“L’imperatore del male. Una biografia del cancro” è il saggio che ha vinto il premio Pulitzer 2011 (Siddhartha Mukherjee, www.beatedizioni.it, 2013, pagine 726, euro 12,90).

 

Siddhartha Mukherjee è un oncologo americano di origine indiana e nel libro racconta con grande maestria e sensibilità la storia delle principali battaglie degli esseri umani contro il tumore, una riproduzione cellulare patologica che accelera la fine della vita. In genere l’autoreplicazione maligna del processo tumorale completo ha bisogno di molto tempo per svilupparsi e si manifesta nei suoi effetti più maligni dopo i 45 anni a causa delle continue alterazioni genetiche. In molti casi si tratta di alterazioni casuali slegate dalle condizioni di vita o dalle predisposizioni genetiche.

Il cancro è una malattia sistemica e clonale “che evolve in maniera clonale. Se si verificasse una crescita senza evoluzione, le cellule tumorali non sarebbero in grado di invadere i tessuti, sopravvivere e produrre metastasi con tanta forza. Ogni generazioni di cellule tumorali produce un piccolo numero di cellule figlie che è geneticamente differente dalla cellula genitore. Quando un farmaco chemioterapico o il sistema immunitario attaccano il tumore, i cloni mutanti sono in grado di resistere all’attacco. In certi casi, le mutazioni accelerano l’acquisizione di altre mutazioni. Il cancro, dunque, sfrutta la logica fondamentale dell’evoluzione come nessun’altra malattia”.

Di conseguenza la stessa forma di cancro si può diffondere in modo variabile a seconda delle persone. Cento casi di morbo di Hodgkin sono “cento variazioni su uno stesso tema”. Di solito i “tumori ai primi stadi e localizzati” sono “diversi dai tumori diffusi, metastatizzati”. Però i tumori più piccoli non sono sempre più facili da curare, perché alcuni sono programmati per sviluppare metastasi. Viceversa tumori più o meno grossi che non hanno diffuso metastasi possono essere trattati chirurgicamente e non.

Anche le terapie possono avere effetti collaterali più o meno forti che dipendono dalla resistenza dell’organo più debole del malato. Le radiazioni o le chemioterapie citotossiche a volte possono rivelarsi “una lama a doppio taglio: in grado di guarire il cancro, ma anche di causarlo”. Inoltre il forte abbassamento delle difese immunitarie predispone all’insorgenza di altre malattie.

Comunque colgo l’occasione per citare il medico Saverio Imperato che considera il cancro come una malattia multifattoriale. La sua terapia promuove il rafforzamento del sistema immunitario durante le tradizionali terapie aggressive. Nel sito www.sinterapia.it potete approfondire la terapia con il vaccino Bcg (bacillo di Calmette e Guérin), che favorisce lo sviluppo dei linfociti e dei macrofagi (le cellule spazzine). Il vaccino è molto indicato per i tumori che causano una reazione immunitaria (dal libro “Si ringrazia per le amorevoli cure prestate”, Stefano Lorenzetto, 2009).

Probabilmente questa terapia è poco conosciuta perché costa poco e non crea business appetibili e indottrinanti gestiti da multinazionali. Perciò è meglio sottolineare che Imperato è stato forse l’unico docente al mondo con tre libere docenze: Immunologia, Patologia generale e Microbiologia (a Genova, Roma e Napoli). Naturalmente è costantemente silenziato dalla grettezza dei media e dall’invidia professionale: http://win.spumiglia.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=643 (intervista).

Tra le molte storie interessanti presenti nel libro ho deciso di riportare questa: nel 1960 Min Chiu Li, medico, libero pensatore e vero scienziato, perse il posto di lavoro per aver azzardato la strategia terapeutica che “portò alla prima guarigione chemioterapica di un tumore negli adulti”. Infatti “aveva scoperto un principio fondamentale dell’oncologia: il cancro doveva essere trattato sistematicamente anche molto dopo che ogni segno visibile era scomparso”. Così oggi si ricercano i marcatori tumorali: le proteine, gli ormoni e i proto-oncogeni derivanti da geni mutati o difettosi che producono RNA messaggero anomalo.

In conclusione, nonostante la scoperta delle reti dei processi oncogeni (gli acceleratori bloccati), e dei processi anti-oncogeni disattivati (i freni mancanti), i dati generali non sono confortanti: “Negli Stati Uniti, una donna su tre e un uomo su due si ammaleranno di cancro nell’arco della loro vita. Un quarto di tutti i decessi americani e intorno al 15 per cento dei decessi del mondo verranno attribuiti al cancro”. La ricerca farmacologica non ha “paura di quel genere di ottimismo che nasce quando illudiamo noi stessi” (Marvin Davis, New England Journal of Medicine, www.nejm.org).

 

Siddhartha Mukherjee (http://siddharthamm.blogspot.com) è medico e ricercatore oncologo. Insegna alla Columbia University, dopo aver studiato a Stanford, a Oxford, a Harvard. Pubblica articoli sulle riviste scientifiche più prestigiose. Per Mukherjee “Un modello è una bugia che aiuta a vedere la verità” (Howard Skipper) e “Ogni veleno potrebbe essere un farmaco camuffato”.

 

Per maggiori approfondimenti si possono visionare i seguenti siti: www.istge.it, www.irst.emr.it, www.bmj.com, http://f1000.com, www.cancerquest.org (ci sono versioni in lingua italiana, spagnola e russa).

Nota – In passato c’era chi precisava che “Ogni farmaco è un veleno camuffato” (Paracelso) e che in molti casi “I medici sono uomini che prescrivono farmaci dei quali sanno poco, per curare malattie delle quali sanno meno, a esseri umani di cui non sanno niente” (Voltaire).