Il Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua si fa portavoce di un nuovo importante obiettivo: garantire, entro il 2020, il diritto umano all’acqua e ai servizi igienici per tutti e l’attuazione del riconoscimento del diritto umano all’acqua della risoluzione delle Nazioni Unite del luglio 2010. Lo strumento necessario per garantire questo diritto essenziale è un trattato di diritto internazionale, firmato dagli Stati, che definisca a livello sostanziale e procedurale, come raggiungere questo diritto.

La proposta è stata lanciata il 21 maggio in occasione del Convegno “Water, Energy, Food (The Nexus approach)” promosso dalla Cooperazione italiana presso la Cascina Triulza a Milano.

L’obiettivo della campagna, sostenuta anche da Mani Tese, Ce.Vi. e Cospe è quello di individuare, attraverso la mobilitazione dei cittadini, delle reti internazionali, dei movimenti sociali, ONG e associazioni, un gruppo di Stati e istituzioni disposti ad avviare negoziati per un secondo protocollo al Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e culturali che definisca le modalità di realizzazione di un “diritto umano all’acqua e ai servizi igienico‐sanitari”.

“E’ necessario chiedere ‐afferma Rosario Lembo Presidente di Cicma‐ alla comunità internazionale di stabilire norme giuridicamente vincolanti per il diritto all’acqua per realizzare la risoluzione (64/292 luglio 2010), che ha sancito che ‘il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienici è un diritto umano essenziale per la qualità della la vita e l’esercizio di tutti i diritti umani’. Si è susseguita poi la risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani (15/09 settembre 2010), che afferma che ‘il diritto fondamentale all’acqua e ai servizi igienicosanitari è associata al diritto ad un adeguato standard di vita ed è indissolubilmente legata al miglioramento della salute fisica e mentale e dei servizi igienico‐sanitari come un diritto alla vita e alla dignità’ e sancisce (art. 8, comma a) che spetta agli Stati in prima istanza, la responsabilità di garantire il pieno esercizio di tutti i diritti dell’uomo. Dopo cinque anni non vi è ancora stata alcuna attuazione concreta, mentre l’urgenza di sancire i diritti umani attraverso strumenti giuridici internazionali nell’attuale processo di globalizzazione è una priorità”.

In questo momento la campagna è anche uno strumento importante per difendere un diritto fondamentale come quello all’acqua e contrastare le minacce ai diritti umani provenienti da trattati internazionali, come TTIP, CETA, l’EPA, che mirano ad influenzare la sovranità degli Stati e limitare le restrizioni imposte dalle leggi nazionali, anche costituzionali, in difesa dei diritti umani sanciti la Dichiarazione delle Nazioni Unite.

La campagna WaterHumanRightTreaty è quindi una proposta di azioni aperte al contributo e alla condivisione di movimenti, reti, comitati impegnati nella difesa dell’acqua e dei diritti umani che vogliono contrastare il processo di accaparramento e la finanziarizzazione dei beni comuni e vogliono sottrarre alle multinazionali e al libero mercato, la “governance” dei beni comuni del nostro pianeta.

 Maggiori informazioni su: www.waterhumanrighttreaty.org