Nessuno dovrebbe sorprendersi se molti sostenitori del Partito Laburista affermano di essere rimasti delusi da Jeremy Corbyn, il leader che lo ha portato ad avere il maggior numero di iscritti nella storia del Regno Unito. Ormai si parla di “post verità” e di “notizie false” come se fossero state inventate adesso, ma in realtà esse hanno una lunga storia. Ecco due esempi. Il primo riguarda i pregiudizi dei media contro Corbyn.

“Uno studio accademico ha riscontrato pregiudizi sistematici contro Jeremy Corbyn nei media britannici… Gli attacchi contro di lui sono andati ben oltre una normale e del tutto legittima indagine nei riguardi di un politico e appaiono diretti a destabilizzare di proposito la sua leadership, piuttosto che a valutarla con serietà. Come sostiene una recente lettera al Guardian firmata da oltre cento accademici, “Non ci aspettiamo che i giornalisti rendano le cose facili a un leader eletto, ma Corbyn è stato trattato fin dall’inizio come un problema da risolvere, più che un politico da prendere sul serio”.

Ecco dunque che tre significative ricerche empiriche sono giunte alle stesse conclusioni riguardo alla costante denigrazione nei confronti di Jeremy Corbyn e all’attenzione sproporzionata riservata a chi lo critica. All’inizio di questo mese ricercatori della London School of Economics hanno esaminato oltre 800 articoli su Corbyn comparsi in otto importanti giornali. Hanno rilevato che la maggioranza della copertura era o “critica” o apertamente “ostile” e concluso che la stampa era passata dal ruolo di “cane da guardia” a quello di “cane d’assalto”, volto a delegittimare il leader laburista a causa della sua opposizione all’establishment politico.

Molto importante e preoccupante è una nuova ricerca di Birkbeck, dell’University of London e della Media Reform Coalition sulla copertura televisiva e online dell’attuale campagna della leadership laburista. I notiziari televisivi non costituiscono solo la principale fonte di notizie, ma ci si aspetta anche che siano più imparziali della stampa. Allo stesso modo Internet gode della fama di esercitare un contrappeso ai proprietari dei giornali dominanti e almeno in teoria di offrire una gamma più vasta di temi e prospettive (openDemocracy).

Le proposte di Corbyn hanno un enorme sostegno pubblico, dalla difesa del Servizio Sanitario Nazionale alla ri-nazionalizzazione delle ferrovie, sono a favore di un’educazione non di elite, di case per tutti e della fine degli attacchi ai servizi sociali. L’immagine velenosa presentata dai media e da alcuni membri del Partito Laburista (per esempio Tony Blair, l’uomo che insieme a Bush Jr. ha scatenato la guerra in Iraq e l’inizio del disastro in Medio Oriente, con i suoi milioni di morti e sfollati, la crisi dei rifugiati e la crescita delle ideologie estremiste) sono però riusciti a insinuare il dubbio nelle mente della gente comune. Si tratta di una situazione triste e pericolosa.

In un’intervista al Guardian Noam Chomsky ha espresso il suo appoggio a Corbyn. “Alla domanda sul motivo a suo parere dell’opposizione dei media a Corbyn, Chomsky ha risposto che il leader laburista, come Bernie Sanders negli Stati Uniti, ha compiuto un’azione di rottura nei confronti dell’opinione generale dell’elite liberale, che in realtà era decisamente conservatrice.”

Un’altra vittima della cattiva stampa compare nelle notizie di oggi, anche se è morta nel 1485. Nel 2015 il suo scheletro è stato ritrovato sotto un parcheggio e riseppellito con grande pompa e anacronistica delizia. L’operazione è costata 3 milioni di sterline, ma la cattedrale ne ha ricavate 20 dai visitatori. Non male, eh?

Secondo la BBC “ll Riccardo III di Shakespeare è basato sull’opera incompiuta di Sir Thomas More “Storia di Re Riccardo III”, che contiene molte falsità. Riccardo viene descritto come un cattivo deforme e geloso pronto a impossessarsi del trono.” I Tudor incoraggiarono il bardo a presentarlo come un despota assassino per giustificare il fatto di avergli sottratto il trono, ponendo fine al lignaggio reale dei Plantageneti. E così la “licenza poetica” ha creato una falsa storia e un falso presente.

Non si può parlare di “democrazia” se la gente riceve un’informazione falsa e piena di pregiudizi. E’ però possibile controllare l’informazione, trovare fonti alternative e incoraggiare iniziative come il nuovo sito che verrà lanciato dal fondatore di Wikipedia Jimmy Wales per cercare di neutralizzare le notizie false. Resta da vedere se sarà o meno davvero imparziale.

Nel frattempo, come prepararsi a votare alle elezioni generali dell’8 giugno? Ecco una proposta “insolita e radicale”: non ascoltate i media, studiate le proposte. E poi osservate quali vi causano contraddizione e quali producono un senso di coerenza e solidarietà. Non c’è niente di più vitale di questo.

Traduzione dall’inglese di Anna Polo