Il 22 dicembre 2025 è arrivata la sentenza definitiva di archiviazione da parte del Gip Corrado Schiaretti della denuncia che la Coabi aveva rivolto nel 2023 a Linda Maggiori, giornalista faentina e attivista di Faenza Eco-logica, per i reati di calunnia, diffamazione aggravata, simulazione di reato e associazione a delinquere.
Il caso risale alla primavera del 2023 quando la Coabi iniziò i lavori nell’orto della Ghilana, abbattendo dei ruderi. Il progetto prevedeva non solo la ricostruzione di villette al posto dei ruderi, ma anche la lottizzazione della zona verde e incolta, totalmente allagata nel maggio 2023. Come Faenza eco-logica ci siamo opposti fin dal 2020 ad ogni progetto di cementificazione di quell’area verde insieme a Extinction Rebellion e altre associazioni. Nel 2024 il Comune ha infatti ritirato il permesso di costruire nell’area, almeno per la parte che riguarda le villette ex novo, (garantendo invece la ricostruzione dei ruderi e la ristrutturazione della villa Ghilana).
Nell’aprile 2023 con le volontarie dell’associazione Centro Recupero Ricci “La Ninna” che tutela i ricci e la consulenza del dottor Massimo Vacchetta (veterinario esperto di ricci), chiedemmo di posticipare i lavori di demolizione di due ruderi per aspettare la fine del letargo dei ricci. La ditta invece proseguì con la demolizione.
Al ritrovare di alcuni ricci morti sotto le macerie, e di fronte alle nostre proteste, Linda Maggiori è stata accusata pubblicamente dalla Coabi di reati molto gravi quali simulazione di reato, associazione a delinquere, calunnia e diffamazione aggravata. Il PM ha chiesto ben presto l’archiviazione, ma la Coabi ha fatto opposizione.
Il 22 dicembre 2025 anche il Gip ha disposto l’archiviazione del procedimento, visto che i reati sono “insussistenti” e le accuse palesemente infondate. In particolare per quanto riguarda il reato di diffamazione il Gip scrive: “Dagli atti di indagine emerge cristallinamente come il parere della indagata nei confronti della cooperativa sia estremamente critico, essendo la stessa fermamente contraria alle operazioni di demolizione e di edificazione programmate in quel sito” scrive il Gip “D’altra parte, però, un parere critico non può di per ciò solo costituire il fondamento di una incolpazione per il delitto ex art. 595 c.p.(diffamazione aggravata), essendo invece necessario, per pacifica e granitica giurisprudenza, un contemperamento tra le esigenze di tutela dell’onore della persona offesa e l’esercizio del diritto di critica e di cronaca, costituzionalmente garantiti. Nel caso di specie, il parametro di interesse pubblico è certamente presente, trattandosi di una vicenda inerente alla tutela degli animali e, potenzialmente, degli stessi cittadini faentini, per gli effetti che quella porzione di terreno, sgombra da opere edificatorie, manterrebbe in caso di alluvione. Nel caso di specie, è indubbio che gli interessi in gioco siano tali da giustificare le espressioni di critica, seppur certamente colorite e accese”. Il Gip sottolinea infine “la insussistenza dell’accusa di avere dato vita a una associazione per delinquere, fattispecie, del resto, condivisibilmente non ravvisata dal P.M”.
La Coabi ha però nel frattempo intentato contro Linda Maggiori perfino una causa civile, chiedendole oltre 50.000 euro. “Un’ennesima e assurda querela temeraria nei miei confronti è caduta. Questo è quello che succede in Italia: giornalisti e attivisti scomodi vengono posti sotto pressione, intimiditi con querele temerarie, accuse infondate, per fiaccare la loro volontà e impedire che continuino a testimoniare e protestare. Ringrazio Ossigeno per l’informazione che mi ha aiutato anche in questa causa sostenendo le spese legali, e l’avvocato Andrea Di Pietro, del foro di Roma” conclude Linda Maggiori.










