La popolazione civile vittima delle lotte di potere: più di 1,8 milioni di sud sudanesi in fuga

Scene di strada in Sudan del Sud. Foto: Dr. John Ariki. Scene di strada in Sudan del Sud. Foto: Dr. John Ariki.

Dieci mesi dopo l’inizio della guerra civile nel Sudan del Sud, la situazione della popolazione civile nel giovane Stato è diventata sempre più intollerabile. Più di 1,8 milioni di Sudsudanesi sono in fuga, centinaia di migliaia di persone vivono in condizioni spaventose. La comunità internazionale, nonostante la crisi in Medio Oriente, non deve dimenticare il Sud Sudan. Senza una forte pressione internazionale ed eventualmente anche sanzioni da parte delle Nazioni Unite, non potrà esserci una pace duratura. Se le parti in causa accettano consapevolmente la morte di decine di migliaia di civili pur di consolidare il proprio potere, allora gli ultimatum dei mediatori devono avere delle conseguenze per i responsabili politici!

Proprio oggi scade un ultimatum dell’IGAD, l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo in Africa orientale di cui fanno parte Djibuti, Etiopia, Kenia, Somalia, Sudan e Uganda, che obbliga il governo del Sud Sudan e i ribelli che sostengono Riek Machar a porre fine ai combattimenti e a impegnarsi per la formazione di un governo di unità nazionale. Ma nulla lascia presagire che le parti in causa rispetteranno l’ultimatum o che la decadenza del termine comporterà l’imposizione di sanzioni da parte delle Nazioni Unite. Prima dell’inizio della prossima settimana le parti in causa vogliono tornare nuovamente al tavolo dei negoziati ad Addis Abeba, negoziati sospesi lo scorso 5 ottobre 2014.

Mentre il gioco di potere tra i leader politici del Sudan del Sud continua, circa un terzo della popolazione è in fuga. Circa 1,4 milioni di Sudsudanesi hanno cercato rifugio in altre parti del paese. Solo in 96.000 hanno cercato protezione in campi base delle Nazioni Unite. I più grandi di questi campi si trovano nelle città di Bentiu, Juba e Malakal. Altri 463.000 Sudsudanesi hanno si sono rifugiati nei paesi vicini. Dallo scoppio dei combattimenti nel dicembre 2013 100.000 rifugiati sudsudanesi hanno cercato riparo perfino nello stato nemico del Sudan. Nel Sudan del Sud al momento circa quattro milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria urgente.

La guerra civile era scoppiata dopo che le forze di sicurezza sudsudanesi, in seguito a un presunto colpo di Stato di Riek Machar del 15 dicembre 2013, avevano attaccato membri del popolo dei Nuer, il gruppo etnico di cui fa parte Machar. Erano accusati infatti di sostenere Machar. Negli scontri che sono seguiti da allora sono state commesse gravi violazione dei diritti umani da entrambe le parti e sono rimasti uccisi almeno 20.000 Sudsudanesi.