Il 19 luglio la Carovana per la Grecia ha vissuto una giornata intensa a Salonicco. Oltre alle assemblee e ai preparativi per le proteste dei prossimi giorni, gli attivisti hanno incontrato i rifugiati nel porto della città e nel vicino campo di Oreokastro.

Proteste in Grecia

Le azioni rivendicative della Carovana per la Grecia cominciano mercoledì 20 luglio; la mattina di martedì 19, i partecipanti alle assemblee del No Border Camp si sono divisi in commissioni, oltre a unirsi a una protesta di massa davanti all’ambasciata tedesca.

Mercoledì è prevista anche una protesta in uno dei centri di detenzione della zona, con l’obiettivo di esigere la chiusura di questi centri in Grecia e nel resto d’Europa. Essi negano infatti i diritti fondamentali dei migranti e li pongono in situazioni di estrema vulnerabilità.

Giovedì alle 18 si terrà una manifestazione nel centro di Salonicco. La Carovana ha deciso di appoggiare la protesta e di sottolineare il suo rifiuto della tratta e della violenza sessuale contro donne e bambine.

La situazione dei rifugiati nella zona di Salonicco

La Carovana si è divisa in gruppi per visitare il porto di Salonicco e il campo di Oreokastro, con l’obiettivo di invitare i rifugiati agli eventi dei prossimi giorni e di conoscere la situazione in cui vivono.

“Aspettano da quattro mesi che gli dicano qualcosa. Hanno già fatto la pre-registrazione, ma non li ricollocano e dicono che li trasferiranno. Loro però non vogliono andare in campi lontani; preferiscono rimanere vicino alla città” spiega Chiqui.

In questo senso, le famiglie sono contrarie al trasferimento, perché la situazione nella maggioranza dei campi è precaria per la scarsità di acqua, cibo e docce. Inoltre in genere sono lontani dalle città e dai paesi e privi di mezzi di trasporto pubblici. Varie persone hanno cominciato uno sciopero della fame per poter rimanere nel porto.

Il campo di Oreokastro

Un altro gruppo della Carovana si è recato con membri di No Border al campo di Oreokastro, al nord di Salonicco. “Volevamo parlare con i profughi, far loro capire che non sono soli e che ci sono persone preoccupate per la loro situazione”, ha raccontato Richi Valderrama, membro di un gruppo di Castilla y León. In questo campo vivono circa 1.400 persone (secondo i dati di RefugeesGR Map).

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Bambini che giocano nel campo di Oreokastro, foto di Richi Valderrama

Il 20 luglio si è tenuta una manifestazione a Paranesti, di fronte al Centro di detenzione, per chiedere di rispettare i diritti umani delle persone imprigionate là illegalmente. Una commissione di 20 persone è entrata nel centro e ha potuto parlare con i rifugiati, che hanno raccontato le pessime condizioni in cui sono costretti a vivere ed espresso frustrazioni e necessità.

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