Intervenendo il 27 febbraio alla 34esima Sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (HRC) che avrebbe dovuto rivelare i nomi delle aziende che hanno interessi commerciali all’interno degli insediamenti illegali nella Cisgiordania, il Presidente Abu Mazen ha voluto condividere con il Consiglio “la realtà delle condizioni dei diritti umani nello Stato della Palestina Occupato”, definendole “tragiche”, dal momento che “Israele, la potenza occupante, continua a violare le disposizioni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ponendosi al di sopra della legge”.

Per questo, “adesso più che mai, c’è bisogno che le Nazioni Unite e le sue agenzie, ma in particolare il Consiglio di Sicurezza, si prendano le loro responsabilità”. Ci vuole, secondo Abu Mazen, “un sistema di protezione internazionale per il popolo palestinese”, in grado di porre termine alla confisca di terra e di acqua palestinese, all’arresto indiscriminato di civili e alla demolizione delle loro case, garantendo invece “una vita pacifica e sicura ai bambini della Palestina”.

In particolare, per quel che riguarda la questione degli insediamenti, che impedisce la creazione di uno Stato palestinese ed è fonte di violenza, “urge che la Risoluzione 2334 sia messa in pratica”. Non bisogna invece fare nessun passo che possa contribuire a rafforzare l’occupazione israeliana della Palestina, ad esempio spostando le ambasciate a Gerusalemme, visto che “Noi non riconosciamo l’annessione di Gerusalemme e la Città Santa deve essere aperta ai fedeli delle tre religioni monoteistiche”.

Su questo punto Abu Mazen ha voluto essere molto chiaro: “La nostra posizione rifiuta l’uso della religione per raggiungere obiettivi politici”. E’ avendo tutto questo a mente che il Presidente della Palestina ha reiterato la richiesta che sia pubblicata la lista di aziende che violano i diritti umani, insistendo sull’importanza che vengano rafforzati i meccanismi di monitoraggio del Consiglio per i Diritti Umani.

Da parte sua, la Palestina sta aderendo agli standard previsti dal diritto internazionale. A questo proposito, Abu Mazen si è detto particolarmente fiero di aver presentato il primo Rapporto alla Convenzione per l’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione Contro le Donne, in cui si sottolinea il sacrificio e il ruolo delle donne palestinesi nel processo di costruzione dello Stato di Palestina.

L’auspicio è che il Consiglio possa porre termine alle violazioni dei diritti umani in Palestina, perché questo “ristabilirà il rispetto dei diritti umani in tutto il mondo”. In questo senso, quello che si deve affrontare e superare in Palestina è un vero e proprio “test”.