«Ho percorso oltre 11.000 chilometri per essere qui con voi. Perché? Sono stato attirato qui da una luce che brilla nell’oscurità. La luce di Öcalan e del Movimento di liberazione curdo. Una luce di speranza. Speranza contro l’oscurità del mondo…». È cominciato così lo splendido intervento di John Holloway alla Conferenza internazionale sulla pace e la società democratica, promossa a Istanbul, il 6 e 7 dicembre, dal DEM, il partito curdo che sostiene Öcalan e l’attuale processo di pace. Una due giorni, secondo alcuni forse troppo concentrata sulla riforma dello Stato e poco su quello che Öcalan chiama “confederalismo democratico”.

Ma il movimento curdo è oggi attraversato, tra inevitabili contraddizioni da comprendere e rispettare, da almeno due grandi questioni: il desiderio di una vera pace, dopo migliaia di morti e dopo oltre trent’anni di carcere per tantissimi prigionieri politici; la determinazione a realizzare una trasformazione profonda della società, una società organizzata non con le logiche tradizionali dello stato ma su base comunitaria (“confederalismo democratico”). Di certo, il movimento curdo, come quello zapatista e migliaia di altri gruppi nel mondo, è “un movimento molto speciale che brilla di una luce speciale, la luce della dignità, della rabbia della dignità contro l’oscurità…”

Ho percorso oltre 11.000 chilometri per essere qui con voi. Perché?

Sono stato attirato qui da una luce che brilla nell’oscurità. Una luce così brillante che può essere vista a oltre 11.000 chilometri di distanza. La luce di Öcalan e del Movimento di liberazione curdo. Una luce di speranza.

Speranza contro l’oscurità del mondo. Contro l’oscurità di un mondo così crudele che lo stato turco ha tenuto un uomo in isolamento in prigione per più di venticinque anni, semplicemente perché ha dedicato la sua vita a lottare per la libertà: lo stato turco si porta addosso la vergogna internazionale per ogni giorno che viene tenuto in prigione. Un mondo così crudele che può sopportare mentre lo stato israeliano uccide e uccide e uccide e uccide bambini, donne e uomini palestinesi. Un mondo governato dal denaro dove ogni aspetto della vita è plasmato dal desiderio di aumentare il denaro, di generare profitto. Un mondo che si sta distruggendo, un mondo in cui noi umani abbiamo fatto della nostra stessa estinzione un pericolo reale e urgente. Un mondo in cui il denaro non ha mai manifestato il suo potere in modo così forte e volgare. Il mondo di oggi è un posto molto, molto buio.

Ecco perché è così importante rallegrarsi delle luci che brillano nell’oscurità, dei movimenti che vanno nella direzione opposta, contro il crudele dominio del denaro. Per me, in questo momento, ci sono due grandi luci nel cielo. Una è il Movimento di liberazione curdo, l’altra è il movimento zapatista in Messico. Ma se guardiamo più da vicino, vediamo che ci sono migliaia, probabilmente milioni di gruppi che spingono in direzioni simili. Stiamo tutti cercando di creare una luce contro l’oscurità, stiamo tutti cercando di reclamare il mondo, il nostro mondo, dal dominio omicida del denaro, per riprendercelo prima che sia troppo tardi. Ecco perché il movimento curdo e il movimento zapatista sono così importanti per noi che non siamo né curdi né indigeni: perché la loro forza e le loro idee ci danno il coraggio di continuare a lottare per un mondo basato sul riconoscimento della dignità umana.

Non sto dicendo che questi movimenti siano perfetti: come ogni movimento, hanno le loro contraddizioni e le loro tensioni interne. Ma hanno almeno cinque caratteristiche centrali nell’attuale flusso globale di resistenza e ribellione: sono anticapitaliste, antistataliste, antipatriarcali, antiecocide e antinazionaliste.

Innanzitutto, anticapitaliste, in opposizione al dominio del capitale, espresso in modo più evidente nel dominio del denaro. Capitale è il nome che diamo a una forma di coesione sociale in cui le relazioni sociali si stabiliscono attraverso lo scambio di merci, cioè essenzialmente attraverso il denaro, una forma di coesione sociale che si basa necessariamente sullo sfruttamento della stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Questa forma di coesione sociale genera una dinamica violenta che ci sta distruggendo. L’unico modo per superare questa dinamica di distruzione è sviluppare, contro il capitale, una diversa forma di coesione sociale, una comunizzazione, un’unione che sia comunitaria. Sia il movimento curdo che gli zapatisti hanno sviluppato questa comunizzazione in larga misura nella loro pratica.

In secondo luogo, anti-stataliste. Lo stato, come forma di organizzazione, non potrà mai essere nostro. A differenza del comune, esclude le persone affidando le decisioni a un numero selezionato di persone. È legato all’accumulazione di capitale. Inoltre, lo stato, qualsiasi stato, è profondamente razzista, semplicemente perché si basa sulla discriminazione tra i suoi cittadini e il resto della popolazione mondiale. Cosa questo significhi in termini di violenza quotidiana e omicidi di massa sta diventando sempre più chiaro. Lo stato è una forma violenta di organizzazione, mentre il comune non lo è. Lo stato è un dire, un comandare, mentre il comune è un dibattere, un discutere e un giungere a una conclusione condivisa. Lo stato, come forma organizzativa, porta alla guerra, il comune alla pace. Una pace significativa deve essere costruita sulla trasformazione sociale.

In terzo luogo, anti-patriarcale. Ôcalan ha ragione quando dice che la schiavitù delle donne è la schiavitù più antica del mondo. Sia il Movimento di liberazione curdo che gli Zapatisti hanno posto la trasformazione del ruolo delle donne nella società al centro della loro lotta. Senza di essa non può esserci libertà. Ciò significa la trasformazione radicale del nostro modo di vivere e di relazionarci gli uni con gli altri, la creazione di un mondo basato sul reciproco riconoscimento della dignità di tutte le persone.

In quarto luogo, anti-ecocida. Il capitalismo è profondamente ecocida, basato sulla distruzione e sullo sfruttamento di altre forme di vita e di tutta la natura che ci circonda ed è essenziale per il nostro benessere e per la nostra stessa vita. Per sopravvivere, dobbiamo recuperare e sviluppare un rapporto armonioso con la natura. Anche questa è una caratteristica centrale del movimento curdo, di quello zapatista e di migliaia di altri movimenti in tutto il mondo.

E in quinto luogo, anti-nazionalista. Questo è importante perché il nazionalismo è sia l’aspetto più violento dell’oppressione capitalista quotidiana, sia la forza che più di ogni altra ha contribuito a spezzare le lotte popolari per un mondo migliore. Sia gli Zapatisti che il movimento curdo hanno proclamato il loro anti-nazionalismo. Gli zapatisti hanno da tempo abbandonato l’idea di liberazione nazionale e proclamano che “la lotta per l’umanità è globale… la lotta per l’umanità è in ogni luogo e in ogni momento”. E Öcalan esprime magnificamente il suo rifiuto non solo del nazionalismo, ma di qualsiasi forma di identitarismo quando afferma: “La libertà nel vero senso della parola è la trascendenza della distinzione tra noi e gli altri”.

La sua grande luce splende nel cielo scuro, ecco perché ho viaggiato per 11.000 chilometri. Ma cosa ho trovato? Persone molto simpatiche, certo, ma, con la notevole eccezione della lettera di Öcalan, ieri non si è praticamente parlato di anticapitalismo, antistatalismo, antipatriarcato, antiecocidio, antinazionalismo. Posso rispettare i movimenti catalano, basco e irlandese, e comprendo persino l’interesse per la trasformazione del Sudafrica dalla brutalità dell’apartheid a una delle società più violente, corrotte e inique del mondo. Ma questi non sono i movimenti di radicale trasformazione sociale che entusiasmano le persone in tutto il mondo come sta facendo il movimento curdo. Tutti ieri hanno parlato di pace, ma come un accordo legale, non come un processo di trasformazione sociale[1].

Quindi mi restano due opzioni. Una è tornare a casa e dire: “Bella gente, ma è stato tutto un errore, questa non è la luce che mi aspettavo di vedere. Abbandoniamo il nostro gruppo di lettura su Öcalan e il corso che ho intenzione di tenere insieme ad Azize Aslan e Sergio Tischler su “Comune contro lo Stato: Curdi e Zapatisti”. Ma non posso farlo. Quello che ho letto e sentito sul Rojava, quello che ho letto su Öcalan, il mio coinvolgimento con l’Accademia Curda di Scienze Sociali di Eindhoven, in Olanda: tutte queste cose non me lo permetteranno.

L’altra possibilità è rivelare la mia vera identità. Contrariamente alle apparenze, non sono un professore, sono davvero una fata madrina. Credo che gli organizzatori lo abbiano capito quando mi hanno invitato. Come fata madrina invitata a una conferenza, ho l’obbligo di esprimere un desiderio per il movimento che mi ha invitata. E il mio augurio è questo: in tutti i difficili, dettagliati e importanti negoziati che si stanno svolgendo con lo Stato turco, che sostengo pienamente, desidero che non vi deradicalizziate, che non dimentichiate mai quanto siete speciali, che comprendiate che per noi che viviamo in Messico e in tutto il mondo, il movimento curdo è un movimento molto speciale che brilla di una luce speciale, la luce della dignità, della rabbia della dignità contro l’oscurità. Per questo ho volato via mare e via terra fino a Istanbul. Per questo, sono venuto a esprimere il mio entusiastico sostegno a Öcalan, al Movimento di Liberazione Curdo e al processo di pace.


Intervento nel secondo giorno della Conferenza internazionale sulla pace e la società democratica, Istanbul, 6/7 dicembre 2025, organizzata dal DEM, il partito curdo che sostiene Öcalan e l’attuale processo di pace.

[1] Il primo giorno della conferenza, sono stati presentati interventi sul processo di pace in Catalogna, Paesi Baschi, Irlanda e Sudafrica.

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