Re:Common ritiene inadeguati i risultati del vertice dei G20 conclusosi questo pomeriggio a San Pietroburgo, in Russia. Oltre al chiaro impasse sulla questione Siria, viene rimandata a data indefinita la riforma del sistema di governo del Fondo monetario internazionale, uno dei principali impegni del G20, e sulla regolamentazione finanziaria e delle banche non è stato compiuto nessun vero passo avanti.

Preoccupa infine che sulle politiche monetarie e sulla modulazione delle iniezioni di liquidità nel sistema finanziario da parte delle banche centrali si rischi ancora una volta che ogni paese vada in ordine sparso, con gravi rischi per gli impatti che si possono avere sui paesi emergenti e in via di sviluppo, sempre più contagiati dalla crisi economica.

Il documento finale del summit contiene solo un piccolo passo avanti sulla lotta all’evasione e l’elusione fiscale, sbandierata da tutti i leader mondiali presenti a Palazzo Konstatinov come fondamentale. Lo scambio automatico di informazioni tra paesi diventerà lo standard globale, ma il G20 deve ancora capire come farlo adottare entro due anni da tutti i paesi del pianeta, inclusi i paradisi fiscali.

“Non basta solo lo scambio automatico di informazioni, per quanto importante” ha dichiarato Antonio Tricarico di Re:Common, presente a San Pietroburgo. “E’ fondamentale che esistano in ogni paese registri pubblici che dicono di chi sia la proprietà ultima delle società. Allo stesso tempo bisogna imporre alle multinazionali di pubblicare i propri bilanci in maniera dedicata paese per paese e non aggregata, un trucco, quest’ultimo, impiegato globalmente per pagare porzioni irrisorie di tasse” Ha concluso Tricarico.

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