Impatto sociale e dipendenza derivanti dall’incessante crescita del mercato del gioco in Italia

Il settore delle scommesse sportive ha un valore stimato di oltre 536 miliardi di dollari a livello mondiale e un tasso di crescita superiore al 10% annuo.

Un comparto capace di incidere profondamente non soltanto sull’economia, ma anche sulla cultura sportiva, sui consumi mediatici e sugli equilibri sociali.

L’Italia detiene il primato europeo in termini di raccolta, ma questa leadership porta con sé responsabilità e criticità che si riflettono in ambiti regolatori, fiscali e sanitari.
E’ quanto scrive l’Eurispes in un recente report di ricerca coordinato da Ludovico Semerari nel quale si mette in luce potenzialità e aspetti critici del settore.

Il mercato del gioco in Italia è dunque uno dei più grandi in Europa, con una continua crescita sia in termini di ricavi complessivi sia di penetrazione digitale: nel 2024, l’ammontare totale giocato è stato di oltre 157 miliardi di euro, con un incremento del 6,5% rispetto all’anno precedente.

Il Gross Gaming Revenue (GGR) ha raggiunto i 21,5 miliardi di euro nel 2023, confermando l’Italia come leader europeo nel settore.

La raccolta pro capite, calcolata sulla popolazione maggiorenne residente in Italia censita dall’Istat nel 2024, è stata di circa 2.500 euro a persona.

Il gioco online ha visto una significativa espansione, con una raccolta di 92 miliardi di euro nel 2024.
Questo canale ha superato quello fisico, rappresentando il 58,5% del totale delle giocate.

La crescita del gioco online è stata trainata dalle preferenze delle fasce più giovani, con oltre il 50% dei conti online attivi detenuti da persone tra i 18 e i 34 anni.

Le scommesse sportive in Italia registrano una crescita annuale del 20%, con il 60% delle puntate effettuate online. Il calcio domina il panorama delle scommesse, seguito da basket e tennis.

Il calcio si conferma lo sport predominante (75% delle scommesse), seguito da basket (10%) e tennis (7%).

Emergono nuove forme di gioco come gli eSports (+40% nel 2024), il social betting e le scommesse live, che rappresentano già il 60% del mercato online.

Tuttavia, colpisce lo scarto tra l’incremento nella raccolta e quello nelle entrate fiscali: tra il 2004 e il 2024 le entrate fiscali sono aumentate del 57,5% passando da 7,3 a 11,5 miliardi.

Nello stesso periodo però la raccolta è aumentata del 515% passando da 25,6 a 157 miliardi di euro.

“Lo Stato, si sottolinea nel Rapporto, incassa proporzionalmente molto di meno ponendo una serie di interrogativi sull’equità e l’efficienza fiscale di un sistema che, di fatto, contribuisce ad incentivare ulteriormente la dimensione online che (…) presenta molti più rischi del gioco fisico”.

Un intero capitolo del Rapporto (cap. 4) si occupa della dipendenza da gioco d’azzardo, arrivando a stimare che circa il 3-5% degli adulti che partecipano alle scommesse sportive in Italia (l’ultima indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità – ISS e riferita al 2018, stimava in 18 milioni gli italiani coinvolti nel gioco d’azzardo) sviluppi una dipendenza, caratterizzata da un bisogno incontrollabile di scommettere nonostante le conseguenze negative.

Il costante impegno nelle scommesse, soprattutto quando associato alla necessità di inseguire le perdite, genera un livello elevato di stress cronico.

“Accanto agli effetti finanziari ed emotivi, si sottolinea nel Report dell’Eurispes, il gioco patologico induce un significativo isolamento sociale.
Gli individui troppo assorbiti dalle scommesse tendono a ritirarsi progressivamente dalle interazioni sociali, riducendo i contatti con amici, familiari e colleghi.
Lo stigma associato alla dipendenza dal gioco rende ancora più difficile per i soggetti cercare aiuto, alimentando un senso di vergogna e solitudine.
Questo isolamento non solo aggrava i sintomi di depressione e ansia, ma limita anche l’accesso a reti di sostegno essenziali per il recupero.
La mancanza di supporto sociale e l’autoisolamento creano un terreno fertile per l’aggravarsi della dipendenza, rendendo il processo di intervento e recupero più complicato e prolungato.

Sotto questo punto di vista, risulta evidente come l’utilizzo di piattaforme online possa contribuire ulteriormente a questo tipo di isolamento con tutti i rischi del caso”.

Un altro aspetto sensibile rilevato dall’Eurispes, che lambisce anche il settore delle scommesse, riguarda l’esistenza di circuiti di gioco illegale segnalati da un numero importante di cittadini: quasi 4 italiani su 10 ne hanno conoscenza diretta o indiretta.

E anche la trasformazione tecnologica del gioco d’azzardo introduce rischi e complessità etiche che possono amplificare i danni legati al gioco d’azzardo, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione.

“Una preoccupazione fondamentale, sottolineano i ricercatori, riguarda l’iper-personalizzazione degli incentivi alle scommesse.
Se da un lato le offerte mirate aumentano il coinvolgimento, dall’altro possono essere utilizzate per sfruttare meccanismi psicologici ben noti.
Ad esempio, algoritmi sofisticati possono identificare utenti inclini a comportamenti compulsivi, come inseguire le perdite, e inviare loro bonus proprio nei momenti di massima vulnerabilità statistica.”

Come da tempo ammonisce don Luigi Ciotti: “il gioco d’azzardo non è un gioco, è un virus molto contagioso da cui non è facile guarire”.
E il fondatore di Libera e del Gruppo Abele aggiunge: “Il contrasto del gioco d’azzardo richiede certo una ‘legge quadro’ che regolamenti senza ambiguità il fenomeno, ma chiede anche un forte investimento culturale ed educativo, perché la fame dell’azzardo cresce laddove mancano da un lato concrete e dignitose opportunità di benessere, dall’altro la voglia d’impegnarsi per costruirle, a beneficio proprio e di tutta la comunità”.

Qui il Report: https://eurispes.eu/wp-content/uploads/2025/08/embargo_-eurispes_report-scommesse-sport-e-media.pdf.