[media-credit name=”Mujeres en red” align=”alignleft” width=”300″][/media-credit]Sta suscitando dibattiti in Tunisia e ieri ha portato in piazza migliaia di donne l’articolo 28 della Costituzione a cui si sta ancora lavorando e che fa riferimento “a una complementarietà” tra la donna e l’uomo. Il rischio, secondo le organizzazioni della società civile tunisina, è che questo articolo costituisca un passo indietro nel rapporto tra uomo e donna.

Contro l’articolo 28 ieri le strade di Tunisi si sono riempite di almeno 10.000 donne venute a manifestare la loro contrarietà e ricordando che l’affermazione “senza equivoci” della parità tra uomo e donna è una conquista già fatta dalle donne tunisine, ben prima della caduta di Zine el Abidine Ben Ali.

Per Ennahda, il partito di ispirazione islamica e principale componente del governo tripartito, la polemica sull’articolo 28 è generata “da una campagna di disinformazione dell’opinione pubblica. Ma non così la pensano i movimenti delle donne. Citato dall’agenzia di stampa tunisina Tap, il giurista Kais Said ha sottolineato che non c’è ragione di inserire nella Costituzione la nozione di “complementarietà” e ha suggerito di andare oltre inserendo piuttosto un riferimento “ai diritti umani e del cittadino” senza guardare al genere di appartenenza.