Al 1° gennaio 2025 i centenari residenti in Italia erano 23˙548, oltre 2 mila in più rispetto all’anno precedente, in cui se ne contavano 21˙211 e quasi l’83% è di sesso femminile.

Rispetto al 1° gennaio 2009, quando erano 10˙158, i centenari sono più che raddoppiati (+130%).

Tra il 2009 e il 2025 sono 8.980 gli individui che hanno superato la soglia dei 105 anni di età, di cui 7˙956 donne (88%) e 1˙024 uomini (12%).

Sono i dati recentemente diffusi dall’ISTAT su I centenari in Italia – Al 1° gennaio 2025.

I nomi di battesimo più diffusi sono Giuseppe tra gli uomini e Maria tra le donne, nomi legati alla tradizione religiosa che oggi assai raramente si ritrovano nelle nuove generazioni: nel 2023, ad esempio, il nome Maria è stato scelto solo per lo 0,4% delle neonate, quello di Giuseppe per l’1,3% dei nuovi nati.

I semi-supercentenari sono quasi tutti nello stato civile di vedovanza (86% e 80%, rispettivamente, per donne e uomini). Le nubili sono il 12%, una quota doppia rispetto a quella dei celibi (6%); le donne coniugate rappresentano solo l’1% mentre gli uomini coniugati sono quasi il 14%, per effetto della maggiore longevità femminile che porta più frequentemente gli uomini a trascorrere gli ultimi anni della propria vita ancora con il partner.

Oltre 110enni: complessivamente, sono 222 gli individui che tra il 2009 e il 2025 hanno oltrepassato i 110 anni di età, di questi solo 17 sono uomini (8%). Al 1° gennaio 2009, 10 di essi erano in vita, mentre al 1° gennaio 2025 ne sopravvivono 19, circa il doppio, uno solo dei quali di sesso maschile. Fino a ottobre 2025, il decano d’Italia ancora in vita si conferma, per il secondo anno consecutivo, un uomo residente in Basilicata che ha superato i 111 anni; tra le donne, la decana d’Italia, una donna che risiede in Campania e fra pochi giorni spegnerà 115 candeline.

Nella classifica mondiale dei primi 10 supercentenari, da quando esiste una documentazione ufficialmente riconosciuta a livello internazionale, vi sono solo donne e l’unica italiana è Emma Morano, vissuta fino a oltre 117 anni, mentre il Giappone conta ben tre supercentenari fra le donne. Tra gli uomini, il più longevo al mondo è stato il giapponese Jiroemon Kimura deceduto poche settimane dopo aver compiuto 116 anni.

Anche nella graduatoria nazionale, ci sono solo donne fra le prime posizioni e ad Emma Morano, prima nella classifica, seguono Maria Giuseppa Robucci, deceduta a 116 anni e 90 giorni, e Giuseppina Projetto, deceduta a 116 anni e 37 giorni.  A livello nazionale, resiste il record di longevità maschile detenuto da Antonio Todde, deceduto alla soglia dei 113 anni. Dopo di lui, il secondo italiano più longevo è stato Giovanni Frau morto all’età di 112 anni; entrambi sono sardi sia nella nascita sia nella residenza al decesso.

I centenari in vita al 1°gennaio 2025 sono ripartiti sul territorio in maniera eterogenea.

In valore assoluto la presenza più alta si registra in Lombardia (quasi 4mila), Lazio ed Emilia-Romagna (oltre 2mila per entrambe).

In termini relativi, il Molise si colloca in cima alla graduatoria, con circa 61 centenari ogni 100mila residenti.

Tuttavia, a parte questa regione, tenuto conto del suo numero contenuto di centenari, una posizione preminente in termini di longevità è quella espressa dalla Liguria, la regione storicamente a più forte invecchiamento del Paese, come evidenzia anche la più elevata età media dei suoi residenti, giunta a sfiorare i 50 anni. La sua quota di centenari è pari a 59,4 per 100mila residenti al 1° gennaio 2025, davanti a quella del Friuli-Venezia Giulia (55,4) e della Toscana (49,1). Tra le province, Isernia presenta la più alta concentrazione di centenari (78,7), davanti a quella di Nuoro (65,5), di Siena e Gorizia (63,5 entrambe). Seguono tre province liguri, Imperia (61,2), Genova (61,1) e La Spezia (61,0).

Considerando la popolazione semi-supercentenaria, quest’anno è la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste a presentarne la maggiore concentrazione, ovvero 2,4 ogni 100mila residenti. Un risultato quello raggiunto dalla regione associato alla sua piccola dimensione demografica (circa 123mila abitanti), considerando che solo l’anno scorso figurava in fondo alla graduatoria regionale per incidenza di over-105enni. Al secondo posto, invece, ritroviamo una regione demograficamente importante come la Liguria (2,3) che precede le Marche (2,0) e la Basilicata (1,9).

In Sardegna, oltre a Nuoro, anche la Provincia di Oristano presenta una concentrazione significativa di centenari (52,7, 18° in graduatoria). Nel loro insieme le due province sarde, che includono zone della Barbagia e dell’Ogliastra (la cosiddetta Blue Zone – zona in cui si riscontrano età media e longevità superiori ad altre aree), testimoniano della estrema longevità sarda. Con 9 over-105enni superstiti e oltre 195mila residenti totali, Nuoro presenta la più alta concentrazione di semi-supercentenari tra le province, pari a 4,6 per 100mila abitanti, seguono la provincia di Ascoli con il 4,5 (corrispondenti anche in questo caso a 9 over 105enni superstiti) e quella di Imperia con il 3,8 (pari a 8 superstiti over 105enni).

In riferimento alla tipologia di residenza, fra i centenari predomina la quota di coloro che vive in famiglia (89% nella classe 100-104 anni; 88% fra i 105 anni e oltre) rispetto a chi risiede in una convivenza istituzionalizzata (2.598 in totale). Fra i supercentenari la quota di chi vive in famiglia sale al 91%, a suggerire che l’ambiente familiare garantisce un’assistenza più attenta e personalizzata, consentendo maggiore protezione per la salute e migliore qualità della vita.

 

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