Come dal settembre 2001 ogni mercoledì, nell’odierno – 12 novembre – alle 18 i pacifisti genovesi si sono radunati in piazza De Ferrari del capoluogo ligure e per un’ora hanno manifestato senza gridare, senza ‘far chiasso’ o clamore. Per l’occasione si è unito a loro Mauro Armanino. Successivamente, venerdì 14 novembre, il gruppo parteciperà al presidio di fronte alla sede cittadina della Leonardo SpA.

1224ª ORA IN SILENZIO CONTRO LA GUERRA

Il genocidio del popolo palestinese parte anche da Genova

L’industria Leonardo SpA si trova nel ponente genovese a meno di 30 minuti in auto da piazza De Ferrari [dove manifesta il gruppo di attivisti NdR].

L’industria Leonardo produce armamenti che vengono esportati in tutto il mondo.

Anche in Israele, che li usa nel genocidio del popolo palestinese.

Quando ci opponiamo all’industria degli armamenti ci sentiamo spesso rispondere che costruire mitragliatrici, aerei da combattimento, carri armati “dà lavoro”… Osserviamo che anche la scuola dà lavoro. Anche l’arte dà lavoro. Anche la manutenzione del territorio dà lavoro. Ma l’industria militare dà enormi profitti; ed il suo fatturato cresce ogni volta che la situazione internazionale diventa più instabile.

Nel 2024 Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo SPA, ha guadagnato 1 MILIONE di euro + 897˙000 € di “bonus ed altri incentivi, + 30˙000 € di “benefici non monetari”, + 445˙000 € “fair value dei compensi equity”. Totale 2˙372˙000 € (fonte: https://www.leonardo.com/…/corporate…/remuneration).

Compensi nemmeno lontanamente paragonabili a quelli dei lavoratori e delle lavoratrici, ai quali esprimiamo il nostro rispetto, la nostra solidarietà ed il nostro impegno per la riconversione nel civile dell’industria bellica e per il rispetto della Legge 185, che vieta di esportare armi ai paesi in guerra o colpevoli di violazioni dei diritti umani.

Non in mio nome, non col mio lavoro

Venerdì 14 novembre alle h 16 saremo di fronte alla sede genovese della Leonardo SpA (via Pieragostini 80) per esigere:
– lo stop immediato di forniture di materiale bellico ad Israele da parte di Leonardo SPA e società controllate;
– la sospensione degli accordi per la fornitura di articoli a duplice uso, sia militare che civile;
– la sospensione di tutti gli accordi commerciali e delle relazioni di investimento con istituzioni israeliane, start-up, università ed enti di ricerca direttamente o indirettamente coinvolti nelle operazioni militari israeliane contro la popolazione palestinese.

• Associazione culturale Liguria Palestina
• Ora in silenzio per la pace di Genova
• Sanitari per Gaza
• Ultima generazione Genova

MAURO ARMANINO – Nato a Chiavari nel 1952, nel 1976 un giovane obiettore di coscienza che anziché il servizio militare, allora obbligatorio, ha svolto attività umanitarie nella Costa d’Avorio, dove è tornato come missionario dopo aver vissuto 7 anni a Casarza Ligure lavorando come operaio e impegnandosi nelle lotte sindacali, vive in Niger da 14 anni.

La Ora contro la guerra del 21 agosto 2019, con padre Mauro Armanino

Mauro Armanino insieme ad alcuni praticanti la Ora di silenzio contro la guerra di mercoledì 12 novembre 2025

Un sacerdote affiliato alla SMA / Società Missioni Africane, per cui ha svolto numerosi interventi in Africa e a Genova, dove mentre assisteva i migranti ha conseguito il dottorato in antropologia culturale ed etnologia, Mauro Armanino ha documentato le proprie esperienze nei libri-testimonianza pubblicati da Edizioni Mutus Liber. In Sabbia vento e tempesta – 14 anni di polvere nel Niger pubblicato quest’anno il missionario ligure descrive un periodo storico cruciale e la realtà attuale del paese al centro del ‘continente nero’, confinate con Algeria, Libia, Ciad, Nigeria, Benin, Burkina Faso e Mali, uno dei più poveri paesi del cosiddetto ‘terzo mondo’ e dove alle attività economiche tradizionali – pastorizia e agricoltura – si è via via fatta strada l’industria mineraria, in particolare l’estrazione dell’uranio, di cui lo stato africano nel 2021 era il maggior fornitore alle nazioni dell’UE, in primis alla Francia. Il titolo di ‘Nomi di Vento’, storie migranti del Sahel richiama la denominazione di un’associazione africana fondata per ricordare, rammentanone i nomi, le numerose vittime delle guerre combattute in Africa che altrimenti restano anonimamente elencate nei numeri che le ‘calcolano’ come effetti collaterali di ogni guerra.