Rete No War e il Comitato di Milano contro la guerra denunciano un’anomalia occidentale: il silenzio della sinistra, o l’appoggio ai gruppi armati eterodiretti

Se l’estrema destra europea strumentalizza la tragedia siriana – nella manifestazione prevista per oggi a Roma, una benedizione per chi vuole armare ulteriormente i “ribelli” – è anche perché invece la sinistra e i pacifisti d’Occidente, dalla Libia in poi hanno lasciato vuoto lo spazio che occupavano tradizionalmente contro le guerre condotte direttamente o per procura da paesi Nato e loro alleati petromonarchici.

Questo lamenta un comunicato della Rete No War e del Comitato milanese contro la guerra, ricordando che è grave appoggiare, in nome dell’antifascismo, i “ribelli” armati siriani che sono guidati dalle formazioni islamiste di tanti paesi, che sono responsabili (sia in Libia che in Siria) di atti razzisti e settari, e che grazie all’appoggio di paesi quali Qatar, Arabia Saudita, Turchia, potenze Nato hanno portato la Siria a due anni di tragica guerra.

Le due sigle si rammaricano del “silenzio, pressoché totale, di milioni di attivisti di sinistra che animarono il movimento pacifista italiano. Un silenzio (quando non è stata benevolenza) che ha finito per lasciare ampi spazi ai ‘rossobruni’ e ai nazifascisti. Un silenzio che nasce dal non voler capire che la guerra contro la Siria, come quella contro la Libia, è stata voluta per dominare l’area mediorientale anche nel contesto delle ‘primavere arabe’ ”. E aggiungono: “ È molto grave che la contromanifestazione ‘antifascista’ appoggi simili gruppi armati in Siria.

Va ricordato che in America latina e Asia non sono le destre a opporsi all’ingerenza Ue/Usa/Golfo in Siria che ha fomentato la guerra. Sono invece governi progressisti (si pensi a quelli dell’Alba e a come votano in sede Onu, sia a New York che a Ginevra) e movimenti di sinistra.

Nei mesi scorsi in Siria si sono recate diverse delegazioni in questo senso, dal World Peace Council a comitati latinoamericani, da giornalisti indiani a militanti turchi a esponenti pacifisti a sostegno del processo di pace e riconciliazione. I loro referenti erano anche partiti comunisti, presenti sia nel governo che nell’opposizione parlamentare (risolutamente contraria ai “ribelli” armati e foraggiati dall’esterno). Fuori dall’occidente e dal mondo arabo l’intensa propaganda che attribuisce ogni colpa al governo e all’esercito siriani, non attecchisce.

In Occidente in passato – dal 1991 in poi – la sinistra si è sempre opposta alle guerre imperialiste che con il falso pretesto dei diritti umani hanno disfatto paesi, ucciso centinaia di migliaia di persone e portato alla fuga milioni di altre. Magari a queste guerre si opponevano anche gruppuscoli di estrema destra ma, vista la presenza debordante della sinistra, essi erano per fortuna oscurati. Accade tuttora rispetto alla causa palestinese. Però dalla Libia lo spazio pacifista è vuoto e ovviamente altri l’hanno occupato.

Rete No War e Comitato milanese contro la guerra (il quale sulla Siria ha organizzato sabato scorso a Milano una manifestazione con vari aderenti), denunciano la propaganda a senso unico e l’uso delle menzogne nella legittimazione dell’appoggio occidentale ai gruppi armati in Siria – appoggio anche militare, e presto con una no fly zone e possibile intervento diretto statunitense. Il braccio politico dell’opposizione armata, la Coalizione di Doha, è stato riconosciuto anche dall’italia come unico esponente del popolo siriano, e da tempo boicotta sistematicamente ogni negoziato.
Rete No War e Comitato milanese chiedono all’Italia “l’immediata fine delle sanzioni civili contro il Paese, e degli aiuti militari ai “ribelli”, e un impegno per la pace e l’autodeteterminazione dei siriani, che devolno decidere da sé chi li governa.

Manifestazione a Milano contro la guerra l’8 di giugno