Nel giugno 2015 la Campagna per il Giubileo sul Debito ha dichiarato: “L’economia argentina è tenuta in ostaggio da una piccola manciata di ricchissimi speculatori – i cosiddetti ‘fondi avvoltoio’ “.

Un tribunale di New York ha riconosciuto a due fondi avvoltoio degli Stati Uniti un credito di 1,3 miliardi di dollari: sono debiti comprati da terzi, dopo la crisi  argentina del 2001. Oltretutto, il giudice ha stabilito che è illegale pagare gli altri debiti a meno che non siano pagati anche i creditori avvoltoi.

Con un pagamento 900 milioni di dollari in scadenza al 30 giugno (più 30 giorni di tolleranza), l’Argentina è spinta verso un nuovo default del debito.

I fondi avvoltoio acquistarono miliardi di dollari di debito argentino nei primi anni 2000, quando l’economia del paese era in ginocchio e la sua gente stava soffrendo una povertà orrenda. Dichiarare fallimento era l’unica opzione. Il 93% dei creditori accettò di rinegoziare il debito, e l’economia del paese ripartì. Ma i fondi avvoltoio hanno continuato a pretendere l’intero importo, più interessi e sanzioni. La decennale battaglia legale è stata chiamata ‘il processo del secolo sul debito’.

Riteniamo che non vi sia alcuna giustificazione etica per pretendere questo pagamento dall’Argentina. Questi ‘fondi avvoltoio’ non hanno mai prestato denaro all’Argentina – stanno speculando su un paese in crisi debitoria. Oltretutto, gran parte del debito risale ai tempi della brutale dittatura militare – molti argentini sostengono che non dovrebbe essere rimborsato neanche un centesimo’.

Tutto il buon lavoro fatto dall’Argentina a livello internazionale per ottenere un regolamento più giusto sui debiti sovrani (*vedere nota del traduttore a fine articolo) viene ora disfatto dal nuovo governo neoliberista di Mauricio Macri, che ha concordato con gli avvoltoi di pagare tutto quello che esigono. E forse di più. E ‘stato calcolato che otterranno circa 16 US$ per ogni dollaro investito nell’acquisto di debito argentino quando la sua economia crollò 15 anni fa.

L’accordo di pagare circa 4,65 miliardi US$, che mette ancora una volta l’Argentina in una situazione di profondo debito e nell’incapacità di pianificare un futuro indipendente, è stato applaudito dai mercati internazionali e dal Fondo Monetario Internazionale (che fu corresponsabile del crollo argentino nel 2001, attraverso tassi di interesse gonfiati). Ma prima che i pagamenti siano fatti devono essere approvati dal Congresso, in cui la fazione del Presidente non ha una chiara maggioranza. Avrà il coraggio di ricorrere a un altro ‘decreto di necessità ed urgenza’, come ha fatto ormai tante volte da quando è salito al potere? O che tipo di pressioni si faranno sul Congresso?

La violenza economica è letale come la violenza fisica. Se vi è qualche parte del sistema mondiale che rappresenta un pericolo chiaro e serio per la vita e il benessere di milioni di esseri umani, quelli sono proprio i fondi avvoltoio, gli speculatori che entrano in scena ogni volta che vedono un collasso economico, un paese indebolirsi. Insieme ai paradisi fiscali e ad altri predatori, hanno creato bastioni di disumanizzazione e di immoralità, portando ad una concentrazione di potere e di risorse mai vista prima nella storia umana. Come già nel 2007,  questo potrebbe anche innescare il crollo dell’intero sistema economico. I rombi di un altro terremoto finanziario hanno scosso i mercati per qualche tempo, ma non si vede alcun cambiamento di rotta che faccia ben sperare. Vorranno tirarli fuori dai guai, ancora una volta?

Un passaggio verso un’Economia Umanista è la migliore alternativa al disastro che incombe all’orizzonte. Un’economia fatta di cooperative, piccole e medie imprese con la partecipazione dei lavoratori agli utili e ai processi decisionali, la progressiva eliminazione della speculazione, e democrazia partecipativa reale per curare gli interessi di tutti, piuttosto che di una esigua minoranza. Le proposte sono sul tavolo, ma restano invisibili per la maggior parte delle persone dato che i media sono in gran parte nelle mani dell’elite finanziaria.

L’Argentina non sarà l’unico, e neppure l’ultimo, paese ad essere gettato agli avvoltoi prima che un nuovo sistema cominci ad emergere dalle ceneri di quello attuale, ma la partecipazione di persone ben informate può rendere la transizione più veloce e meno catastrofica.

 

Traduzione dall’inglese di Leopoldo Salmaso

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* NdT:  Il 10/09/2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato i Principi Base per la Ristrutturazione dei Debiti Sovrani. La risoluzione afferma: “… Uno stato sovrano ha il diritto … di progettare la propria politica macroeconomica, tra cui la ristrutturazione del debito, e tale diritto non deve essere ostacolato o vanificato da alcuna misura violenta o ingiusta … Gli Stati dovrebbero essere immuni da sentenze di giudici nazionali sulla ristrutturazione dei debiti sovrani”.

La proposta, presentata dal Sudafrica (si legga: BRICS) prendendo le mosse dalla crisi Argentina, è stata approvata con 136 voti a favore e 41 astensioni (compresa l’Italia, rappresentata dal fantomatico “ministro degli esteri europeo” Mogherini). 6 contrari: USA, Germania, UK, Giappone, Canada e Israele.

Notare che le risoluzioni dell’Assemblea Generale hanno un puro valore di “autorevolezza morale”, mentre quelle del Consiglio di Sicurezza sono vincolanti.