Come tutti i presidenti neoeletti, anche John P. Magufuli sta cercando di dare una forte impronta ai primi 100 giorni del suo mandato. La sua prima mossa, il giorno successivo alla sua elezione, è stata quella di apparire di sorpresa negli uffici del Ministero delle Finanze, prendendo nota dei numerosissimi assenti sul posto di lavoro. Nel suo primo discorso al Parlamento ha criticato gli sprechi della pubblica amministrazione, portando esempi puntuali, calcoli precisi e proposte perché quelle risorse siano recuperate e impiegate per la pubblica utilità. Così sono già state troncate di netto tantissime “spese di rappresentanza” come missioni all’estero, convegni in lussuosi alberghi e anche l’invio di auguri per le festività natalizie e per il nuovo anno.

Particolarmente energico è l’intervento di Magufuli sui potentati economici che, grazie alla collusione col potere politico, hanno evaso le tasse per ingenti somme. Ciò ha portato alle dimissioni dei più alti funzionari e a un livello di attenzione pubblica senza precedenti, tanto che la parola “container” è già proverbiale per indicare casi di arricchimento sospetto.

Oggi, anniversario dell’indipendenza dell’ex Tanganyika da protettorato britannico, Magufuli ha invitato tutti i cittadini a fare pulizia nel proprio circondario e i dipendenti pubblici nel proprio posto di lavoro. La partecipazione è massiccia è già ieri sera si vedevano dappertutto, nelle città e nelle campagne, piccoli e grandi falò su mucchi di rifiuti e sterpaglie.

Pulizia dappertutto, materiale e soprattutto morale: diventerà davvero un’attitudine fortemente radicata nonostante le inevitabili resistenze, esterne e interne? Per ora, Magufuli sta riscuotendo molta più approvazione dai partiti di opposizione che dal suo stesso partito, quel CCM che Nyerere, Padre della Patria, fondò e condusse per 30 anni; Nyerere è stato un esempio di frugalità e onestà, ma non è riuscito a contrastare la corruzione crescente attorno a sé. Quello stesso CCM che ha portato Magufuli alla Presidenza della Repubblica attraverso brogli e violenze, prima e anche dopo la vittoria. Magufuli conosce bene il detto “Dagli amici mi guardi Iddio…”, tant’è vero che ha rifiutato non solo di divenire presidente del partito come vorrebbe la tradizione, ma anche di indicare per tale carica qualsiasi persona riconducibile a lui.

Riuscirà Magufuli a ripulire e a mantenere decentemente pulita la sua nazione? La mia modesta impressione è che, se la partita si giocasse solo in Tanzania, egli avrebbe dalla sua parte una grande maggioranza trasversale, fatta di persone fondamentalmente aliene dalla sopraffazione egoistica e violenta. Però, quando vedo i grattacieli crescere come funghi a Dar es Salaam (tutti diretta o indiretta proprietà di multinazionali, quasi tutte occidentali), non posso non pregare Iddio di proteggere Magufuli da morte “accidentale” in auto o aereo…