Prima o poi doveva succedere: la lunga sequela di omicidi di afro-americani da parte di poliziotti bianchi (quasi sempre impuniti) è sfociata in una strage: a Dallas Micah Xavier Johnson, 25 anni, riservista dell’esercito che aveva prestato servizio in Afghanistan, ha ucciso cinque poliziotti e ne ha feriti sette (prima di essere a sua volta ucciso) durante una manifestazione pacifica per protestare contro l’uccisione di Alton Sterling a Baton Rouge, in Louisiana e Philando Castile a Falcon Heights, nel Minnesota. In base alle indagini, sembra che Johnson abbia agito da solo, spinto dall’odio e dal desiderio di vendetta nei confronti dei poliziotti bianchi.

Proteste simili contro la brutalità poliziesca continuano in tutto il paese. A Oakland, in California, oltre mille persone hanno bloccato l’Interstate 880 per ore. Ci sono state marce anche a Denver, Los Angeles, Omaha, Pittsburgh, Filadelfia, Washington D.C., Atlanta e Baton Rouge. Più di 40 persone sono state arrestate durante una manifestazione di massa a New York City.

In Minnesota, migliaia di persone hanno partecipato a veglie per Philando Castile davanti alla scuola Montessori, dove aveva lavorato e fuori dalla residenza del governatore, a St. Paul. Durante il raduno la sua ragazza, Diamond “Lavish” Reynolds, ha raccontato di aver trasmesso in diretta il video dell’uccisione per mostrare al mondo “che la polizia non è qui per proteggerci e servirci. Sono qui per assassinarci. Sono qui per ucciderci. Perché siamo neri.”

Gli agenti che hanno ucciso Castile sono stati identificati come Jeronimo Yanez e Joseph Kauser, entrambi al momento in congedo pagato.

Giovedì il governatore del Minnesota Mark Dayton ha dichiarato che la fatale sparatoria è stata motivata dal razzismo: “Sarebbe successo se il guidatore e i passeggeri fossero stati bianchi? Credo di no, dunque sono costretto ad ammettere, come tutti gli abitanti del Minnesota, che questo tipo di razzismo esiste. Tutti noi dobbiamo fare il possibile perché queste cose non continuino a succedere.”

Fonte: Democracy Now!