A quattro anni dal massacro di Curuguaty del 15 giugno 2012, che vide la morte di 17 persone, restano molti punti oscuri, ma è chiara la volontà, tutta politica, della Pubblica Accusa di far condannare undici campesinos accusati della morte di sei poliziotti, mentre nessuno è accusato per quella di undici campesinos.  La Pubblica Accusa sostiene che furono i contadini a tendere un’imboscata a un centinaio di poliziotti inviati a sloggiarli dalla terra di proprietà pubblica, Marina Kué a Curuguaty, che questi occupavano perché venisse inclusa nella riforma agraria.

Presenti i famigliari dei campesinos assassinati e di varie organizzazioni a sostegno degli accusati, la Pubblica Accusa ha affermato che le testimonianze e le prove dimostrano scientificamente la colpevolezza degli 11 campesinos (sic!). Secondo Nelson Ruiz gli imputati Rubén Villalba e Luis Olmedo spararono contro agenti disarmati. Lo stesso ha detto la sua collega Liliana Alcaraz, citando tra gli altri il commissario Miguel Anoni, che diresse le operazioni. E così via. La Pubblica Accusa ha chiesto una sentenza esemplare che serva di monito ad altri campesinos che volessero occupare delle terre. La difesa e diverse organizzazioni politiche e sociali paraguaiane sostengono che fino ad oggi molte domande sono rimaste senza risposta. Ė poco credibile pensare che sei agenti del Grupo Especial de Operaciones (GEO) siano stati assassinati  in pochi secondi da una cinquantina di campesinos, tra cui donne e bambini, armati di schioppi, una pistola, machetes e bastoni. Inoltre fin dall’inizio la difesa ha sostenuto che vari poliziotti furono uccisi dai colpi sparati da alcuni colleghi e ha contestato il fatto che non si siano realizzate autopsie e si siano perse le radiografie per determinare il tipo di pallottole. L’accusa ha rifiutato queste ipotesi, basandosi sulla perizia balistica di un perito della polizia, César Silguero e dal medico forense, che senza alcuna base scientifica affermano che le morti dei poliziotti sono dovute a colpi sparati dai fucili dei campesinos.

Di fatto il Pubblico Ministero riconosce che è impossibile stabilire chi uccise chi. Per questo l’accusa è di tentato omicidio colposo, anche se ultimamente Rubén Villalba e Luis Olmedo sono stati indicati come coloro che uccisero il sotto commissario Erven Lovera. Una delle critiche principali all’indagine del Pubblico Ministero Jalil Rachid è che non tentò mai chiarire chi uccise gli undici campesinos, focalizzandosi sulla ricerca dei responsabili della morte dei sei polizotti.  Per questo Jalil Rachid fu promosso.

I campesinos sono inoltre accusati di invasione di immobile privato e di associazione criminale.

La sentenza dovrebbe arrivare a giorni.

Importante. Negli stessi giorni la Comisión de Familiares y Víctimas de la masacre de Curuguaty ha chiesto ufficialmente alla Procura dello Stato di indagare sulla morte degli undici campesinos assassinati assieme ai sei poliziotti. La richiesta è appoggiata dal Presidente della Camera dei Deputati, Hugo Velásquez.