1. Cos’è la Trident Juncture 2015?

La Trident Juncture 2015, nota anche come TJ15, è un’esercitazione militare Nato condotta dal 3 ottobre al 6 novembre che coinvolge forze aeree, terresti e navali oltre che a forze speciali.

  1. Quali paesi vi partecipano?

L’esercitazione vede la partecipazione dei 28 paesi dell’Alleanza Atlantica, oltre a 9 paesi partner e 18 nazioni osservatrici. Partecipano inoltre nazioni come l’Australia, l’Ucraina, l’Austria, la Svezia, la Finlandia, la Bosnia Erzegovina e la Macedonia.

  1. Dove si svolgono le esercitazioni militari? 

La TJ15 ha luogo su 16 locations e le esercitazioni di campo si svolgono essenzialmente in Italia, Spagna e Portogallo; alcune operazioni saranno condotte anche nell’Oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo. Il nostro paese è toccato dalle esercitazioni nelle seguenti regioni: Sardegna (Teulada e Decimomannu), Sicilia (Trapani), Emilia-Romagna (Poggio Renatico).

  1. Come è organizzata tale esercitazione?

Sono previste due grandi fasi. La prima, quella dal 3 al 16 ottobre definita CPX (Command Post Exercise) e la seconda denominata LIVEX (Live Exercise) che si tiene dal 21 ottobre al 6 novembre. Mentre la prima fase è prettamente strategica e intende verificare gli elementi di comando e controllo della NRF (Forza di Reazione Rapida) della Nato, la seconda intende testare dal vivo la capacità e l’abilità delle forze armate e l’utilizzo delle unità militari sul territorio.

  1. Quali forze e che mezzi sono dispiegati per la TJ15? 

La TJ15 coinvolge 36.000 effettivi provenienti da 30 paesi, 230 reparti, oltre 60 navi, 7 sottomarini e 140 aerei da guerra.

  1. Chi coordina tale esercitazione militare? 

A guidare l’esercitazione è il Generale Hans-Lothar Domröse, Comandante del Comando Interforze Alleato (JFC) di Brunssum.

  1. Qual è lo scenario dell’esercitazione TJ15?

L’esercitazione mira a simulare la necessità di un intervento delle forze Nato per arrestare l’attacco e l’invasione di un paese amico. Più precisamente viene simulato un conflitto in atto nel territorio fittizio della Cerasia Orientale dove una nazione invade un paese confinante più piccolo e minaccia di invaderne un secondo. In tale contesto, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU autorizza una Missione Internazionale di Supporto della NATO, con l’obiettivo di proteggere i paesi minacciati e consentire allo stesso tempo la libera navigazione; la TJ15 è di fatto l’esecuzione di quest’ultima missione.

  1. Qual è la finalità militare di tale operazione? 

TJ15 mira a testare la capacità di coordinamento tra varie forze della Nato e la capacità di reazione e di rapidità d’azione di fronte a situazioni come quella che si simula. In breve vuole mettere alla prova la Forza di Reazione Rapida (NRF) della Nato, al fine di proteggere i partner e i loro interessi e fronteggiare sfide provenienti da Sud e da Est.

  1. Qual è il costo della TJ15? 

Il costo dell’intera operazione non è sinora mai stato comunicato e quindi resta segreto. Si stima che si aggiri intorno a parecchi miliardi di dollari.

  1. Cosa contraddistingue la TJ15 da altre esercitazioni simili della Nato, a parte il gigantesco dispiegamento di forze di tale addestramento? 

Per la prima volta la Nato ha invitato ad assistere alle operazioni anche le industrie produttrici di armi e di soluzioni tecnologiche per la Difesa. L’obiettivo è quello di coinvolgere il produttore e integrarlo nel processo militare, ai fini di accelerare l’innovazione dell’industria mettendola così facendo in condizione di rispondere sempre meglio alle necessità belliche. D’altro canto, la TJ15 lancia l’idea della cooperazione tra società civile e forze armate. Alla Trident Juncture 2015 partecipano così una dozzina di organismi internazionali e governativi, oltre a delle ONG.

Perché #iononsonoNato?

Perché una simile esercitazione, nella sua fase LIVEX, prevede in Sardegna dei veri e propri atti bellici con utilizzo di ordigni e di armamenti pesanti che hanno ovvie e drammatiche conseguenze per la popolazione, per gli altri esseri viventi e per il territorio.

Perché considerata l’alta tensione internazionale di questo momento storico e le relazioni tra Russia e USA, si può far presto a trasformare un’esercitazione in un reale intervento militare.

Perché i poteri forti che governano il mondo non possono muoversi senza limiti di budget quando si parla di armi e  guerre (di oggi e di domani), mentre programmano piani di austerità decennali per le popolazioni, con lo scopo di impoverire materialmente e culturalmente le menti e di dividere le persone con la peggiore delle armi, la paura.

Perché con la vita degli esseri umani non si può giocare come al Risiko.

Perché #sonounnonviolento.

Perché #iononsonoNato per le armi.

Perché #iononsonoNato per le bombe intelligenti.

Perché #iononsonoNato per le guerre.

Perché #iononsonoNato per uccidere.

Perché #iononsonoNato per nuocere alla salute di altri esseri viventi.

Perché #iononsonoNato per contaminare e distruggere il pianeta.

Perché #iononsonoNato per invadere gli altri, ma per accoglierli e rispettare la loro identità e la loro dignità.