Da sabato 30 luglio a venerdì 5 agosto il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” promuove a Viterbo una settimana d’azione contro il razzismo.

Nel corso della settimana la struttura nonviolenta viterbese promuoverà incontri di testimonianza e di riflessione, e riproporrà agli enti locali ed al parlamento alcuni appelli già da gran tempo formulati e tuttora restati inascoltati, in particolare per far cessare le stragi nel Mediterraneo; per soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone bisognose di aiuto; per il riconoscimento del diritto di voto e quindi di piena partecipazione politica – e di pieni diritti civili e sociali – a tutte le persone che effettualmente vivono in Italia e nelle specifiche comunità locali.

Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, così come opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, così come opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni, è diritto e dovere di ogni persona di retto sentire e di volontà buona; è inveramento della democrazia e riconoscimento di umanità; è la politica necessaria: la politica della solidarietà e della condivisione, del bene comune, della coscienza ferma e dell’intellezione chiara del primo compito dell’ora di ogni persona, di ogni civile istituto, dell’umanità intera: il compito di salvare le vite in pericolo, il compito di opporre la convivenza alla barbarie, il compito di difendere l’umanità – ovvero la vita, la dignità e i diritti di tutti e di ciascuno.

Proprio mentre in questa città ed in questa provincia alcune organizzazioni politiche che non fanno mistero di essere neofasciste – e quindi in quanto tali criminali – cercano di fomentare rigurgiti razzisti ed atti di intimidazione; proprio mentre in questa provincia ignoti delinquenti hanno commesso atti vandalici che tutto lascia supporre abbiano finalità di persecuzione razzista; proprio mentre in questa provincia pubblici amministratori di lunga esperienza assumono condotte ambigue che effettualmente favoreggiano il montare di atteggiamenti egoistici ed aggressivi; ci sembra ancor più necessario riaffermare alcune elementari verità:

– la prima: che ogni essere umano ha diritto alla vita, e che omettere di soccorrere una persona in pericolo è un crimine;

– la seconda: che la Costituzione della Repubblica Italiana, legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico, riconosce i diritti umani di tutti gli esseri umani e garantisce il diritto d’asilo nel nostro paese a chi nel suo paese d’origine non vede riconosciuti gli stessi diritti che nel nostro paese sono vigenti;

– la terza: che nell’epoca presente la realtà dei fatti ha infranto per sempre antiche barriere e grette chiusure, ed è ormai a tutti evidente che l’umanità è unita da un unico destino, e che occorre tutti insieme far fronte alle più drammatiche sfide: le guerre, l’inquinamento e la devastazione della biosfera, le nuove forme della schiavitù, la fame.

Non solo è ignobile, ma non è neppure più realistica una brutale politica di asserragliamento tribale, di intolleranza xenofoba, di regressione feudale: l’unica politica realistica è quella che affronta i conflitti globali su scala globale, e che quindi pone l’urgente esigenza comune della pace, della protezione dell’ambiente, della promozione della democrazia e dei diritti umani, del garantire a tutte le persone un’alimentazione adeguata e una vita degna.

Solo questa politica di pace e di solidarietà può fronteggiare il fenomeno migratorio, poiché solo se nei paesi d’origine saranno garantite condizioni di vita sostenibili – ovvero l’indispensabile benessere – le migrazioni oggi provocate dalla fame e dalla guerra, dalle dittature e dalle devastazioni, finalmente cesseranno.

A questa politica di pace e di solidarietà le comunità locali possono e devono contribuire, come preconizzava Giorgio La Pira: anche impegnandosi anch’esse a soccorrere, accogliere, assistere le persone costrette ad abbandonare le loro case, le loro famiglie, i loro paesi in cerca di pace, di sicurezza, di una vita degna.

Non si tratta di occultare i problemi, è evidente che ogni territorio ha una sua “capacità di carico” sia ecologica che sociale, e quindi le legittime preoccupazioni dei nativi vanno ascoltate ed insieme occorre trovare soluzioni adeguate che garantiscano la civile convivenza, il benessere condiviso, la sicurezza comune, dei vecchi indigeni e dei nuovi arrivati. Ma queste soluzioni ci sono, e nascono da una percezione corretta della situazione e dalla scelta del rispetto reciproco e del mutuo soccorso, nascono dall’inveramento obiettivo dei valori morali e civili condivisi: ogni essere umano vorrebbe che nel momento del bisogno gli altri esseri umani si prendessero cura di lui e non lo abbandonassero al dolore, alla paura, alla morte; e così ogni essere umano sa che deve prestare il suo aiuto affinché ad ogni altro essere umano colpito dalla sventura non accada di essere abbandonato.

Vi è una sola umanità in un unico mondo vivente casa comune dell’umanità intera.

Il razzismo, come la guerra e il terrorismo, come il maschilismo, è nemico dell’umanità.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, e quindi il primo dovere di ogni essere umano e di ogni civile istituto è rispettare, aiutare e salvare le vite.

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In questa settimana con incontri di studio e civili memorie, appoggiandoci alle riflessioni e alle testimonianze di alcune delle molte grandi figure dell’umanità – da Socrate ateniese a Gesù di Nazareth, da Confucio a Buddha, da Erasmo a Kant, da Olympe de Gouge a Mary Wollstonecraft, da Giacomo Leopardi a Giuseppe Mazzini, da Leone Tolstoj a Mohandas Gandhi, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Virginia Woolf a Simone Weil, da Edith Stein a Etty Hillesum, da Simone de Beauvoir a Ginetta Sagan, da Lorenzo Milani a Ernesto Balducci, da Primo Levi a Bianca Guidetti Serra, da Martin Luther King a Malcolm X, da Ruth First a Nelson Mandela, da Luce Fabbri a Franca Ongaro Basaglia, da Germaine Tillion ad Assia Djebar, da Emmanuel Levinas a Wangari Maathai – proporremo alcuni ragionamenti necessari.

In questa settimana con incontri pubblici ed analisi precise della situazione attuale, riferendoci ai dati reali ed alle interpretazioni adeguate, proporremo una comprensione concreta e coerente della genesi e della fenomenologia delle cruciali questioni odierne, ed alcune adeguate proposte d’iniziativa tanto legislativa quanto amministrativa che possono avviare a soluzione problemi che altrimenti appaiono ingestibili e possono dar luogo a percezioni errate e gesti sconsiderati.

In questa settimana riaffermeremo – con la forza della verità, della legalità e della civiltà; con gli strumenti della ragione, della comprensione, della solidarietà; con la scelta dell’empatia, della responsabilità, del rispetto per la vita e la dignità di ogni persona – l’opposizione ad ogni menzogna e ad ogni violenza, il ripudio di ogni fascismo, il contrasto ad ogni barbarie.

In questa settimana riaffermeremo il comune sentimento che ogni essere umano riconosce parte dell’unica umana famiglia: il sentimento della benevolenza, dell’interdipendenza, della condivisione.

Alla violenza razzista opponiamo la cultura umana.

Viterbo è città e provincia accogliente.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

Maggiori info:

“Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it