Luigi Gaglio ha partecipato con una relazione intitolata “Il Cambiamento” al Simposio “Un Nuovo Umanesimo per una Nuova Civiltà” svoltosi al Parco di Studi e Riflessione di Attigliano dal 2 al 4 Novembre 2012.
Ingegnere libero professionista, specialista in varie discipline, ma in modo particolare in strutture, disastri, valutazioni ambientali, sicurezza nei cantieri. Nel 1985 fonda insieme a S. Puledda e B. Battaglia l’associazione ecologista pacifista “Futuro Verde”. Nel 1986 elabora con S. Puledda e I. Robinson una ricerca sui possibili disastri locali e planetari, ed i relativi sistemi di sopravvivenza. Nel 1996 si impegna politicamente e partecipa alla fondazione del Partito Democratico da cui si allontana nel 2011.  E’ socio del Centro Studi Umanista Salvatore Puledda.

 

Il Cambiamento: ma come dovrebbe essere questa Nuova Civiltà?

Una civiltà che possa essere considerata nuova ed umana rispetto alle precedenti non potrà che essere senza violenza e affinché ciò accada dovranno scomparire tutte le possibili discriminazioni, per tutti.


Salverebbe qualcosa di tutto ciò che è stato il nostro passato e che ci ha portato a vivere in questo Sistema attuale?

Il passato non si conserva perché non esiste e salvare ciò che non esiste é abbastanza strano e direi masochista, é come avere una casa vuota, e allo stesso tempo piena di “ora non più”; però essendo noi esseri umani storici, non possiamo estirpare da noi stessi le conseguenze del nostro passato, ma possiamo andare oltre, trasformando queste conseguenze in termini evolutivi. Noi siamo in grado oggi di parlare di cambiamento e di Sistemi solo grazie alla accumulazione storica dei cambiamenti precedenti ed agli enormi sforzi che l’essere umano ha fatto per evolversi.

Come si potrebbe generare questo cambiamento? ad opera di chi??

Stiamo parlando del cambiamento di una civiltà, e se conoscessi con assoluta certezza un metodo unico per un cambiamento globale, l’avrei già diffuso e attuato io per primo.

Ho però il sospetto che l’essere umano, in quest’eccezionale cambiamento epocale, non dispieghi tutte le sue potenzialità perché é frenato da timori ed incertezze che sono come dei piombi, di diverso peso, che lo ancorano al suolo, costringendolo a gesti scomposti in un improbabile decollo.

Chi riesce a superare la sofferenza personale sa che, per farlo, deve prima abbandonare molti timori, false speranze, desideri e soprattutto paure.

E qual’é l’uomo più coraggioso? se non quello che ha superato la paura della morte?

Chi può frenare il futuro di un uomo che non ha paura della morte?

Forse neanche la morte stessa, direi.

Non possiamo attenderci però che, di colpo, tutte le persone con il loro cambiamento conducano a quello globale.

La storia di un mondo che non esiste più ci ha insegnato che le civiltà si modificano per accumulazione di eventi e di idee, per la spinta di un numero limitato di persone in una sorta di clima creato da quell’accumulazione, direi energetica.

Saranno gruppi costituiti da un numero limitato di coraggiosi esseri umani, nel senso di come le ho detto poc’anzi, che avvieranno il cambiamento, magari iniziando da una piccola fabbrica, poi da un piccolo Stato per poi diffondersi a macchia d’olio.

Potrà essere un piccolo gruppo di giovani che occupa la piazza di una piccola città, che crea una cooperativa e che magari occupa Wall Street.

Chissà, magari il cambiamento é già iniziato.


Cosa le è piaciuto di questo evento? cosa pensa di aver dato e ricevuto con il suo intervento??

Sicuramente mi é piaciuto l’atto volontario di tutti gli importanti relatori intervenuti, che hanno lanciato la loro idea in uno spirito di collaborazione universale, come se in un altro punto del pianeta ci fosse qualcuno già pronto a ricevere e sviluppare i semi della conoscenza, cosa che poi si é rivelato reale grazie alle tecnologie informatiche offerte dagli organizzatori.

Naturalmente mi é piaciuta, appunto, tutta l’organizzazione, che ha espresso quanto di meglio era in grado di offrire.

Il tema da me affrontato era in effetti troppo vasto e importante per poter pensare di esaurirlo nell’arco di un intervento e non essendo un oratore, né uno scienziato, né tanto meno un saggio filosofo, ho tentato di sintetizzare al massimo per rimanere nei tempi prescritti, e spero solo che le mie parole abbiano spinto qualche giovane coraggioso ad impadronirsi senza paure del proprio futuro, per sé e per tutti.

Personalmente, anche grazie ai contatti ricevuti da parte di persone, presenti o che seguivano in streaming, interessate all’argomento, ho ricevuto una buona spinta a proseguire sul tema sociale e politico attivo, che avevo, a dire il vero, abbandonato.

So anche però che molti, stante i tempi ristretti per l’esposizione, hanno avuto difficoltà a comprendere tutti i risvolti presentati.

Gli aspetti storici, filosofici, scientifici, sociali e politici, di un tema come il cambiamento necessitano di una eccezionale sintesi, affinché le nuove generazioni possano integrarne rapidamente i significati

Questa sintesi mi affascina e proverò a scriverla, grazie proprio a questo Simposio.

 

Intervista a cura di Elena Fumagalli