Alle quattro di notte la Global Sumud Flotilla ha verificato un buco di tre ore nel tracciamento Garmin. L’ipotesi era di un attacco elettronico per oscurare la comunicazione via internet tramite l’uso di droni avvistati questa notte dalla GSF. L’allarme non è privo di fondamento, ma andrebbe verificato con esperti informatici. Alle sette di questa mattina ho chiamato Stefano Bertoldi, che mi ha rassicurato: i droni potrebbero essere droni da ricognizione e monitoraggio e non è detto che siano israeliani.
Le barche della Flotilla si trovano in alto mare, in acque internazionali dove la navigazione è libera e nessuno ha il diritto di intercettarle, o di provare a sabotare le comunicazioni. Ci sarebbe una mobilitazione senza precedenti. Già oggi con lo sciopero si vuole manifestare solidarietà per Gaza e per la Flotilla, che rappresenta una lodevole iniziativa nonviolenta contro il blocco criminale agli aiuti umanitari. Uno tsunami di umanità sta cercando di fermare il genocidio. Milioni di persone sono pronte a bloccare tutto, se non si ferma il genocidio.
Un esperto informatico mi ha spiegato che un’eventuale ripetizione del buco di comunicazione Garmin potrebbe essere la prova di un attacco elettronico; sappiamo che è tecnicamente possibile fare una cosa del genere usando i droni, si chiama jamming elettronico.
Buon vento, ribelli!










