Sono a Mosca da alcuni giorni e devo ancora incontrare un oligarca (anche se forse non si fanno identificare). Ho incontrato un imprenditore di nome Andrei Davidovich. Ha avviato diverse imprese fin dal 1998, tra cui una società di software, un’agenzia di marketing, un’azienda editoriale, ecc.
Dice che in Russia occorrono 5 giorni per creare una nuova società.

Egli ringrazia gli amici degli Stati Uniti per la tecnologia, la ricerca e la conoscenza.
Non ringrazia il governo degli Stati Uniti per niente.

Davidovich è da anni in contatto con il Centro per le Iniziative dei Cittadini, l’eccellente organizzazione che ti può portare in Russia per apprendere tutto ciò, e che ha portato negli Stati Uniti circa 6.000 uomini e donne d’affari russi, tra cui Davidovich già ai tempi della guerra fredda.

Egli ha anche creato una piattaforma online di attivisti di grande successo per creare iniziative di cittadini, ora utilizzata in 520 città russe. Il nome del sito si traduce come citizen.ru e Davidovich dice che fu ispirato dal sito americano SeeClickFix.com.
Il sito russo funziona in collaborazione con un equivalente russo di Google (e Davidovich dice che Google voleva portare la sua piattaforma a livello europeo, ma non può per le sanzioni statunitensi contro la Russia).

Il sito russo si fa forte di una legge che obbliga i funzionari governativi a rispondere alle preoccupazioni pubbliche entro 30 giorni (e dalla volontà del pubblico di mettere alla berlina virtuale i funzionari che non lo fanno). Sul sito, puoi identificare la tua posizione ed esporre un problema che vuoi veder risolto. Il tuo post può essere raggruppato con altri in una categoria (o può essere bloccato se non serio, appropriato, ecc.). Ma se altri sostengono il tuo post e se i media lo coprono, potresti creare molta pressione pubblica difficile da ignorare.

Venerdì scorso, dice Davidovich, dei funzionari di Irkutsk gli hanno chiesto come aveva osato creare un progetto facendone richiesta a loro, e vederlo pubblicato nel giornale senza aver prima ottenuto il permesso. Davidovich dice di aver risposto: “Quando Facebook è apparso sui computer di Irkutsk, Zuckerberg vi aveva chiesto il permesso?”

Una volta Davidovich ricevette un’email da un villaggio in Crimea che non aveva mai avuto acqua pulita, né quando faceva parte dell’URSS, né quando faceva parte dell’Ucraina, né dopo il rientro sotto la Russia. Quella email ringraziava Davidovich perché il villaggio ora finalmente ha acqua buona. Storie come quella potrebbero riempire ore, dice.

Questo imprenditore straordinario dice che molti sindaci e governi cittadini sono resistenti all’impegno pubblico e non vogliono cattiva pubblicità, ma altri fanno la fila per lavorare attivamente con il suo progetto, presentando nelle riunioni governative i problemi sollevati dal pubblico per affrontarli.

Davidovich è abbastanza contrario al presidente Vladimir Putin, ma gli fu stato chiesto di fare una presentazione alla Camera Pubblica, una sorta di gruppo di consulenza creato da Putin. La presentazione fu accolta bene. Membri del governo di Putin ora usano il suo progetto. E altri gruppi usano il suo codice open-source.

Davidovich, che dice di non amare Putin e che su Facebook ha post contro Putin, dice che le sanzioni americane lo hanno portato più vicino a Putin e che resterà con Putin finché le sanzioni non termineranno, poi tornerà a criticarlo.

“Le sanzioni non colpiscono Putin, colpiscono me”, dice Davidovich che non può vendere negli Usa. D’altra parte, dice, è molto felice che Dell e Cisco non possano vendere alla Russia. (E quando torneranno in Russia, egli promette di spifferare qualsiasi corruzione in cui si imbarchino.)

Ho chiesto a Davidovich se il governo degli Stati Uniti non avrebbe dovuto offrire alla Russia negli anni ’90 un’assistenza reale, qualcosa come il piano Marshall per quanto bacato. Davidovich ha risposto che preferisce non avere alcun tipo di aiuto del tipo che gli Stati Uniti diedero mandando persone a corrompere, mandando il FMI con i suoi prestiti insidiosi, ecc.

Come con molti russi (e, naturalmente, anche con molti americani) mi sono trovato molto d’accordo su gran parte di ciò che quest’uomo ha detto -finché non dichiarò: “Mi piace Trump. Mi piace il suo modo di pensare. È un vero uomo. È un uomo d’affari!”

C’è da ridere?

C’è da  piangere?

Se avessimo una legge che obbliga a rispondere alle nostre richieste in 30 giorni, Trump resterebbe in carica ancora per 29 giorni. Spero che ci lavoreremo in qualche modo, ma se Trump nel frattempo farà qualche cosa di buono per la Russia, sarò soddisfatto come chiunque altro. E sarò estremamente felice se riuscirò a discernere una “ratio” nelle sue dichiarazioni.

 

Traduzione dall’inglese di Leopoldo Salmaso