“Ornella De Zordo, avvertita che il suo nome è comparso nella mailing list di ‘Cambiare si può’ tra le possibili candidature, dichiara di non essere stata interpellata e comunque di non essere disponibile a candidarsi, non avendo peraltro mai partecipato al percorso che ha portato alla formazione della lista Ingroia”. Con questa affermazione, inviata ai responsabili di ‘Cambiare si può’ la capogruppo della lista di cittadinanza fiorentina perUnaltracittà smentisce in maniera netta la sua candidatura al parlamento con la lista Rivoluzione Civile.

“Ho scoperto con sorpresa che il mio nome era stato citato tra le persone “disponibili” a candidarsi – ha detto De Zordo -, tanto più che sono di recente intervenuta in merito per scrivere la posizione di perUnaltracittà, che non ha ritenuto di partecipare al percorso di ‘Cambiare si può’. Come sempre la nostra azione, fuori e dentro il palazzo, è puntuale e concreta, finalizzata a sostenere vertenze già esistenti e a stimolare quelle emergenti nel nostro territorio sul fronte dei diritti, dei servizi, dell’uso e abuso del territorio. Non ci interessano scalate personali verso il parlamento. Riconosciamo la legittimità di rinnovare persone e modi della politica, ma ad oggi nessun tentativo serio è stato portato avanti, quindi l’esperienza di perUnaltracittà non può che restare nel nostro orizzonte naturale che è quello legato al territorio in cui ci muoviamo nell’articolare le nostre proposte alternative alle scelte di un governo locale che mette al centro della sua azione le anacronistiche e pericolose politiche liberiste.

Vediamo che esiste oggi un fronte sociale esteso ma non organizzato, ricco di analisi politica ma a cui manca un riferimento di rappresentanza politica. Per questo abbiamo guardato con attenzione, anche se dall’esterno, alla nascita del cosiddetto “quarto polo” che nelle ultime settimane ha indicato Ingroia come candidato alle politiche. E dispiace constatare come questo processo stia producendo un risultato – la “lista Ingroia”- che non sembra confermare i presupposti di partenza: essere nettamente antiliberista e praticare una nuova modalità di fare politica.

Non troviamo infatti nell’agenda di Ingroia – che non a caso ha fatto incaute quanto inutili aperture al Pd – né una netta critica strutturale ai vincoli europei di matrice liberista, con conseguente lotta alla disoccupazione e allo sfuttamento del lavoro e dell’ambiente, né quel rinnovamento autentico delle pratiche politiche che, solo, può riavvicinare i tanti delusi a una partecipazione attiva al voto. Non basta che ci siano persone oneste e non basta la lotta alla corruzione (punti comunque imprescindibili): ci vuole un’alternativa all’economia di mercato che ci ha condotto alla crisi in cui siamo, ci vuole un’altra idea di Europa e il rifiuto di norme che ci hanno imposto il fiscal compact e il pareggio costituzionale di bilancio.

Infine, non ci piacciono partiti personali né liste in cui si ricicla un ceto politico responsabile di molti danni alla sinistra italiana. Peccato. Ma le cose vanno viste per quello che sono, e la lucida consapevolezza, anche se spiacevole, è sempre meglio di illusioni a cui aggrapparsi per non accettare una realtà che non vorremmo. Solo da lì pensiamo che possa partire un’azione efficace alternativa al liberismo, al governo Monti e a chi lo ha sorretto. Noi, insieme a tante altre realtà di movimento, ci siamo.