Il Parlamento ha approvato, a inizio agosto, una nuova legge della cooperazione internazionale. “Altreconomia” di settembre analizza la riforma, intervistando 10 organizzazioni non governative (ONG): sono attori fondamentali nei processi di sviluppo e di risposta alle emergenze, ma nel 2013 il Ministero degli Esteri ha assegnato loro appena 15 milioni di euro su un totale di 2,4 miliardi destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo, lo 0,16% del prodotto interno lordo (PIL).

A meno di non aumentare le risorse a disposizione, la nuova riforma, spiegano, rischia di mettere le ONG ai margini: le imprese private diventano “attori” della cooperazione, al pari delle realtà non profit e si crea un’istituzione finanziaria per lo sviluppo, che è Cassa depositi e prestiti, il soggetto che già controlla i servizi di assicurazione degli investimenti esteri delle imprese (SACE) e di supporto all’internazionalizzazione delle aziende italiane (SIMEST).