Oltre un milione di persone sono scese in piazza sabato 5 aprile nelle più grandi proteste da quando il presidente Trump è tornato alla Casa Bianca. Più di 1.400 manifestazioni con lo slogan “Giù le mani!” hanno avuto luogo in tutti i 50 Stati, così come in alcune città d’oltreoceano. In tutto il Paese gli organizzatori hanno dichiarato che l’affluenza è stata molto più alta del previsto. Alcune delle proteste più grandi si sono svolte a Washington, D.C., New York, Chicago, Los Angeles, Denver, Boston, Philadelphia e Atlanta. A Washington D.C. è intervenuta la deputata democratica Ilhan Omar del Minnesota.
Ilhan Omar: “Stiamo vivendo con un presidente che vuole essere un dittatore. In America non accettiamo dittatori e non accettiamo re. Abbiamo un miliardario che ha comprato un posto accanto al presidente, usandolo come un burattino. La democrazia americana non è mai stata in vendita e non lo sarà certo oggi”.
Anche Anu Joshi dell’American Civil Liberties Union ha parlato alla manifestazione “Giù le mani!” a Washington. “Gli arresti inconcepibili e incostituzionali di studenti e studiosi internazionali dovrebbero allarmare ognuno di noi. L’ICE ha illegalmente strappato le persone dalle loro case e dai loro quartieri, ha minacciato il loro status legale e le ha spedite da una parte all’altra del Paese, senza avvisare i loro cari o i loro avvocati – tutto questo come ritorsione diretta per aver usato il loro diritto alla libera espressione, un diritto protetto dalla Costituzione. Il governo non può punirci perché non gli piace quello che diciamo.”
A Washington, D.C., migliaia di persone hanno preso parte alla manifestazione “Stop al genocidio” per protestare contro il sostegno degli Stati Uniti alla guerra di Israele contro Gaza. Il tutto mentre il Presidente Trump ha trascorso un altro fine settimana giocando a golf in Florida.










