Intervento al Consiglio Comunale di Milano del 5 novembre 2013

Signor Presidente, Signor Sindaco, assessore e assessori,

mi trovo d’accordo con la valutazioni in parte critiche fatte ieri da alcuni consiglieri della maggioranza su un bilancio che sarà approvato a novembre, non partecipato con la città e deficitario anche per lo scarso coinvolgimento delle forze sociali.

Mi sento in dovere di chiedere con forza che non si ripeta ulteriormente un bilancio che si regge in una logica essenzialmente CONTABILE dove la somma del più e del meno dei numeri la fa da padrone con la scarsa considerazione del fatto che dietro a questi numeri ci sono uomini e donne in carne ed ossa che soffrono la crisi.

Il prossimo bilancio dovrà avvenire in tempi corretti, ma anche coinvolgere la città e cioè i consigli di zona, le forze sociali e i consiglieri comunali: fatto purtroppo MAI avvenuto in questi due anni.

Nel merito di quanto illustrato dall’assessora Balzani (relativamente ad un bilancio già sostanzialmente speso) pur apprezzando il lavoro migliorativo svolto dai consiglieri e dai partiti della maggioranza, pensiamo che si sarebbe potuto e dovuto fare molto di più sull’Irpef per cui la soglia di esenzione ci siamo battuti con forza e non soli, nelle riunioni di maggioranza.

E qunato proponevamo si sarebbe potuto ottenere con una maggiore attenzione al reperimento delle risorse (come, tra l’altro, richiesto anche dalle Organizzazioni Sindacali) attraverso un prelievo straordinario di dividendi delle Partecipate.

Di più si sarebbe potuto fare attraverso una maggior caratterizzazione della nostra amministrazione nei confronti di un governo nazionale sordo alle richieste di politiche sociali ma particolarmente ossequiente nei confronti dei dicktat U.E..

Il vero responsabile del dramma di un bilancio che un tempo si sarebbe detto “lacrime e sangue”, è questo governo delle larghe intese che sperpera risorse in armamenti di offesa (in contrasto con la costituzione) e nelle grandi opere inutili e dannose per il territorio e la civile convivenza che vanno ad arricchire quel 10% di italiani che detiene il 60% del patrimonio nazionale.

Signor Sindaco con grande trasparenza Le dico che mi aspettavo da parte sua un intervento più coinvolgente verso i nostri cittadini e cittadine nella denuncia dei tagli governativi. Questo Consiglio, questa città devono essere consapevoli che solo rompendo le logiche dirigiste del patto di stabilità si potranno riconsegnare alle amministrazioni locali le risorse per salvaguardare e migliorare la scuola pubblica, i servizi alla salute sia fisica che psichica, il diritto alla casa, per gli anziani, la dignità di una vecchiaia che non coincida con la solitudine e la penuria., per i giovani la possibilità di avere un futuro.

Le nostre periferie devono essere al centro del nostro impegno come amministratori.

Agli anziani in particolare, a quelli già tartassati dall’Irpef a cui sono stati aumentati in maniera sconsiderata gli abbonamenti dei mezzi pubblici, chiedo venga devoluta una parte del “tesoretto” di 6 milioni su cui abbiamo la possibilità di decidere.

Negli emendamenti che la maggioranza presenterà c’è la richiesta di destinare parte del “fondo” citato per favorire il lavoro soprattutto dei giovani, anche se non saranno certo le nostre esigue risorse a risolvere l’esplosivo problema della disoccupazione giovanile e non solo giovanile.

Chiedo che il prossimo bilancio guardi meno alle esigenze di Expo e più ai bisogni delle famiglie in difficoltà economiche e delle persone sole e prive di una rete di relazioni sociali.

A una città sempre più cara e diseguale come la nostra dobbiamo porre rimedio perché non può più essere tollerato che ci siano cittadini che possono investire cifre sconsiderate per acquistare i lussuosi appartamenti dei nuovi grattacieli di Garibaldi-Repubblica, appartamenti che sono arrivati a costare 20.000 euro al metro quadro, come dichiarato dall’Amministratore Delegato della società costruttrice.

Mentre qualcuno può permettersi di spendere tanto, si infoltiscono le code alle mense delle organizzazioni caritatevoli.

Perché questa è una città dove la ricchezza vera è dei pochi che continuano ad arricchirsi e ad evadere le tasse dovute, mentre anche questa amministrazione è costretta a chiedere ai lavoratori e pensionati (cioè ai soliti!) di contribuire al benessere pubblico.

L’aver portato a fatica la soglia della esenzione Irpef a 21.000 euro, pur essendo frutto di una battaglia politica che ci ha accomunato a tanti consiglieri della maggioranza, non ci esenta dall’essere consapevoli che chi ha un reddito di 21.050 euro non è né ricco né agiato e ciò nonostante sarà chiamato a versare quasi 200 euro di Irpef.

Concordo con quanto espresso ieri, qui, dal consigliere Cormio a proposito del coinvolgimento del Consiglio Comunale nelle scelte politiche dell’amministrazione che abbiamo contribuito a votare.

Non è più accettabile che la maggioranza, eletta su un programma forte e di cambiamento, debba sentirsi  coinvolta solo per approvare decisioni già prese.

Tutti noi dobbiamo ricordarci che i consiglieri e le consigliere sono stati eletti con i voti di preferenza dai cittadini, ai quali siamo tenuti a rispondere con chiarezza e responsabilità.

Il programma di Pisapia forse era troppo utopico? Se anche fosse così, soprattutto in relazione alla crisi generale, è dovere di tutti noi consiglieri ed assessori di spiegare ai cittadini, attraverso incontri zona per zona, le motivazioni per cui le promesse hanno faticato ad essere mantenute.

Dobbiamo avere il coraggio anche di modificare, se necessario, lo statuto comunale per offrire ai cittadini maggior potere per intervenire in maniera propositiva nel governo della città, perché solo così anche le scelte più dolorose potranno essere condivise assieme ad una visione della città che deve migliorare la sua vivibilità.

Con la mia parte politica sono fiduciosa che il prossimo sia un bilancio non solo più partecipato, ma anche con un profilo politico di innovazione e cambiamento a favore soprattutto di quelle zone della città che soffrono maggiormente della crisi. In questa prospettiva la nostra amministrazione potrà ritrovare quell’entusiasmo e quella coesione che l’hanno portata al governo di Milano