Almeno 150 persone [en, come gli altri link, salvo diversa indicazione] sono state uccise dalle frane causate dalle forti piogge monsoniche iniziate nella notte di sabato 11 giugno che hanno colpito cinque divisioni del Bangladesh. Molti sono rimasti sepolti nelle proprie case mentre stavano dormendo, tanti altri sono ancora intrappolati nel fango. I soccorritori ce la stanno mettendo tutta per continuare il loro lavoro nonostante le condizioni climatiche avverse.

Nei distretti collinari di Chittagong, Rangamati, e Bandarban migliaia di case sono state distrutte o danneggiate. Più di diecimila persone sono state evacuate e portate ai rifugi d’emergenza.


 পার্বত্য জেলা রাঙামাটি, বান্দরবান ও চট্টগ্রামে পাহাড়ধস এবং পাহাড়ী ঢলে– চার সেনাসহ ১২৯ জন মৃত্যুর ঘটনায় দ্বিতীয় দিনের মত চলছে উদ্ধার কাজ।
Nel secondo giorno delle frane nei distretti di Rangamati, Chittagong e Bandarban, il bilancio delle vittime è stato di 129 persone, inclusi quattro soccorritori dell’esercito. I soccorritori sono ancora al lavoro.

 


I funzionari temono che il numero dei morti sia destinato ad aumentare poiché i soccorritori hanno  difficoltà a raggiungere le zone più remote. Senza le attrezzature adeguate, gli abitanti dei villaggi usano le pale per cercare di estrarre i corpi dal fango.

Non è la prima volta che le frane causano vittime in Bangladesh. Ogni anno il Bangladesh, durante il periodo dei monsoni, è colpito da tempeste, allagamenti e frane. Ma questa volta ci sono state conseguenze piuttosto pesanti. Alcuni dei distretti, in particolare quello di Rangamati, sta affrontando una crisi alimentare, di carburante, di elettricità e d’acqua. La strada principale che connette Rangamati a Chittagong ed al resto del Paese è stata interrotta dalle frane e non è stato possibile ripristinarla fino a giovedì scorso. Anche l’altra strada principale che porta a Khagrachari è stata danneggiata.


Adibasi Nayan [bn] scrive su Facebook:
Le frane hanno portato via decine di vite. E non è ancora finita. Altri ancora moriranno […] Capite? Alle pompe di benzina non c’è più carburante, i peperoncini adesso costano 600 Taka (sei volte tanto il prezzo normale), il prezzo del riso comune è raddoppiato. I prezzi delle verdure sono andati alle stelle, le patate costano 50 Taka al chilogrammo (rispetto ai soliti 15 Taka). I prezzi aumenteranno proporzionalmente alla diminuzione delle scorte. Rangamati, il luogo noto per le sue bellezze naturali, è tagliato fuori dal resto del mondo.
Una strada distrutta a Rangamati. Immagine via Dipu Sring Lapcha. Usata con permesso

Dipu Sring Lapcha ha pubblicato alcune immagini su Facebook [bn] che mostrano l’entità dei danni a Rangamati ed ha riferito che gli automezzi sono fermi a causa della carenza di carburante.

Secondo i funzionari distrettuali ci vorranno almeno due settimane per ripristinare il collegamento stradale tra Chittagong e Rangamati. Il forte maltempo in questa regione sta impedendo ai soccorritori rimuovere i detriti ed i mucchi di terra dalle strade.

Giovedì 15 giugno Muktasree Sathi Chakma ha descritto su Facebook la situazione di panico in cui si trovavano gli abitanti di Rangamati:

Ha iniziato a piovere di nuovo, da quattro giorni interi. Ogni sera andiamo a letto dopo aver fatto le valigie, così se c’è una frana o cominciano a cadere gli alberi possiamo scappare con le cose che ci servono. Ha iniziato a piovere di nuovo.

Venerdì 16 giugno ha avvisato:

Ha iniziato a piovere di nuovo! Abitanti di Rangmati, in particolare voi che state nelle case a rischio. Per favore uscite di casa ed andate in un rifugio.

“Non possiamo fare altro che piangere i morti”

Sui social media, alcuni hanno criticato il fatto che il mondo sta ignorando questa tragedia in Bangladesh. Md Abdullah Al Mamun ha scritto su Facebook :

Abbiamo visto la gente in lutto per le uccisioni a Manchester. Ma nel nostro Paese ci sono stati più di 140 morti, tra cui quattro soldati. Non vediamo alcun uso di hashtag, frame o controlli di sicurezza su Facebook.

Spesso durante le stagioni dei monsoni molti paesi dell’Asia meridionale vengono colpiti da inondazioni e  frane. Più di 200 persone sono morte in Sri Lanka poche settimane fa quando il monsone ha provocato, oltre a delle frane, anche la peggiore inondazione degli ultimi dieci anni.

Secondo i notiziari il dipartimento metereologico del Bangladesh aveva previsto piogge eccessive e la possibilità che si verificassero frane. In precedenza le autorità avevano segnalato circa 600 case a rischio, ma nessuno è stato spostato in luoghi più sicuri.

Ogni anno  sempre più colline [bn] vengono demolite per fare spazio a lotti di terreno che vengono venduti come aree edificabili. L’autore del blog “Sobuje Bacho” (Dal vivo in verde) ha affermato:

Alcune persone avide ed influenti permettono alla gente di stabilirsi sulle colline corrompendo i funzionari forestali. Il governo non può impedire a queste persone di stabilirsi in aree soggette a frana. Per costruire le loro case demoliscono le colline e rendono il fango molle. In caso di pioggia eccessiva, questo terreno floscio diventa pesante e tutto scivola. Il risultato è una frana.

Il giornalista Probhash Amin ha scritto:

Abbiamo demolito le colline, disboscato le foreste per fare stabilire le persone nei distretti collinari. Ora sono diventati valli di morte e la natura si sta vendicando. Siamo impotenti, non possiamo fare altro che piangere i morti.

L’articolo originale può essere letto qui