Nei prossimi giorni la città si trasformerà in una fantasmagoria di iniziative e di incontri dei e con i migranti, di cui cercheremo di rendervi conto al meglio.

Presso il Villaggio Circolare Danisinni, mercoledì 22 ottobre alle 19.15, avrà luogo l’iniziativa “La pace già c’è. Storie di riconciliazione tra famiglie israeliane e palestinesi”, storie ricostruite a partire dall’esperienza di Layla e Robi di Parent Circle, l’organizzazione di genitori musulmani ed ebrei che hanno perduto in guerra i propri figli, vicina ai Combatants for Peace, di cui più volte abbiamo scritto (Ci sono sempre due o più lati della storia. Le esperienze di Combatants for Peace).

Si prosegue con il Festival delle Letterature Migranti (festivaletteraturemigranti.it) che offre dal 22 al 25 ottobre ai Cantieri Culturali alla Zisa, in collaborazione con Il festival Sabir, film, dibattiti, presentazione di iniziative da riproporre nelle scuole e altrove.

Scrive il direttore Davide Camarrone: “Il tema di quest’anno, Annessioni, riconduce alla prima metà del Novecento. Nel 1938 l’Anschluss dell’Austria da parte della Germania nazista non fu un semplice atto espansionistico, verso la fine dei colonialismi dell’età moderna. Oggi riemerge come un mito fondativo di questo nostro secolo: un atto di fusione forzata. […]

Altre annessioni ripropongono oggi l’illusione di ricondurre alla totalità ciò che per natura è molteplice. La Russia verso l’Ucraina, Israele verso la Palestina, la Cina con Taiwan, gli Stati Uniti verso spazi simbolici e strategici come la Groenlandia, il Messico, il Canale di Panama: ciascun caso reitera il medesimo schema di riappropriazione, che tende a reprimere l’alterità anziché incontrarvisi. […]

Viviamo in un tempo di annessioni fisiche e ideologiche. Eppure ‘ad nectere’ dice anche altro. Annettere può significare infatti congiungere, intrecciare, costruire relazioni. Lo stesso termine può indicare la soppressione dell’altro o una possibilità di comunione, di comunità. […]

Il Festival delle Letterature Migranti è nato e si svolge a Palermo, al centro esatto del grande mare comune, un luogo di attraversamenti, di convivenze, di diversità. La città, nella sua irrisolvibile complessità, è una trama che può aiutarci a osservare il mondo.

Quest’anno il Festival ospiterà in quattro giorni cento ospiti e cinquanta incontri, insieme con il Festival internazionale Sabir, presente anch’esso ai Cantieri.

Sabir, festival della società civile del Mediterraneo, (festivalsabir.it)  si svolgerà infatti dal 23 al 25 ottobre a Palermo e il 26 si sposterà ad Ustica “per rinnovare l’omaggio ai deportati libici e agli antifascisti confinati”.

Numerose le organizzazioni che contribuiscono a realizzarlo; tra esse, Arci, Acli, Cgil, Altreconomia, DIRE, Il Manifesto.

Il programma prevede, tra l’altro, la 56ᵃ sessione del Tribunale Permanente dei Popoli, sessione sulle violazioni dei diritti umani dei migranti da parte degli Stati del Maghreb, dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri (dal 23 al 25 ottobre); Sabir Teens, attività laboratoriali e ricreative con ragazzi e ragazze dai 15 ai 18 anni che affronteranno i temi della salute mentale e del benessere psicosociale, approfondendo in particolare le ecoansie (24 e 25); Circus show by Palestinian Circus, spettacolo teatrale circense della durata di 30 minuti, che mette in luce le difficoltà affrontate dai rifugiati di tutto il mondo (il 25).

Ma in città c’è ancora altro: il 26 ottobre a Villa Filippina i “Missionari di Speranza fra le Genti” daranno vita al Festival dei Popoli, con danze musica e cucina etnica dalle 15.30 alle 23.30. (stampa.chiesadipalermo.it/missionari-di-speranza-tra-le-genti-a-palermo-il-primo-festival-dei-popoli)

Sabato 25 ottobre alle 17.30, al “Laboratorio Andrea Ballarò” si svolgerà una discussione sul tema” Palestina fra sionismo, integralismo, islamismo”. Ne parleranno con Antonio Rampolla il prof. Arnaud Benbara e il dott. Daniele Gravotta.

Infine, è nata a Palermo – dopo l’Associazione Gambiana dei e delle giovani, attiva da anni in città (grazie anche all’impegno entusiasta di Ousman Drammeh e Mustapha Jarjou) – la nuova Associazione Guineana in Sicilia, che celebrerà la sua festa inaugurale domenica 26 a Santa Chiara a partire dalle 17.30. Essa conta già circa cento membri fra ragazzi e ragazze, che ora desiderano realizzare “una apertura verso la città di Palermo”, come ci racconta il loro coordinatore Alhassane Soumah Harraga.

Il tema dell’incontro sarà: “l’impatto positivo, culturale politico ed economico, dell’immigrazione sulla società italiana”. Come si legge nell’invito: “Il progetto è  nato dal desiderio di offrire un contributo concreto alla città e alle persone che la abitano, ragazze e ragazzi che, come noi, costruiscono ogni giorno il proprio futuro a Palermo.
L’associazione nasce con l’obiettivo di promuovere la cultura guineana e la partecipazione attiva della nostra comunità nella società siciliana e italiana, valorizzando al tempo stesso il ruolo positivo e l’impatto della migrazione nei territori di accoglienza.

Durante l’incontro presenteremo i nostri obiettivi, le attività in programma e il team che darà vita a questa nuova realtà.
Al dibattito seguirà un piccolo rinfresco conviviale insieme al Dj Bachirou per festeggiare insieme questo importante traguardo.
Sarà per noi un grande onore condividere con voi questo primo passo. Vi aspettiamo con entusiasmo!