Oggi l’account Twitter del premier Matteo Renzi è stato letteralmente intasato di messaggi.

“L’attacco” di Tweetbombing al primo Ministro è stato mosso da centinaia di  freelance e professionisti che lavorano con la formula amministrativa a gestione separata.

In Italia, la formula a gestione separata interessa centinaia di migliaia di persone, fra di loro ci sono anche molti lavoratori che pur avendo partita IVA operano come fossero dipendenti di un’azienda, a cui però vengono riconosciuti compensi ridicoli, senza tutela e con poca previdenza sociale, niente malattia pagata, né cassa integrazione, né sussidio di disoccupazione, oltretutto obbligati ad inizio anno a versare un anticipo IVA su una previsione di guadagno.

Insomma una delle categorie di lavoratori, che ai giorni nostri, nel paese Italia, è tra le più sfruttate e bistrattate.

La protesta nasce per manifestare il dissenso contro l’innalzamento delle aliquote, che secondo le nuove norme della legge di stabilità del governo Renzi, passeranno da una tassazione del 5% a quella del 30%

Con la protesta si chiede di modificare con urgenza l’aggravio contributivo per la gestione separata dell’Inps.

Il tweebombing è stato promosso dal gruppo @actainrete e ha interessato più di 1.300 utenti.

L’account di Renzi è stato tempestato da 3.500 tweet e retweet gli  hashtag riportavano  #RestituisciRefurtIVA oppure #AnnullaAutogol.

Nella pagina facebook di @Actainrete si può leggere: “Caro Matteo Renzi, noi ‪#‎freelance‬ vogliamo indietro la ‪#‎refurtIVA‬! L’aumento dei nostri contributi INPS non è giustificato, già dal 2014 paghiamo di più di tutti gli altri lavoratori.”

Renzi stesso, qualche tempo fa aveva riconosciuto l’errore commesso, dichiarando che, l’innalzamento dell’imposta unica per i regimi agevolati dei minimi a partire dal 2015 era stato un grave passo falso del suo esecutivo.

Aggiungiamo che fra i molti “passi falsi” contenuti nel decreto Renzi,  in materia contributiva, per le partite IVA  ci sono anche l’inasprimento e la complicazione delle norme in materia e l’aumento del contributo previdenziale da versare, che riguarda però solo le piccole partite IVA, ovvero quelle che rientrano entro un basso scaglione di fatturazione.

Come si suol dire, un novello Robin-Hood al contrario che ruba ai poveri per dare ai  Ricchi.

Il premier oggi ha infine dichiarato ai microfoni di radio RTL 102,5 “Nei decreti delegati sul fisco c’è anche lo spazio per modificare in meglio le norme sulle partite IVA e spero riusciremo a correggere i nostri errori con la delega fiscale il 20 febbraio”.

Ce lo auguriamo per le migliaia di lavoratori a partita IVA, in caso contrario credo vedremo arrivare dopo il 20 febbraio una vera e propria tempesta di “tweetbombing”, non osiamo immaginare il titolo dei prossimi Ashtag per Renzi.