Il lancio della campagna di Marcel Claude e del Movimento “Todos a la Moneda” ha riempito il Teatro Caupolicán di Santiago del Cile. Le migliaia di persone presenti hanno dato un nuovo impulso alla campagna, in quello che è stato definito il “secondo tempo” verso le elezioni del 17 novembre.

Il candidato ha iniziato il suo discorso con una riflessione sul saccheggio subito dai popoli dell’America Latina da parte del colonialismo nel corso della storia, ricordando grandi figure che hanno lottato per la libertà, come César Sandino e José Martí. Marcel Claude ha sottolineato che il Movimento “Todos a la Moneda” cerca di “rifondare il Cile assicurando i diritti di tutti i suoi popoli”, mettendo fine alle ingiustizie patite dagli studenti, le donne, i lavoratori e i popoli indigeni.

Ha poi menzionato come fondamentali il recupero delle risorse naturali, la liberazione immediata dei prigionieri politici mapuche, la fine della militarizzazione nel Wallmapu (così gli originari mapuche chiamano le loro terre ancestrali, n.d.t.), l’eliminazione delle AFP (fondi pensione, n.d.t.),  “il ritorno alla solidarietà nel sistema pensionistico” e la costruzione di un’impresa pubblica di trasporti “che metta fine all’umiliazione  del Transantiago” (azienda privatizzata dei trasporti di Santiago, da tempo al centro di polemiche, n.d.t.).

Ha poi affermato con vigore che “la base di Todos a la Moneda sono i gruppi locali e regionali e i loro membri  sono la base di questa campagna”. Il loro lavoro è indispensabile per “arrivare al secondo turno e trasformare il Cile”. Ha concluso con la necessità di “cancellare la vergognosa Costituzione del 1980, figlia di un matrimonio immondo tra Ricardo Lagos e Augusto Pinochet” (qui si fa riferimento agli accordi che intercorsero tra il governo di Pinochet e l’opposizione dopo la vittoria nel prebiscito del 1988, nd.t.).

Luis Mesina, portavoce della campagna e dirigente bancario membro del Fronte dei Lavoratori, ha salutato “i lavoratori delle poste e del call center “Outside” in sciopero, presenti in massa all’evento e gli addetti alla spazzatura, che hanno dimostrato come la lotta sia l’unica strada avanzare”.   Carla Amtmann ha dichiarato che  “ciò che è accaduto al Caupolicán dimostra che abbiamo la speranza, la convinzione e la forza per realizzare i grandi compiti che ci aspettano” perché il Cile recuperi i suoi diritti, assicurando  “il diritto a una casa degna, a un’educazione e una sanità pubbliche e gratuite.