Marcelo Martinessi è un regista paraguaiano, le cui immagini hanno valore estetico e i cui contenuti raccontano il Paraguay, passato e presente. Grazie a lui questo paese,  una isla rodeada de tierra, un’isola circondata da terra, come l’ha definita lo scrittore Arturo Roa Bastos, è meno sconosciuto.  Il Paraguay si trova nel cuore dell’America Latina, ma, tutto sommato. è poco conosciuto anche in questo continente, per non parlare del mondo.

Marcelo Martinessi ha presentato alla ultima mostra di Venezia il cortometraggio La Voz Perdida e ha vinto il primo premio della sezione Orizzonti.                                        In una decina di minuti Martinessi fa ascoltare una voce, perdida, inascoltata: quella dei famigliari dei campesinos di Curuguaty assassinati o, innocenti, condannati. La Voz Perdida dura 10 minuti ed è in spagnolo e in guaraní.  La campesina protagonista del corto non fu presente a Marina Kué, luogo del massacro, ma si i suoi figli e nipoti. La donna racconta di quando ascoltò il rumore degli elicotteri e di come, a poco a poco, venne a conoscenza di quello che stava succedendo. Nel 2012, lo sgombero di terre occupate a Marina Kue, che gli occupanti volevano venissero incluse nella riforma agraria, causò la morte di 11 campesinos e di 6 agenti di polizia. La giustizia paraguaiana ha condannato campesinos e campesinas innocenti fino a 35 anni di detenzione, per la morte di 6 agenti di polizia. La morte di 11 campesinos non è stata nemmeno investigata.

I temi dei film e dei docu-films di Marcelo Martinessi sono principalmente sociali, in relazione alla società paraguaiana. Calle ultíma, narra dello sfruttamento di bambini ed adolescenti di strada. Partida è sui diritti delle lavoratrici domestiche, Meves, forse ancora a livello di progetto parla dei crimini della dittatura di Stoessner. Come documentarista ha prodotto lavori basati sull’identità culturale paraguaiana: Paraguay inventado por Bartolomeu Meliá e Los paraguayos. Un suo cortometraggio El Baldio è tratto da un racconto di Augusto Roa Bastos. KaraiNorte, Uomo del nord, ha vinto molti premi. Nel 2010,alla trentaseiesima Jornadas de Cine Glauber Rocha a Bahia ha vinto il primo premio e molti altri. In Italia, nel  2011, vinse  il premio Maestrale, città di Cagliari. È parlato in guaraní con sottotitoli in spagnolo. Sono 22 minuti che meritano di essere visti.

Dopo il premio a Venezia, Marcelo Martinessi ha parlato di un suo prossimo progetto, Las Herederas ( intervista rilasciata a Ibermedia TV) : Las Herederas è la storia di una donna di buona posizione sociale, che va eredita abbastanza denaro per vivere comodamente. Ma a 60 anni si rende conto che il denaro non è più sufficiente. Questa nuova realtà altera l’equilibrio di una vita e la spinge a trasformare un mondo che fino ad allora era rimasto immobile.
Il Paraguay è una terra di donne. Nonostante l’educazione di tipo machista, sono le donne la fibra della società. In tutta questa storia, l’ereditiera non ha a che fare solo con il denaro. Ha a che fare con i valori, le forme, i limiti e le restrizioni che una donna si sente in obbligo di trasmettere di generazione in generazione per perpetuare un sistema irrazionale. Si tratta di eredità astratta e illogica con la quale alcune donne scelgono, a volte, di rompere. Il che sembra molto interessante. Mi interessa, cinematograficamente, trattare la complessità dell’universo femminile, il women cinema, come autori che ammiro, Fassbinder o Haynes. l Paraguay ha qualcosa di strano e bello, qualcosa che ti afferra. Le mie esperienze di vita sono molto influenzate da questo universo con tutte le sue contraddizioni.”

Lo scorso 16 dicembre nella quinta edizione di DOC TV Latinoamérica è stato proiettato il docu-film Diario Guaraní di Marcelo Martinessi. Diario Guaraní, racconta l’esperienza dell’antropolologo gesuita Bartomeu Meliá, quando andò a vivere a fine degli anni 60 nella foresta di Caaguazú con il popolo originario Mbya Guaraní. Meliá registra con un registratore canti e rituali di un popolo fino allora ermetico. Scrive nei suoi diari questa esperienza. Viene espulso dal Paraguay nel 1976. Dopo quasi 50 anni dopo, Melià affronta una storia di resistenza ed esilio. Lo fa accompagnato da un suo vecchio amico, Lutarco López, leader della comunità Mbya Guaraní.

Il docu-film ha vinto il premio del Fondo DOC TV Paraguay 2016.

Sarebbe molto utile che in Italia si organizzasse una rassegna dei lavori di Marcelo Martinessi per apprezzare i suoi docu-film e per conoscere meglio questa isla rodeada de tierra, Il Paraguay.