La cosiddetta vittoria di Vittorio Veneto esistette solo sulla carta in quanto non ci fu nessun assalto, nessuno sfondamento. L’esercito italiano avanzò perché quello austriaco si stava ritirando, impossibilitato a continuare una guerra irrimediabilmente perduta. Il generale Armando Diaz informato di un’avanzata che non aveva né previsto – né ordinato e neppure sapeva come si stava sviluppando – dovette esaminare le carte geografiche per sapere dov’era Vittorio Veneto. Ferruccio Parri, allora ufficiale nell’Alto Comando testimoniò che Diaz esclamò in dialetto napoletano: «Addò sta stu cazzo ‘e Vittorio Veneto?».

La proposta di riabilitare i fucilati per mano amica della Grande Guerra presentata al consiglio comunale di Vittorio Veneto, giovedì 29 dicembre 2016 è stata accolta con l’unanimità di voto di tutti i consiglieri.
La proposta è stata presentata dall’ on. Giorgio Zanin, firmatario della legge Scanu o che prevede la riabilitazione dei dei soldati fucilati. Zanin ha dichiarato: “Auguro che l’atto di questa sera possa esprimere tutto il valore simbolico che la città porta con sé in ordine alle questioni che riguardano la prima guerra mondiale – ha spiegato Zanin all’aula – Si tratta di un atto di civiltà e di una rivisitazione doverosa. Parliamo di cittadini italiani morti durante il loro dovere di militari per mano amica. Fucilati in obbligo a delle leggi di guerra che sono quanto meno discutibili rispetto al metro di giudizio attuale.”

Precedenti a Vittorio Veneto

Il 4 novembre 2016, dopo le cerimonie ufficiali, presso il “museo della vittoria” di Vittorio Veneto si è tenuto un convegno sui fucilati della Grande guerra, al quale ha partecipto lo stesso on. Giorgio Zanin. In un’intervista rilasciata dopo i convegno ha informato che la legge Scanu approvata alla Camera è stata stravolta al senato, probabilmente per pressioni dei vertici militari.

Il 19 maggio 2015 Adriana Costantini, coordinatrice di SEL  di Vittorio Veneto presentato un ordine del giorno sul tema di cui riproduciamo il preambolo.

Al Sindaco Al Presidente del Consiglio Comunale

A tutti i Consiglieri Comunali del Comune di Vittorio Veneto

A cento anni dall’inizio della prima guerra mondiale riteniamo doveroso che la nostra città, in cui si è conclusa quella che Papa Benedetto XV ha definito “un’inutile strage”, si unisca alle voci che da tutta Italia chiedono che venga riconosciuta sul piano storico e giuridico la dignità di “caduti di guerra” ai soldati italiani giustiziati “per dare l’esempio”, affinché il loro ricordo venga restituito alla memoria nazionale. Si tratta di un capitolo tragico e rimosso della nostra storia, che ha visto più di mille soldati italiani uccisi dal piombo dei propri commilitoni per mantenere la disciplina (condannati da tribunali militari, estratti a sorte nelle decimazioni, uccisi sul campo su iniziativa diretta dei superiori, mitragliati e bombardati per impedire che abbandonassero le posizioni assegnate). L’Italia è il paese occidentale che ha fucilato il maggior numero di soldati in rapporto al numero dei mobilitati e, diversamente da Francia e Regno Unito, non ha ancora emanato per loro un atto di riabilitazione postuma. Proponiamo alla vostra riflessione un ordine del giorno in cui il Consiglio Comunale

1)chiede al Presidente della Repubblica e agli organismi competenti un atto di riabilitazione collettiva per i soldati fucilati nel corso della prima guerra mondiale per reati disciplinari

2) impegna il Sindaco – a promuovere con il Museo della Battaglia attività di studio e ricerca per ristabilire la verità storica su questi fatti, troppo a lungo coperti dal silenzio

3) a sostenere progetti per diffondere la cultura della pace e del reciproco rispetto fra generi, generazioni e genti, contrastando il crescere dell’intolleranza, dell’odio, della violenza, da sempre fondamento e premessa di nuove guerre.

In allegato la proposta di ordine del giorno e una breve relazione.

Sinistra Ecologia Libertà- Circolo di Vittorio Veneto

Vittorio Veneto, 19/5/2015

Il disegno di legge Scanu è stato approvato dalla Camera il 21 maggio 2015 e prevede «la riabilitazione dei militari delle Forze armate italiane che nel corso della Prima guerra mondiale abbiano riportato condanna alla pena capitale»;

La legge non tiene conto che vi furono esecuzioni senza processo conseguenti a circolari ad integrazione del Codice penale militare, che amplificava a dismisura l’art: 40 del Codice  stesso e che di misure repressive non sempre rimase traccia a verbale. Inoltre vi furono vere e proprie esecuzioni sommarie da parte di ufficiali o sottufficiali che sopprimevano immediatamente i soldati ritenuti rei di compromettere azioni militari o la sicurezza del reparto.

Esiste in Italia un’azione perché la riabilitazione sia collettiva:

  • Perché è impossibile differenziare i casi dei fucilati. Molti documenti sono andati persi e gli archivi sono nel caos.
  • Perché i soldati spesso sono stati fucilati collettivamente da plotoni d’ esecuzione alla presenza di truppe radunate per l’occasione
  • Perché quelle esecuzioni dovevano terrorizzare la coscienza collettiva dei soldati.

Il link con l’appello che ha raccolto centinaia di persone ed organizzazioni è il seguente:

http://www.pressenza.com/it/2015/01/appello-per-la-riabilitazione-dei-fucilati-per-disobbedienza/

L’impegno per la riabilitazione collettiva dei fucilati e decimati durante il grande massacro 1915 – 1918 va continuato. Quest’azione va considerata all’interno di un più grande impegno quotidiano contro gli armamenti e contro tutte le guerre.