[/media-credit] Paul Kagame, presidente del Rwanda

Egr. Presidente,

ho visitato recentemente il Rwanda grazie ad un permesso che i Suoi uffici m’ hanno accordato. Sono stato veramente sorpreso per lo “sviluppo accelerato”. Complimenti. Vorrei, tramite la presente, far conoscere ad un pubblico più esteso alcune politiche che Lei ha realizzato dal 1994 ad oggi.

1) Lei s’è sempre opposto all’arroganza francese che La riteneva responsabile dell’abbattimento dell’aereo il 6 aprile 1994 ove perse la vita il Presidente Juvénal Habyarimana. Confermo. Vidi personalmente l’allocazione nei pressi dell’aeroporto di Kigali sia delle postazioni FAR (Forze Armate Rwandesi) e sia dell’FPR (Fronte Patriottico Rwandese). Ricordo inoltre la presenza presso il campo di Kanombe delle FAR, pochi giorni prima l’abbattimento, istruttori militari europei. Non è infatti facile abbattere con due missili terra aria un velivolo in volo. La recente commissione ha finalmente decretato la verità: furono le stesse FAR.

2) È stata tolta la denominazione etnica dalle carte d’identità. Non solo. È vietato nominare qualcuno con l’etnia di appartenenza. Anzi. Vietato proprio nominare le etnie.

3) È stata abolita la pena di morte. Nel 2007 Lei ha ricevuto il premio “abolizionista dell’anno” da parte dell’Associazione radicale “Nessuno tocchi Caino”. Credo sia un passo importante nonostante permangano ampie violazioni dei diritti umani nelle carceri rwandesi.

4) Il Suo parlamento è l’assemblea politica, a livello mondiale, ove le donne sono maggiormente rappresentate. Un 50% rispetto all’11% dell’Italia, per esempio.

5) La corruzione in Rwanda, secondo le classifiche di Trasparency International, è scesa a livelli europei. Mi correggo; in Italia ve n’è di più. È il primo paese africano ad aver introdotto la rintracciabilità del denaro dal privato al pubblico. A tal proposito tutti i versamenti avvengono obbligatoriamente via banca. Questo è una delle condizioni più importanti per una delle 10 economie a maggior tasso di crescita al mondo.

6) È incredibile vedere come in 18 anni è migliorata la rete stradale. Eccellente con ottimo asfalto e marciapiedi che fungono da ciclabili in quasi tutto il Paese. Anche le strade secondarie in terra battuta hanno scoli per l’acqua piovana sempre puliti e drenanti. Anche nei lavori pubblici (costi – tempi) non v’è paragone con l’Italia ove una Salerno Reggio Calabria ha costi e tempi impossibili.

7) Non solo la riforestazione del Rwanda ma anche la pulizia, la raccolta rifiuti. Credo sia il primo paese al mondo a non permettere l’entrata nei propri confini dei famigerati sacchetti di plastica. Ciò viene a proteggere gli animali.

8) Sicurezza. Lei ha dispiegato il miglior esercito al mondo (Sue parole) 24 ore su 24 sul territorio. È venuta meno non solo la microcriminalità ma anche la criminalità organizzata. In Italia abbiamo 180.000 militari. Il maggior numero stanno in ufficio, in caserma o nei costosissimi circoli ufficiali con 5 regioni sequestrate dalle mafie che hanno bruciato le proprie foreste tutta l’estate.

9) Tutte le ong che ho incontrato mi hanno confermato che il rapporto con il personale nei ministeri è buono. Non solo dedicano la giusta attenzione ma anche rispondono alle pratiche in tempi celeri.

10) La Sanità, attraverso i Centri di Santè, è particolarmente vicina alla gente. Conta anche strutture di eccellenza.

11) Sono molte le scuole superiori e le Università che hanno standard d’insegnamento invidiabili da paesi avanzati come il Sudafrica. Condizione fondamentale per raggiungere gli obiettivi del millennio di cui, Lei, peraltro, è co-presidente.

12) Il Suo paese è stato tra i primi in Africa ad implementare internet a banda larga e le compagnie della telefonia mobile coprono tutta la nazione.

13) Ho visto i luoghi della memoria del genocidio. Ben tenuti. Ed ho visto interi villaggi ben costruiti per i sopravvissuti.

14) Il progetto del nuovo Hub (aeroporto internazionale) che Lei andrà a costruire nel Bughesera è avveniristico. Avrei preferito, personalmente, una politica modello Nhyerere con la risistemazione di tutte le scuole primarie ma so che Lei vuole lasciare un segno in Sua memoria.

Allora, Presidente, quando Lei liberò il Rwanda con il Suo esercito, vista la colpevole inettitudine della Comunità Internazionale inconcludente, parolaia, di parte ed irresponsabile, aveva solo 36 anni. Si servì anche di minorenni. Non mi scandalizzo. Questi giovani sono stati i liberatori; degli eroi.

Oggi Lei ne ha 54. Sarebbe interessante se sino alla scadenza del Suo mandato (2017) potesse affrontare i nodi che rimangono irrisolti con la stessa Comunità Internazionale. Se Lei non affronta queste contraddizioni il rischio è una tensione permanente come per il conflitto Israelo- palestinese. A tal proposito i senatori del Sud – Kivu “riuniti al Palazzo del popolo di Kinshasa, sede del parlamento, hanno chiesto la costruzione di un muro al confine col Ruanda, lungo una frontiera porosa, dove transitano gruppi, ribelli e armi”. Vediamo, quindi, alcune di queste contraddizioni:

1. Già nel 2003 gli osservatori europei denunciarono irregolarità alle prime elezioni parlamentari multipartitiche ove il Fpr ottenne la maggioranza assoluta in parlamento. Le ultime elezioni Le ha vinte con il 97% dei consensi. Percentuale un po’ imbarazzante.

2. Nel febbraio 2008 un giudice spagnolo ha spiccato 40 mandati di cattura contro ufficiali del Suo esercito, accusandoli di genocidio, terrorismo e crimini contro l’umanità, e Lei l’ha “mandato all’inferno». Lei sa bene che il triennio 2004-2007 è stato terribile e silenziato. Io personalmente ho perso molti amici innocenti, causa tortura, nelle Sue carceri. Non sarebbe forse il caso di fare un po’ più di luce su quanto accaduto?

3. Sempre nel 2008 un rapporto Onu accusa il Rwanda e l’Rd Congo di sostenere i ribelli tutsi nell’est dell’Rd Congo. Oggi la Comunità Internazionale La accusa di sostenere i ribelli M23. Lei ha negato sia allora che oggi. Eppure il Col. Makenga, intervistato da Rwanda dispatch, alla domanda se riceve aiuti militari dal Rwanda risponde con un “Not at all” che da noi significa “non del tutto”. Tradotto dal politichese è Si.

4. Nel 2010 la leader dell’opposizione, Victoire Ingabire Umuhoza, ha voluto competere contro di Lei nelle elezioni di agosto ma è stata arrestata; poco dopo, anche il suo avvocato finisce in prigione. Inoltre il Suo ex alleato Faustin Kayumba Nyamwasa, appena divenuto suo oppositore, è ferito in una sparatoria in Sudafrica, dove vive in esilio. Bernard Ntaganda, candidato del Partito socialista Imerakuri e André Kagwa Rwisereka, leader dei Verdi, sono arrestati prima delle elezioni; viene ucciso il giornalista Jean-Léonard Rugambage; nel luglio dello stesso anno viene arrestata Agnes Uwimana Nkusi, che ha chiesto chiarezza sulla morte di Rugambage sul suo giornale. Molti suoi oppositori si trovano in esilio in Sudafrica compresi alti ufficiali del Fpr ed alti dirigenti dello Stato. Lo stesso Théogène Rudasingwa, già Vostro direttore di gabinetto è in esilio. Pur comprendendo che Lei non è favorevole all’attuazione di una Democrazia d’ispirazione occidentale può convenire che il suo agire sul piano politico non è dei più inclusivi.

5. Un rapporto dell’Onu datato ottobre 2010 dichiara che gli attacchi delle Sue forze rwandesi contro i civili hutu rifugiati nell’Rd Congo, se confermati, sarebbero da considerare “genocidio”. Inoltre il generale Laurent Nkunda, su cui pende un mandato di arresto internazionale, si trova al sicuro in Rwanda ove sembra godere di “alte” protezioni. Noi non sappiamo quanto alte ma sarebbe interessante se Lei potesse aiutare la Comunità Internazionale consegnando un criminale di guerra che nulla ha a che vedere con il rigore dei Suoi alti ufficiali.

6. Nel novembre 2011 il Rwanda restituisce all’Rd Congo 82 tonnellate di metalli preziosi rubati dalle sue forze militari. Nella Rd Congo vi sono ancora molti soldati rwandesi. Bisognerebbe assicurare la Comunità Internazionale che non sono dediti alla rapina di metalli preziosi permettendo l’arrivo di osservatori stranieri.

7. Nel 2011 Bernard Ntaganda, leader dell’opposizione, è accusato di fomentare le tensioni etniche e venne condannato a 4 anni di prigione. Diversi gruppi di diritti umani hanno criticato questa limitazione dell’attività politica.

8. Lei ha sciolto, nel 2012, i gacaca (tribunali tradizionali) dopo 10 anni di attività; molti ritengono, infatti, che queste corti non hanno mai raggiunti gli standard internazionali richiesti; il Suo governo dichiara che il 65% dei circa 2 milioni di persone processate sono state giudicate colpevoli. Ne è certo che se fossero state le Corti dello Stato del Rwanda la percentuale non sarebbe stata superiore? Non le sembra, a tal proposito, di aver sciupato un’occasione per l’elaborazione del conflitto?

Con il massimo rispetto e riconoscenza.

Fabio Pipinato

inviato di Unimondo in Rwanda.

Lettera tradotta in inglese e spedita alla Presidenza della Repubblica del Rwanda