, già contemplate dalla Legge 210 dal 1992 e s.m.i., e dalla documentazione in allegato ai farmaci vaccini stessi, ci sarebbe molto da dire, come sulla farmacovigilanza attiva che è quasi inesistente in Italia, a parte sporadici casi attivati in alcune Regioni più virtuose. Voi ne avete parlato in conferenza stampa? Non ci pare. Per non parlare dell’accesso ai dati di farmacovigilanza e sulla loro trasparenza. Questa cupa atmosfera di censura che si respira negli ultimi due anni e le pressioni e velate intimidazioni sollevate recentemente nei confronti degli operatori sanitari – infermieri e medici – che suggerivano e suggeriscono un’estrema prudenza nel condurre la profilassi vaccinale (di cui riconoscono i meriti in ambito sanitario, ma anche le problematiche e criticità di utilizzo), sembrano in attrito con quanto ribadito dalla Sentenza della Corte Costituzionale nr. 258/1994, che invitava già più di venti anni fa a procedere ad analisi ed “accertamenti preventivi idonei” al fine di prevenire o limitare complicanze (cioè reazioni avverse con danni irreparabili).

Le questioni di legittimità costituzionale furono all’epoca non ammesse (pronunzia di inammissibilità), ma la Corte Costituzionale richiamò l’attenzione del Legislatore, affinché:

“[…] siano individuati e siano prescritti in termini normativi, specifici e puntuali, ma sempre entro limiti di compatibilità con le sottolineate esigenze di generalizzata vaccinazione, gli accertamenti preventivi idonei a prevedere ed a prevenire i possibili rischi di complicanze.”

Ma la sentenza parlava di mantenere ferma l’obbligatorietà delle vaccinazioni, “alla luce delle conoscenze mediche”. E gli accertamenti preventivi di cui parla la sentenza sono rimasti praticamente lettera morta sino ad oggi a causa della mancata attività legislativa o normativa tecnica (il Ministero della Salute non ha mai formalizzato la cosa) e addirittura disattesi con la recente accelerazione degli organi sanitari nazionali e degli organi politici locali, regionali e nell’ambito dell’Accordo Stato-Regioni, perché oggi la profilassi venga intensificata in numero, in riferimento all’età evolutiva, stringendo le maglie che si oppongono all’obiezione di coscienza attiva (con l’ormai certo diniego dell’accesso scolastico a chi non è in regola con il calendario vaccinale, per il sistema 0-6 anni), e senza attivare un protocollo di esami medici preventivi di cui sopra. A nostro giudizio se il potenziale rischio di contaminazione inorganica da corpi estranei fosse confermato in futuro da ulteriori analisi indipendenti, le Autorità – modificando nel frattempo l’attuale ordinamento legislativo e imponendo il rispetto del calendario vaccinale come requisito indispensabile e tassativo per l’accesso scolastico, pena il pagamento di sanzioni amministrative salatissime oppure l’esclusione sociale per asili nidi e scuole materne – indurrebbero o addirittura costringerebbero dunque le famiglie meno abbienti – per ottemperare agli obblighi di istruzione e formazione scolastica o per garantire semplici rapporti sociali di gioco, comunità e prima educazione ai bambini più piccoli – a correre un rischio sanitario sottovalutato o non valutato correttamente, dalle conseguenze imprevedibili per la salute dei propri figli/figlie, soprattutto in età prescolare e scolare e probabilmente già in relazione con il sensibile aumento di disfunzioni cognitive in età evolutiva (soprattutto Disordini dello Spettro Autistico – Autism Spectrum Disorders, ASD – ma anche disturbi di comportamento come il disturbo da deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD) registrato in tutto il mondo dagli anni’80 del secolo scorso ad oggi, le cui cause – di natura genetica e di offesa/insulto ed inquinamento ambientale – non sono oggi ancora chiare, soprattutto nella loro combinazione ed effetto sinergico.

Oltre poi alle contemplate reazioni avverse al vaccino, quasi immediate e chiamate anafilattiche (ben sottolineate nei foglietti illustrativi dei farmaci vaccini), vi sono le meno note – ma anche queste possibili e indicate – dermatiti atopiche, disturbi neurologici post-vaccinali e in particolare encefaliti, sindrome di Guillain-Barré, meningite asettica e la cosiddetta sindrome A.S.I.A. (Autoimmune/Infiammatory Syndrome Induced by Adiuvants), acronimo inglese che sta per “Sindrome Infiammatoria Autoimmune Indotta da Adiuvanti”, uno spettro di disturbi della salute immuno-mediata causati da fenomeni di mimetismo molecolare, nei quali l’organismo aggredisce se stesso. Anche la sindrome di Kawasaki – altra malattia autoimmune che si manifesta nell’infanzia e sconosciuta nei secoli precedenti – sembra poter essere correlata alla vaccinoprofilassi (mancano studi certi e riconosciuti).

Ministro, sappia che la medicina non è una scienza esatta, ma è un felice incontro e fusione fra arte medica (conoscenza di tecnica, possesso di esperienza clinica e intuito del medico) e un sapere scientifico multidisciplinare e che gli antichi principi galenici ed ippocratici sono ispirati al motto “primum non nocere”, proprio perché la medicina non è una scienza esatta e mai lo è stata. Già l’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, s’interrogò il 18 marzo 2010 fa sullo statuto epistemologico e metodologico della medicina e sulle sue recenti aspirazioni a divenire scienza esatta: ma soprattutto sottolineava anche che l’obiettivo che essa dovrebbe avereì è quello di curare la persona e non un uomo-macchina da riparare (“Se la medicina vuole essere una scienza esatta. Per un approccio umanistico alla cura della persona”, cfr. Per una medicina umanistica. Apologia di una medicina che curi i malati come persone, Torino, Lindau, 2010).

Al Presidente della Repubblica e ai parlamentari italiani la scelta – nel loro ruolo di rappresentanti del popolo – di convertire o meno in Legge il decreto appena varato dal governo e se dunque optare per una frettolosa ed incauta decisione, oppure per una riflessione più profonda e prudente, in merito ad una questione che ha già provocato fratture nella società civile: divisioni e conflitti sociali, sia all’interno di molte famiglie disorientate e colte di sorpresa, sia all’interno della comunità medica. Comunità medica la cui maggioranza è attualmente guidata da alcune élite sanitarie dirigenziali e da alcuni vertici degli Ordini dei Medici delle città d’Italia, le quali stanno sovente terrorizzando psicologicamente e schiacciando il dissenso di pochi medici coscienziosi e prudenti, alcuni dei quali messi sotto procedimento disciplinare soltanto per aver raccomandato prudenza e sospettati di infedeltà, o già radiati dall’Ordine di appartenenza per le loro opinioni espresse in coscienza e in piena indipendenza di giudizio.

Ministri, se tutti Voi all’unisono avete agito in buona fede per la tutela della salute pubblica, non dimenticate che anche i danneggiati da vaccino e le loro famiglie costituiscono – nel loro insieme – una moltitudine sfortunata e il sacrificio della salute individuale per garantire un presunto vantaggio in termini di salute pubblica non è accettabile, ancor meno quando viene estorto con il ricatto e un sistema repressivo (che fra l’altro, discrimina le famiglie dal punto di vista economico, cioè per censo, garantendo a quelle più benestanti la facoltà di scegliere se vaccinare o meno e contro quale malattia e permettersi di pagare salate sanzioni per mettere al riparo la prole, o procrastinare il massiccio programma obbligatorio di vaccinoprofilassi triplicato in un colpo solo con questo decreto di emergenza dal rigore draconiano, che non ha precedenti al mondo).

Deputati e Senatori e le massime cariche dello Stato hanno nei prossimi mesi una responsabilità enorme sulle spalle: confermare questo decreto legge, oppure affossarlo e ripensare politicamente quanto accaduto, in attesa degli esiti delle indagini della Magistratura e di fare chiarezza sulla reale natura del viaggio a Washington avvenuto nel 2014 (con protagonisti l’Onorevole B. Lorenzin ed il Prof. Pecorelli dell’AIFA), che sembra essere correlato con la politica sanitaria applicata negli ultimi tre anni, e soprattutto con l’aggressiva campagna di informazione istituzionale e regionale, in tema vaccinoprofilassi, ma a senso unico. Il dibattito sulla vaccinoprofilassi – noi crediamo- dovrebbe essere riaperto, perché le evidenze scientifiche e della letteratura medica indicano ragionevolmente che non può essere declinato in una soluzione a senso unico. Ci rivolgiamo a Voi, dunque, in ultima istanza, in quanto rappresentanti del popolo chiamati a votare una nuova legge.

Possa la voce della Vostra coscienza di persone – e solo quella, scevra di interessi di partito e lontana da ingerenze di qualunque tipo – esservi da guida ed ispirarvi in questo cruciale momento della storia parlamentare e di governo della nostra Repubblica.

In fede che riconsideriate,

Mauro Ottogalli, Luca Scantamburlo, Ambra Fedrigo