Si è tenuta oggi a Brescia, nella sede del Centro per la Nonviolenza, la conferenza stampa del Movimento Nonviolento sull’Aeroporto di Montichiari e i trasporti d’armi.

Hanno partecipato il veronese Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento, e il bresciano Adriano Moratto, del Coordinamento nazionale.

Nell’affannato dibattito politico locale, sul futuro del sistema degli aeroporti del Garda, l’attenzione è centrata sui due aeroporti di Verona e di Brescia, il Valerio Catullo di Villafranca, e il Gabriele d’Annunzio di Montichiari.  Il governo li vorrebbe declassare, la politica locale li vorrebbe rilanciare.
Da tempo i vertici dell’aeroporto veronese desiderano ottenere in concessione la gestione totale dell’aeroporto bresciano, con un piano industriale che prevede: a Verona il traffico passeggeri, a Brescia il traffico merci. Ora il Governo ha concesso alla Società Catullo altro tempo per presentare interventi di ristrutturazione e di rilancio dell’aeroporto di Brescia Montichiari, sia dal punto di vista del contenimento dei costi che da quello degli interventi strutturali e di rilancio dell’attività aeroportuale

Fino ad oggi nessun politico si è chiesto (o non è stato comunicato all’opinione pubblica) quali “trasporti merci” servirebbero per rilanciare Montichiari e conseguentemente dare una boccata d’ossigeno anche al Catullo. Prima di decidere se vale la pena o meno di salvare un aeroporto, sarebbe bene chiedersi a cosa serve.
Noi ci siamo presi la briga di curiosare nelle segrete stanze dell’aeroporto bresciano, ed abbiamo trovato qualche conferma a quel che da tempo sospettavamo.
A Brescia il “business” è rappresentato dai carghi d’armi.

L’aeroporto di Brescia Montichiari ha un “caveau” adatto per deposito armi di 1500 mq. All’interno del “caveau” vi è un’area bunker interna di 580 mq. Caveau e bunker sono realizzati secondo le misure di sicurezza approvate da Lufthansa Cargo e da Delvag.
La presenza del Caveau genera un numero importante di voli charter soprattutto per trasporto di armamenti. Nel 2012  i charter speciali sono stati 40 ed hanno trasportato armamenti prodotti sia da Beretta che da Finmeccanica che ha scelto Brescia per le sue più importanti spedizioni di armamenti nel mondo.

Dopo la Fiat, Finmeccanica è la seconda holding industriale d’Italia: produce aerei, elicotteri, locomotive, carri armati, missili, satelliti e centri di telecomunicazione, con una spiccata vocazione per gli strumenti di morte da esportare ad ogni esercito in guerra. Dal 2009 è tra le dieci regine del complesso militare industriale mondiale e ha intrecciato partnership con i giganti d’oltreoceano moltiplicando ordini e commesse. Una gallina dalle uova d’oro per manager e azionisti, tra questi ultimi il Ministero dell’economia e delle finanze della Repubblica italiana che ancora controlla il 30,2% del pacchetto azionario.
La produzione di Beretta Holding S.p.a. copre ormai quasi tutta la gamma delle armi leggere: rivoltelle, doppiette e fucili a canne sovrapposte, carabine, fucili d’assalto, pistole mitragliatrici e ad azione semiautomatica. Il gruppo della Val Trompia, che l’anno scorso ha dichiarato un fatturato di 481,8 milioni di euro con un +7% rispetto all’anno precedente, ha ammesso che “Per quanto riguarda la distribuzione geografica del giro d’affari, i mercati esteri continuano a pesare per circa il 90% del fatturato consolidato”.

Le destinazioni di questi carichi di armi sono verso i paesi arabi (Emirati e Arabia Saudita), la Cina,  il Turkmenistan, Arzebaijan, il sudest asiatico.. cui si aggiungerà la Libia con altre destinazioni africane… tutti paesi clienti delle sofisticate armi “made in Italy”.

Gli Emirati Arabi, come acquirenti la fanno da padroni; i dati ufficiali: nel 2009: 5,4 milioni di euro, nel 2010: 4,3 ml, nel 2011: 4,6 ml, nel 2012 (primi 9 mesi): 3,5 ml. Cifre importanti.
Desideriamo quindi porre alcune domande chiare ai vertici degli aeroporti Verona/Brescia, alla prefettura, ai politici che si stanno interessando del futuro dell’aeroporto, ma anche alla magistratura, e al mondo economico che giovedì prossimo si confronterà nella sede di Confindustira di Verona sul futuro del trasporto aereo di merci:

quanti cargo di armi sono partiti da Montichiari?
Con quali destinazioni?
Chi sono gli operatori?
Chi sono gli acquirenti?
Che tipi di sistemi d’arma vengono trasportati?
Da dove provengono?
Come vengono movimentate?

L’opinione pubblica deve sapere se da Brescia avvengono solo “trasporti” o anche “traffici”…