É di Leonardo spa il nuovo sistema avanzato di difesa integrata Michelangelo Dome, basato sull’Intelligenza Artificiale. Michelangelo Dome è progettato per uno scenario di guerra globale moderna. Uno scudo multi-livello, dinamico, interoperabile con gli standard NATO e progettato per individuare e neutralizzare minacce che vanno dal missile ipersonico al micro-drone improvvisato.
Un progetto che travalica la tecnologia per giocare d’anticipo sull’agenda politica e industriale dell’Italia, e dell’Europa. Un sistema complesso che integra sensori terrestri, navali, aerei e spaziali di nuova generazione, piattaforme di cyber defence, sistemi di comando e controllo, intelligenza artificiale ed effettori coordinati.
L’intento è quello di creare una cupola dinamica capace di individuare, tracciare e neutralizzare minacce missilistiche e ondate di droni. Il paradigma è quello di automatizzare la risposta escludendo la volontà dell’uomo, guadagnare minuti e secondi per rendere più efficace la risposta.
Il progetto della difesa aerea Michelangelo Dome è uno strumento di guerra elettronica e di intelligenza artificiale pensato per rispondere in modo velocissimo a minacce con missili ipersonici che possono arrivare a 6 km al secondo, difficilmente intercettabili con gli attuali sistemi di difesa.
La guerra in Ucraina ha affinato il potenziale bellico della Russia. Con attacchi massicci di centinaia e centinaia di droni civetta, seguiti prima da un centinaio di droni bombardieri e infine da decine di missili ipersonici, l’esercito della Federazione Russa quotidianamente “buca” il sistema difensivo targato NATO e USA. Con poche migliaia di dollari (il costo dei droni) si neutralizzano i missili antiaerei occidentali che hanno un costo di milioni di dollari.
Per sponsorizzare il mega progetto di scudo spaziale il patron della Leonardo spa Roberto Cingolani è sceso direttamente in campo con l’intento di incutere terrore e preoccupazione, paventando l’imminente scoppio di un conflitto con il “nemico”. Secondo la tesi di Cingolani bisogna investire ingenti cifre del bilancio statale per sostenere il riarmo e adeguare la “difesa” alla guerra moderna del XXI secolo.
Intervenendo sia in televisione che sulla carta stampata Roberto Cingolani chiarisce bene che Michelangelo Dome è in grado di anticipare comportamenti ostili, del “nemico”, accelerando notevolmente in modo automatico la risposta operativa. La Leonardo spa in questo modo, con questo progetto, consolida il proprio ruolo come riferimento europeo nella sicurezza multi-dominio e contribuisce agli obiettivi di autonomia strategica, resilienza tecnologica e integrazione delle capacità difensive europee.
Cingolani senza alcun pudore ha dichiarato: “Sono in conflitto di interesse, ma vi dico chiaramente che se c’è un momento in cui bisogna investire sulla difesa, è questo, perché non sta finendo la guerra, sta iniziando la guerra nuova”. “I prossimi anni di pace apparente potrebbero essere gli anni necessari a chi attacca da sempre per sviluppare armi che sono difficili da neutralizzare.
Michelangelo Dome nasce proprio dall’esigenza di proteggere infrastrutture critiche, aree urbane sensibili, territori e asset di interesse nazionale ed europeo, attraverso una soluzione modulare, aperta, scalabile e multi-dominio. Con Michelangelo Dome, Leonardo conferma il proprio impegno a sviluppare soluzioni che proteggono cittadini, istituzioni e infrastrutture, unendo tecnologia avanzata, visione sistemica e capacità industriale”.
Ma non è tutto. Cingolani guarda avanti e aggiunge: “Abbiamo pensato che fosse importante fare un’analisi di quello che ci prospetta il futuro e presentarvi un modello che noi riteniamo importante per la sicurezza, innanzitutto, dell’Italia e poi dell’Europa e probabilmente della Nato per i prossimi anni. In un mondo in cui le minacce si evolvono rapidamente e diventano sempre più complesse, dove difendere costa più che attaccare, la difesa deve saper innovare, anticipare e aprirsi alla cooperazione internazionale.” In modo sempre più spudorato Roberto Cingolani aggiunge: “…la pace ha un costo”,
“l’investimento del futuro sarà garantire una società sicura”. “A livello europeo ci siamo proposti come catalizzatori di alleanze, stiamo parlando con i nostri colleghi americani perché se le cose non si fanno insieme, sotto l’ombrello Nato, nessuno ce la farà da solo. Tutto questo è fatto per difenderci, non per attaccare altrimenti ci sterminano”.
Per cominciare ad allestire Michelangelo Dome, Roberto Cingolani prevede che le casse dello Stato dovranno sborsare la cifra di 200 miliardi. Michelangelo Dome avvierà i primi test nel 2026-2027, integrandosi progressivamente con gli assetti esistenti, per poi allargarsi ai nuovi sistemi nel 2028-2029. La prima operatività è prevista già a fine 2027: un’entrata in scena anticipata rispetto alla conclusione del progetto.
Nel chiedere centinaia di miliardi di euro per la Leonardo spa, Roberto Cingolani agita lo spauracchio della possibilità che una minaccia ipersonica del “nemico” raggiunga una capitale europea “in tre o quattro minuti”. Con un preciso lugubre messaggio: l’Europa non può più considerarsi al riparo.
L’allarme reiterato – “se no ci sterminano” – è congeniale alla richiesta dell’aumento degli investimenti nella difesa, sottolineando che “la pace non è gratuita”.
Il capitano dell’industria bellica italiana in questo modo detta il calendario della spesa alla classe politica. E, nel dettare il calendario della spesa, il patron della Leonardo è supportato dai menestrelli della stampa di regime che in modo irresponsabile parlano di nemico alle porte e di guerra inevitabile, cercando così di rendere naturale la scelta di deviare centinaia di miliardi di euro verso i sistemi bellici togliendoli alla spesa sociale. Il mantra che viene recitato è chiaro e devastante: se volete conservare la “civiltà occidentale” occorre fare sacrifici, e investire sempre di più negli armamenti per rendere il nostro Paese competitivo a livello bellico.
Il richiamo all’amor patrio, alla difesa del nostro modo di vivere nasconde i veri interessi che sono gli investimenti miliardari nell’industria bellica e in particolare diretti verso la Leonardo spa.










