Roma, 23 ottobre 2015 – A seguito del rapido aumento delle tensioni nella città palestinese di Hebron – tra le famiglie palestinesi che vivono nella zona denominata H2, nel centro storico, e i vicini coloni israeliani – MSF sta assistendo un numero di pazienti cinque volte maggiore rispetto a un periodo di normale attività, in quella che è la più grande città della Cisgiordania.

Nei giorni scorsi, MSF ha offerto assistenza psicologica a circa 521 beneficiari attraverso 40 sessioni psico-formative di gruppo e 95 sessioni di primo soccorso psicologico (PFA). Le équipe di supporto psicosociale e di salute mentale stanno visitando ospedali, famiglie di palestinesi feriti o uccisi dall’esercito israeliano, e le aree colpite da attacchi da parte di coloni e militari israeliani. Inoltre, MSF è in contatto con istituzioni locali e organizzazioni che sono state formate dall’organizzazione in passato in modo da offrire servizi di PFA alle proprie comunità e segnalare i casi che necessitano di essere tenuti sotto controllo.

In queste condizioni, i nostri pazienti soffrono di paura, ansia, disturbi psicosomatici, rabbia, frustrazione e disperazione. I bambini bagnano spesso il letto; hanno paura di lasciare la loro casa e di andare a scuola, non hanno le forze per studiare e non riescono a concentrarsi”, spiega Marcos Matias Moyano, psicologo di MSF a Hebron. “Molti adulti soffrono di disturbi alimentari e del sonno, piangono, vivono nella paura e nella disperazione. Anche se si tratta di un conflitto che dura da tempo, il livello di stress acuto che abbiamo osservato nelle ultime settimane è preoccupante. Avrà un serio impatto sulla capacità delle persone di affrontare la situazione”.

Proteste frequenti, attentati, omicidi e sparatorie non possono essere letti come eventi isolati rispetto a decenni di costante e ricorrente violenza in Cisgiordania. Oggi, dopo quasi tre settimane di proteste, gli scontri e le aggressioni continuano ad avere un forte impatto sulla vita delle persone, sul loro benessere e sulla mobilità. Restrizioni agli spostamenti, ripetute incursioni notturne, demolizioni di case, molestie e attacchi da parte dei coloni, smembramento dei nuclei familiari a causa della detenzione o dell’omicidio non soltanto generano lesioni fisiche ma conducono spesso a traumi psicologici.

I bambini sono i più colpiti

Le donne che hanno preso parte a sessioni psico-formative nell’area di Jabel Juhar, nell’H2, hanno detto di essere vittime di violenza da parte degli occupanti, che attaccano per lo più nella notte, continuando fino all’alba. Un leader della comunità locale ha raccontato a MSF che i bambini sono i più colpiti da questa violenza; sono circa settanta i bambini che vivono nel quartiere.

MSF ha inoltre fornito farmaci, forniture mediche e attrezzature all’ospedale Alia (l’ospedale pubblico di Hebron) poiché il bisogno di cure da parte delle persone ferite sta crescendo velocemente. Allo stesso modo, MSF ha anche donato forniture sanitarie e mediche al Centro di beneficienza di Hebron.

MSF è una presenza strutturata e consolidata in Palestina, dove fornisce assistenza psicologica gratuita in maniera imparziale alle persone che ne hanno più bisogno e come risposta lle conseguenze violente dell’occupazione. In Cisgiordania, MSF porta avanti programmi di salute mentale nei governatorati di Jenin, Hebron, Nablus e Qalqilya dal 2000. MSF ha iniziato a lavorare a Hebron nel 1996. A Gaza, MSF fornisce assistenza medica, inclusa chirurgia, assistenza post-operatoria, medicazioni specialistiche, assistenza psicologica, riabilitazione e fisioterapia. MSF si fa carico di bisogni sanitari specifici che non possono trovare risposta nel sistema sanitario di Gaza e fa fronte alle conseguenze dirette e indirette della violenza.