Il testo che segue e’ la bozza di una proposta di delibera che il “Tavolo per la pace” di Viterbo (un forum in cui si incontrano da alcuni mesi persone, associazioni ed istituzioni cittadine impegnate per la pace e i diritti umani) sta elaborando e discutendo, e che quando giungera’ alla stesura definitiva verra’ proposto al Consiglio comunale.

Ci sembra utile proporlo alla riflessione anche al di fuori di Viterbo come materiale di lavoro e proposta di iniziativa.

 

Bozza di proposta di delibera

Il Consiglio comunale di Viterbo

– premesso che le bambine ed i bambini sono l’unica speranza di esistenza futura dell’umanita’, e pertanto dell’umanita’ intera sono il bene piu’ prezioso, ed e’ quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto e’ in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;

– considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana cosi’ come di ogni consesso civile e’ rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignita’ e i diritti di tutti gli esseri umani, ed in primo luogo delle persone piu’ fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz’altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell’aiuto, dell’accudimento, del rispetto, dell’amore e della protezione altrui;

– affermato che Viterbo vuole essere citta’ amica delle bambine e dei bambini;

– riconosciuto che della comunita’ viterbese fanno parte tutte le persone che a Viterbo nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla citta’ il dono prezioso dell’infinito valore morale della loro umana presenza;

– evidenziato in particolare che della comunita’ cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a Viterbo si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;

– richiamando la Dichiarazione universale dei diritti umani che riconosce che vi e’ una sola umanita’ e che tutti gli esseri umani in quanto tali sono portatori di inalienabili diritti;

– nel rispetto e nell’impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all’articolo 2 dichiara che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita’, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta’ politica, economica e sociale” (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutti gli esseri umani usando a tal fine la formula universalistica “uomo”); che all’art. 10, comma terzo, dichiara che “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle liberta’ democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”; che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, “Rapporti civili”, agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, “Rapporti etico-sociali”, agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, “Rapporti economici”, riconosce pari diritti e pari protezione a tutti gli esseri umani presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;

– dando adempimento agli impegni di solidarieta’ e quindi di civilta’ espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;

– accogliendo l’invito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e successivamente esposto nella Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari (che riprendono e sviluppano altresi’ gli impegni gia’ precedentemente enunciati nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo del 1924 dell’allora Societa’ delle Nazioni);

– ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia;

– preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parita’ e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;

– intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell’esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alle civilta’ umana ed alla sua possibilita’ di bene;

– intendendo altresi’ dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresi’ la manifestazione e l’attribuzione – sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica – della assoluta parita’ e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;

– intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento italiani, cosi’ come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell’Unione Europea e la Commissione Europea, cosi’ come il Consiglio d’Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;

– dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verita’: che tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nati e presenti ora e in futuro in Italia;

– nell’ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell’applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione viterbese e la voce ferma e profonda dell’umanita’ intera cosi’ come espressa dalle piu’ alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:

delibera di

1. attribuire la cittadinanza onoraria di Viterbo:

a) a tutte le bambine e tutti i bambini nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani;

b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadini italiani che vivono a Viterbo;

c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo.

2. Organizzare una pubblica cerimonia – da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che via via si aggiungeranno nel corso del tempo – di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalita’ democratica, della civile convivenza. Ed a tal fine da’ mandato alla Giunta comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d’informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell’intera comunita’ cittadina. Ed a tal fine da’ mandato alla Giunta comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

4. Chiedere al Governo e al Parlamento italiano nell’ambito delle loro rispettive competenze di procedere all’assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. Ed a tal fine da’ mandato alla Giunta comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

5. Proporre agli altri Comuni dell’Alto Lazio di assumere deliberazioni analoghe. Ed a tal fine da’ mandato alla Giunta comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

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Alcune postille integrative

1. Un opportuno riferimento alla campagna “L’Italia sono anch’io”: e’ di grande interesse la proposta di legge e la documentazione prodotta dalla campagna “L’Italia sono anch’io”: www.litaliasonoanchio.it

2. Un ovvio ma indispensabile riferimento all’Unicef: cfr. il sito dell’Unicef: www.unicef.it

3. Alcuni fondamentali riferimenti normativi: Dichiarazione universale dei diritti umani; Dichiarazione dei diritti del fanciullo; Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia; Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea; Costituzione della Repubblica Italiana.

4. Alcuni riferimenti ad altre esperienze di enti locali che hanno adottato analoghe deliberazioni: i Comuni che hanno gia’ deliberato la cittadinanza onoraria per le bambine ed i bambini non cittadini italiani erano 246 gia’ nel 2013, e tra essi vi erano Bologna, L’Aquila, Milano, Napoli, Perugia, Roma, Torino; nel 2014 si sono aggiunti anche i Comuni di Venezia, di Palermo, molti altri ancora, e l’iniziativa si sta estendendo ulteriormente in tutta Italia, in attesa che il Parlamento legiferi nel senso del riconoscimento del moderno, democratico, civile e filantropico criterio dello “ius soli” superando finalmente quello arcaico, gentilizio, barbarico e feudale dello “ius sanguinis”.

5. Una nota metodologica. La presente proposta di deliberazione ha carattere modulare e progressivo, ovvero si ripromette di costruire il consenso passo dopo passo individuando tre successive specifiche tipologie di destinatari del provvedimento di concessione della cittadinanza onoraria.

In primis, alla lettera a), le bambine e i bambini nati a Viterbo, che essendo nati qui sono nostri concittadini de facto, se non ancora de iure (per un palese obiettivo ritardo dell’organo legislativo). Ogni persona ragionevole condivide l’evidente verita’ che una bambina o un bambino nati a Viterbo sono viterbesi di nascita, come documenteranno peraltro i loro documenti di identita’ per l’intera loro vita.

In secundis abbiamo evidenziato, alla lettera b), il dato esistenziale concreto delle bambine e dei bambini che vivono a Viterbo: chi vive in una comunita’ fa parte di quella comunita’. E’ una realta’ inconfutabile tanto sul piano della logica formale, quanto su quello della specifica logica giuridica, quanto su quello dell’etica generale, quanto infine su quello della percezione condivisa della realta’ a prescindere da qualsivoglia Weltanschauung di riferimento.

In tertiis abbiamo introdotto, alla lettera c), tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo: questo in vista di possibili ricongiungimenti familiari, pensando in particolare all’esempio concreto e diffuso delle famiglie che nel loro progetto di vita hanno deciso di vivere qui (per le piu’ diverse motivazioni, ma tra esse sovente un peso decisivo lo ha il bisogno non solo semplicemente di migliorare le proprie condizioni di esistenza, ma specificamente di fuggire da situazioni di violenza talora terribili e tali per cui la Costituzione della Repubblica Italiana all’art. 10 esplicitamente prevede il diritto assoluto di essere accolti nel nostro paese). Ebbene, proprio pensando a questa situazione – e quindi anche a tutte le altre analoghe non precedentemente contemplate – ci e’ sembrato doveroso prevedere anche questa terza tipologia inclusiva.

6. Una minima sitografia di riferimento per ulteriori opportuni approfondimenti

– Acnur: www.unhcr.it

– Amnesty International: www.amnesty.it

– Caritas: www.caritasitaliana.it

– Consiglio Italiano per i Rifugiati: www.cir-onlus.org

– L’Italia sono anch’io: www.litaliasonoanchio.it

– One billion rising: www.onebillionrising.org

– Onu: www.un.org, www.onuitalia.it

– Organizzazione mondiale della sanita’: www.who.int

– Unicef: www.unicef.it