“Il mondo non è più quello che conoscevamo, le nostre vite sono definitivamente cambiate. Forse questa è l’occasione per pensare diversamente da come abbiamo fatto finora, l’occasione per reinventarci il futuro e non rifare il cammino che ci ha portato all’oggi e potrebbe domani portarci al nulla. Mai come ora la sopravvivenza dell’umanità è stata in gioco”.
Inizia con la lettura di queste parole del 2001 di Tiziano Terzani la ciclopedalata del 17 luglio 2025 a Firenze contro la guerra, partita dal Murales di Mandela in Via Riguccio Galluzzi per arrivare in piazza Beccaria.
L’evento organizzato in collaborazione da Emergency e FIAB Firenze Ciclabile ha visto la partecipazione di una cinquantina di attivisti – pedalatori, accompagnati dalla gloriosa “Poderosa”, il risciò che da vari anni accompagna le iniziative di Firenze Ciclabile.
L’iniziativa è inserita in una più generale, nazionale, in cui i chilometri percorsi avevano l’obiettivo, raggiunto, di rappresentare complessivamente il percorso da Roma a Kiev. Non sono mancate, accanto alle numerose bandiere della pace, anche quelle della Palestina, per ricordare l’orrore che in questi mesi si sta perpetuando in Cisgiordania e soprattutto a Gaza.
“C’è chi corre verso il riarmo. E chi, come EMERGENCY e FIAB, sceglie di pedalare verso la pace.” E’ questo il messaggio che vuole dare l’iniziativa nella consapevolezza che “la pace si costruisce insieme, scegliendo percorsi comuni, invece di alimentare divisioni”.
A tutti i partecipanti è stato dato lo “straccio della pace” simbolo del comune rifiuto di tutte le guerre, un simbolo da portare con sé per dire che la pace si può costruire e “portare” insieme, seppur con fatica, come avviene su una salita in bicicletta.
Nel percorso sono state previste delle tappe, sotto il murales di Mandela, in piazza San Marco, in piazza Duomo e in Piazza Beccaria, accompagnate dalle letture dei pensieri di Terzani da parte dell’attrice Fiamma Negri: “Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo. E’ una grande occasione. Non perdiamola: rimettiamo in discussione tutto, immaginiamoci un futuro diverso da quello che ci illudevamo d’aver davanti…. Vogliamo eliminare le armi? Bene: non perdiamoci a discutere sul fatto che chiudere le fabbriche di fucili, di munizioni, di mine anti-uomo o di bombe atomiche creerà dei disoccupati. Prima risolviamo la questione morale. Quella economica l’affronteremo dopo. O vogliamo, ancora prima di provare, arrenderci al fatto che l’economia determina tutto, che ci interessa solo quel che ci è utile”?










