Il 26 e il 27 gennaio i leader del pianeta si sono riuniti a Berlino per rifinanziare l’Alleanza globale per i vaccini (Gavi) impegnandosi a donare 7,5 miliardi di dollari per pagare i vaccini nei paesi impoveriti durante i prossimi 5 anni e garantire a tutti l’accesso ai farmaci. La Conferenza ha visto la Gran Bretagna impegnarsi per 1,57 miliardi di dollari per il 2016-2020, mentre la Fondazione Gates ha promesso 1,55 miliardi. La Norvegia ha offerto 969 milioni, gli Stati Uniti 800 milioni, la Germania 720 milioni. L’Italia ha deciso di aggiungere 120 milioni di dollari ai 317 già stanziati. Per la prima volta contribuiscono anche Oman, Qatar, Arabia Saudita e Cina, anche se quest’ultima ha messo a disposizione solo 5 milioni di dollari. Indipendentemente dai meriti personali dei singoli stati, grazie al raggiungimento del pieno rifinanziamento della Gavi, l’Alleanza potrà portare avanti il suo piano d’azione che ha come obiettivo, entro il 2020, quello di salvare altre 6 milioni di vite, immunizzare più di 300 milioni di bambini da malattie mortali raggiungendo anche quelli finora esclusi, contribuire a rafforzare i sistemi sanitari locali e far scendere ulteriormente il costo dei vaccini che resta ancora elevato, soprattutto per quanto riguarda i nuovi vaccini.

Un risultato importante, ma che non convince Medici Senza Frontiere (MSF) visto che “Oltre un terzo dei 7,5 miliardi di dollari a disposizione servirà a pagare un solo vaccino, il costosissimo vaccino anti-penumococco” ha ricordato Jennifer Cohn, direttore medico della Campagna per l’Accesso ai Farmaci di MSF, che ha sottolineato come oggi “Il vaccino anti-pneumococco da solo rappresenta circa il 45% del costo per la vaccinazione completa di un bambino”.  Le malattie da pneumococco uccidono circa un milione di bambini ogni anno e sono una delle prime cause di mortalità infantile. GlaxoSmithKline (GSK) e Pfizer, due delle più famose multinazionali del farmaco, hanno guadagnato complessivamente oltre 19 miliardi di dollari da quando il vaccino anti-pneumococco è stato lanciato. Per questo MSF ha esortato, in occasione dell’incontro berlinese, GSK e Pfizer a smettere di giocare alla “Ruota della fortuna delle farmaceutiche” abbassando il prezzo del vaccino.

Il problema del costo dei vaccini è fondamentale nella battaglia per rendere veramente universale il diritto all’accesso ai farmaci. La settimana scorsa MSF ha diffuso la seconda edizione del rapporto: The right shot: superare le barriere per ottenere vaccini più accessibili e adeguati alle realtà dei paesi in via di sviluppo, che mostra come oggi vaccinare un bambino nei paesi più poveri sia 68 volte più costoso di quanto non fosse nel 2001, con la conseguenza che  in molte aree del mondo nessuno può permettersi di acquistare i nuovi costosissimi vaccini come quello contro le malattie da pneumococco. Dopo la pubblicazione del report di MSF, GSK e Pfizer hanno detto di aver ridotto il prezzo dei loro vaccini anti-pneumococco per i paesi poveri rispettivamente a 3,40 dollari a dose (ovvero 10,20 dollari a bambino per le tre dosi) e 3,30 dollari a dose (ovvero 9,90 dollari a bambino per le tre dosi) rispetto al prezzo originario di 3,50 dollari a dose. Ma per MSF “Questa esigua riduzione dopo che quelle aziende hanno guadagnato miliardi di dollari dal vaccino più venduto al mondo non è abbastanza”. Il prezzo di circa 10 dollari a bambino è ancora troppo elevato per molti paesi in via di sviluppo, che alla fine dovranno pagare il conto da soli.

Attualmente ha spiegato Kate Elder, Consulente Vaccini e Policy della Campagna per l’Accesso ai Farmaci di MSF “Il prezzo imposto dalle compagnie è il doppio di quanto i paesi in via di sviluppo dovrebbero pagare”. Davanti alla difesa di GSK e Pfizer che hanno a più riprese sostenuto che andrebbero in perdita vendendo il vaccino anti-pneumococco a 5 dollari, l’ong ha proposto di aprire i libri contabili “e mostrate a noi, ai donatori e ai governi quanto vi costa davvero produrre questo vaccino”. Ma fino a quando i Governi che sostengono la Gavi non faranno pressione sulle aziende farmaceutiche per tagliare in modo più sostanziale i prezzi dei vaccini, “i paesi continueranno a giocare alla ruota della fortuna delle farmaceutiche, dove GSK e Pfizer saranno sempre i vincitori, mentre a perdere saranno i bambini dei paesi poveri del mondoha concluso la Elder, nonostante la decisione della Gsk di offrire gratuitamente più di 850 milioni di dosi di vaccino che potranno aiutare a proteggere fino a 300 milioni di bambini nei paesi in via di sviluppo entro il 2024.

L’Italia farà la sua parte per calmierare il prezzo dei farmaci? È ancora presto per dirlo, ma intanto per Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia è importante far notare che anche l’Italia è fra i donatori e accanto a chi vuole porre fine alla mortalità infantile visto che ancora oggi ogni anno 1,5 milioni di bambini muoiono per malattie curabili e prevenibili grazie alle vaccinazioni. “Accogliamo positivamente l’annuncio del governo italiano, fatto dal Viceministro Pistelli, di rifinanziare con 100 milioni di euro aggiuntivi l’Alleanza globale per i vaccini per i prossimi 5 anni” ha spiegato Neri. Una scelta non solo generosa, ma lungimirante. “I vaccini rappresentano uno dei migliori investimenti in sviluppo e salute e uno degli interventi con il miglior rapporto costi-benefici. L’impatto dei vaccini, infatti, non riguarda solo il singolo bambino, ma riduce la diffusione delle malattie in un’intera area, con la conseguente riduzione dei costi correlati alle eventuali cure, inoltre contribuisce a migliorare il rendimento scolastico dei bambini, aiuta singoli, famiglie e comunità ad essere più produttivi, promuovendo lo sviluppo sociale ed economico di un intero paese” ha concluso Neri.

Si stima che, a fronte del pieno finanziamento di 7,5 miliardi di dollari alla Gavi, il ritorno dell’investimento per il 2016-2020 sarà di 80-100 miliardi di dollari in benefici economici, pari a 10 volte l’investimento iniziale. “Solo però se una quota significativa dei fondi della Gavi sarà allocata nel rafforzamento dei servizi e sistemi sanitari localiha concluso Save the Children –  potremo garantire che ogni bambino, anche il più emarginato e povero, sia raggiunto non solo dai vaccini ma da tutti i servizi di base per la salute. Qualsiasi bambino, a prescindere da dove nasca, ha diritto a condizioni di vita e salute che gli consentano la piena espressione del suo potenziale”. Giusto per ribadire che non è solo con la beneficenza e il più agevole accesso ai farmaci, ma soprattutto attraverso la cooperazione allo sviluppo, che possiamo pensare di sconfiggere la mortalità infantile.

Alessandro Graziadei