Quattro esponenti della Rivoluzione degli Ombrelli del 2014 sono stati eletti al Parlamento di Hong Kong. Tra loro lo studente Nathan Law, uno dei leader della protesta che due anni fa aveva occupato per oltre due mesi il centro della città ed era costata l’arresto a lui e ad altre centinaia di attivisti.

Il 15 agosto di quest’anno Nathan Law è stato condannato a 1200 ore di lavoro nei servizi sociali per “assembramento illegale”. Ora entra nel palazzo che ha assediato per più di due mesi.

Nel settembre 2014 un fiume di gente, soprattutto giovani studenti, aveva occupato pacificamente il centro  di Hong Kong con tende e materassini, avanzando richieste come il suffragio universale e la possibilità di votare candidati che potessero presentarsi liberamente e non fossero scelti e imposti dalla Cina. La polizia aveva reagito con lacrimogeni e cariche e i giovani avevano risposto tirando fuori ombrelli e occhialoni per ripararsi e scrivendo sugli ombrelli: “Non abbiamo bisogno dei lacrimogeni… stavamo già piangendo”.

Una protesta nonviolenta e creativa,  simile a quella di Zuccotti Park a New York, Gezi Park a Istanbul e Puerta del Sol a Madrid, finita con sgomberi e arresti, che ora riemerge entrando direttamente nel campo politico.

I giovani neo-eletti riusciranno a portare nelle istituzioni le istanze di quel movimento? I prossimi tempi lo diranno.