di Gabriela Amaya e Federico Barrago.

Con lo slogan “Il momento è ora”, la Marcia del Cambiamento si è appena conclusa. Centinaia di migliaia di persone hanno inondato il centro di Madrid ripetendo “Sì, si può”.

In un giorno di festa e grande allegria il messaggio è stato: “Il 2015 è l’anno del cambiamento per questo paese e per tutta l’Europa… ma per ottenerlo bisogna continuare a lottare”.

I leaders del Podemos si sono rivolti ai manifestanti con grande allegria e molta potenza. Alcuni, come Bescansa e Monedero, hanno usato toni poetici ed emotivi, altri, come Errejon e Iglesias, hanno tenuto discorsi più politici. Tutti, però, hanno asserito che oggi comincia l’anno del cambiamento, l’anno in cui le istituzioni passeranno nelle mani del popolo e che questo cambiamento bisogna costruirlo.

Iglesias ha citato le misure prese in una settimana da Syrizia a favore della popolazione più disagiata, annunciando che in Europa una svolta è possibile, a patto che ogni paese rispetti i propri doveri. In precedenza aveva elogiato le generazioni precedenti, che hanno contribuito a costruire la democrazia e poi i giovani del 15M (gli Indignati, N.d.T.), che nel 2011 si sono riversati nelle strade e nelle piazze. Appoggiandosi ad un’affermazione di forte impatto come fulcro del suo discorso ha aggiunto: ”Oggi siamo qui a sognare, ma stiamo prendendo molto sul serio i nostri sogni” e ha lanciato un messaggio di speranza, incitando tutti a lavorare sodo in questo 2015 per prendere le redini delle istituzioni e restituirle al popolo.

Traduzione dallo spagnolo di Paola Mola

 

Marcha del Cambio

 

 

 

 

Marcha del Cambio

 

 

 

Marcha del Cambio

 

 

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