La Sardegna è la regione più militarizzata in Europa, l’isola ospita servitù militari molto estese e diverse installazioni legate all’attività militare e all’economia di guerra oltre a essere interessata da esercitazioni militari e produzione di armi ormai da decenni. Quest’attività ha un impatto profondo sulle vite delle persone, sul loro diritto alla terra, sulla salute e l’ambiente. Le servitù militari occupano più di 35mila ettari, se consideriamo anche le servitù a mare la superficie totale è più grande di quella dell’isola intera, ci sono poligoni (Capo Frasca, Capo Teulada), un poligono per il test di nuove armi (Salto di Quirra), un aeroporto militare (Decimomannu), una fabbrica di bombe (Domusnovas) ecc.
Tuttavia, la lotta contro l’occupazione militare della Sardegna va avanti da altrettanto tempo, con momenti di grande forza e successo e altri meno.

Una nuova ondata di mobilitazioni è iniziata nel 2014, dopo una mobilitazione di massa conclusa dall’irruzione dentro la base militare del poligono di Capo Frasca, nel centro-ovest dell’isola. Questo episodio ha dato vita a una nuova fase delle lotte: sono nate assemblee e comitati, ci sono state chiamate per diverse azioni dirette, tra le quali quella che è riuscita a interrompere la Trident Juncture (un’importante esercitazione NATO) a Teulada, nel sud-ovest della Sardegna, nel novembre 2015.

Questi eventi hanno mostrato la necessità di portare e rafforzare l’organizzazione di un movimento radicato nei territori, decentrato e orizzontale che tenesse alto il livello di mobilitazione. Sono state organizzate tre assemblee generali (a Bauladu e Oristano, nel centro-ovest della Sardegna, in giugno del 2016, e a Lanusei, nel centro-est, nel luglio 2016), in seguito a un lungo tour di presentazioni e dibattiti in tutta l’isola.

Le assemblee hanno posto l’attenzione sulla necessità di approfondire una serie di temi, per migliorare e condividere la conoscenza dell’occupazione militare e delle possibili vie per liberarsene, e di organizzare collettivamente i prossimi passi della lotta. Questi incontri sono stati anche un’occasione per riunirsi in momenti di socializzazione e di messa in comune delle diverse esperienze, idee, pratiche provenienti dai diversi luoghi e dai percorsi dei partecipanti.

Il campeggio sarà un ulteriore passo per rafforzare le connessioni tra i diversi gruppi che lavorano su questi temi, per elaborare una conoscenza comune e condividere opinioni su diversi argomenti, oltre che per organizzare la prossima ondata di mobilitazioni a partire dai blocchi del prossimo autunno e le azioni dirette contro il complesso militare in Sardegna.

Ci sono sei argomenti principali che saranno discussi durante i workshops: (1) Contrastare la narrazione militarista nelle scuole elementari medie e superiori; (2) Economia, lavoro, salute, ambiente le ricadute sociali dell’occupazione militare; (3) La storia del movimento contro l’occupazione militare in Sardegna e gli scenari internazionali; (4) Le collaborazioni tra le università sarde e l’apparato militare; (5) la fabbrica di bombe di Domusnovas (RWM); (6) Comunicazione esterna arte e propaganda creare un immaginario per il movimento contro l’occupazione militare.

Il campeggio prevede anche molti momenti di socializzazione, tra i quali escursioni, proiezioni, concerti e dj set, oltre condividere responsabilità nell’organizzazione e nel funzionamento del campeggio. Questo, così come il rispetto reciproco e il lavorare assieme, è un aspetto altrettanto importante nella costruzione della nostra lotta comune.

 

A Foras Camp 2016: Campeggio contro l’occupazione militare della Sardegna

7 – 8 – 9 – 10 – 11 Settembre

Bosco di Seleni – Lanusei, Ogliastra

 

Maggiori informazioni al sito: https://aforascamp2016.noblogs.org/

Facebook: AForasCamp2016

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