di Manlio Dinucci

«Nella East Cera­sia (Cera­sia dell’Est), un paese ha invaso un paese vicino più pic­colo e minac­cia di inva­derne un altro. Le impli­ca­zioni della crisi sono glo­bali. La Nato lan­cia una mis­sione inter­na­zio­nale di assi­stenza e appog­gio per pro­teg­gere gli Stati minac­ciati»: que­sto è lo sce­na­rio che viene «simu­lato» dall’esercitazione Tri­dent Junc­ture 2015 (TJ15). I nomi, spiega la Nato, sono «fittizi».

Non ci vuole però molta imma­gi­na­zione per capire che la «Cera­sia dell’Est» è l’Europa dell’Est e «il paese inva­sore» è la Rus­sia, accu­sata dalla Nato di aver invaso l’Ucraina e di minac­ciare altri Stati dell’Est. Quella in corso in Ita­lia, Spa­gna e Por­to­gallo è dun­que una prova reale di guerra sul fronte orientale.

Nella fase ini­ziale (3–16 otto­bre), nel cen­tro di Pog­gio Rena­tico (Fer­rara), il primo ope­ra­tivo del nuovo Sistema di comando e con­trollo aereo Nato, 400 mili­tari di 15 paesi «simu­lano gli eventi da affron­tare». Quindi, dal 21 otto­bre al 6 novem­bre, si svolge la Livex, l’esercitazione «dal vivo» con oltre 230 unità ter­re­stri, aeree e navali e forze spe­ciali di 28 paesi alleati e 7 part­ner (tra cui l’Ucraina), com­pren­denti 36 mila uomini, oltre 60 navi e 200 aerei da guerra.

Nella TJ15, le ope­ra­zioni ter­re­stri sono con­trol­late dal Lan­d­com, il Comando delle forze ter­re­stri Nato con quar­tier gene­rale a Izmir (Tur­chia), agli ordini del gene­rale Usa Nichol­son, che ha inviato sul campo oltre 250 mem­bri del suo staff. Quelle marit­time, dal Mar­com, il Comando delle forze navali Nato con quar­tier gene­rale a Nor­th­wood (Gran Bre­ta­gna), agli ordini dell’ammiraglio bri­tan­nico Hud­son. Quelle aeree, dallo Air­com, il Comando delle forze aeree Nato con quar­tier gene­rale a Ram­stein (Ger­ma­nia), agli ordini del gene­rale Usa Gorenc che è anche coman­dante delle forze aeree Usa in Europa e di quelle per l’Africa.

La TJ15 serve a testare la capa­cità della «Forza di rispo­sta» (40mila uomini), in par­ti­co­lare della sua «Forza di punta ad altis­sima pron­tezza ope­ra­tiva» pro­iet­ta­bile in 48 ore fuori dall’area Nato sia verso Est che verso Sud, il cui comando ope­ra­tivo viene eser­ci­tato nel 2015 dal Joint Force Com­mand di Lago Patria (Napoli), agli ordini dell’ammiraglio Usa Fer­gu­son che è anche coman­dante delle Forze navali Usa in Europa e di quelle per l’Africa.

L’Italia, comu­nica il governo, ha for­nito per l’esercitazione «assetti, basi e poli­goni». Par­ti­co­lar­mente impor­tanti le basi e i poli­goni per le forze aeree, che la Nato così elenca: Pisa e Gros­seto in Toscana, Pra­tica di Mare nel Lazio, Amen­dola in Puglia, Deci­mo­mannu e Teu­lada in Sar­de­gna, Sigo­nella e Tra­pani in Sici­lia, cui si aggiunge la por­tae­rei Cavour come base galleggiante.

Alla vigi­lia della Livex, il 19 otto­bre, si svol­gerà all’aeroporto di Tra­pani Birgi la ceri­mo­nia di aper­tura, con la par­te­ci­pa­zione di alcuni dei mas­simi rap­pre­sen­tanti mili­tari ita­liani e Nato, seguita da una con­fe­renza stampa e dal sor­volo degli aerei da guerra (Euro­fighter 2000, F-16, Amx e altri), ita­liani, polac­chi, greci e cana­desi, più un aereo radar Awacs rischie­rato a Tra­pani dalla base Nato di Gei­len­kir­chen (Germania).

Niente ceri­mo­nie, invece, alla base di Deci­mo­mannu, usata anche da aerei slo­veni, e al poli­gono di Teu­lada dove si eser­ci­te­ranno anche forze ter­re­stri. L’esercitazione Livex «dal vivo», con bombe e mis­sili che esplo­dendo spar­ge­ranno nell’ambiente ura­nio impo­ve­rito, altri metalli pesanti e sostanze chi­mi­che tos­si­che, semi­nerà altra morte pro­vo­cando tumori e mal­for­ma­zioni gene­ti­che. Pagando con denaro pub­blico, rica­vato dai tagli alle spese sociali, le spese vive della Livex.

da il manifesto, 13 ottobre 2015