Il 26 aprile il Senato del Messico ha dato il voto finale alla nuova legge generale contro la tortura, che il presidente Peña Nieto aveva promesso due anni e mezzo fa, dopo la sparizione forzata dei 43 studenti di Ayotzinapa.

La nuova legge stabilisce il divieto assoluto di tortura e vieta l’uso in tribunale di prove ottenute mediante la tortura. Una volta firmata dal presidente, entrerà in vigore andando a sostituire le precedenti norme a livello federale e dei singoli stati.

La speranza è che la nuova legge riesca dove quelle precedenti hanno fallito. Dal 1991, su decine di migliaia di denunce di tortura, a livello federale sono state pronunciate solo 15 condanne. Evidentemente, più che dell’inefficacia delle norme è un problema di volontà politica.