Ora gli USA di Donald Trump attaccano direttamente il traffico commerciale legale. La petroliera di proprietà iraniana Skipper, trasportante petrolio venezuelano, è stata abbordata al largo delle coste del Venezuela da militari e agenti di FBI, Homeland Security Investigations e Guardia Costiera degli Stati Uniti. Nel corso dell’abbordaggio, almeno, non si sono registrate vittime.
Un giorno prima, le forze armate statunitensi hanno fatto volare una coppia di jet da combattimento sopra il Golfo del Venezuela, in quello che sembra essere il più vicino avvicinamento di jet da combattimento allo spazio aereo venezuelano dall’inizio della campagna di pressione dell’amministrazione.
Il Procuratore Generale Pam Bondi ha poi dichiarato che “con il supporto del Dipartimento della Guerra, [quei militari] hanno eseguito un mandato di sequestro per una petroliera utilizzata per trasportare petrolio sanzionato dal Venezuela e dall’Iran.“
Pam Bondi Ha fatto dichiarazioni senza alcun corrispettivo nella realtà: “Per molti anni, la petroliera è stata sanzionata dagli Stati Uniti a causa del suo coinvolgimento in una rete illegale di trasporto di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere. Questo sequestro, completato al largo del Venezuela, è stato condotto in modo sicuro e protetto – e la nostra indagine insieme al Dipartimento della Sicurezza Nazionale per impedire il trasporto di petrolio sanzionato continua“.
La notizia è stata ripresa da diverse testate come Politico, Reuters, Bloomberg. Quest’ultimo, citando funzionari statunitensi, ha riportato che il sequestro riguarda una petroliera precedentemente sanzionata illegalmente ed unilateralmente da Washington e situata al largo delle coste venezuelane.
Si tratta di un’assurdità giuridica poichè:
- non c’è alcuna “sanzione” legale nei confronti né del petrolio venezuelano, né nei confronti di questa petroliera Skipper;
- La petroliera Skipper in realtà era diretta a Cuba, che a causa dell’embargo sessantennale Usa sta soffrendo di una grave crisi energetica;
- Solo l’Onu può, secondo il diritto internazionale, decidere sanzioni di questo tipo
Come si vede, l’accusa USA è decisamente traballante: è solamente una manifestazione arbitraria di una “volontà di potenza” imperialista, che trova giustificazioni assurde senza nessun riscontro reale. La Petroliera Skipper era così “sanzionata” da fare per anni il lavoro per cui era stata costruita: trasportare petrolio.
Emerge chiaramente la volontà di mettere in atto un embargo al Venezuela senza neanche averlo dichiarato. Lo stesso Trump, che ha presentato l’atto di pirateria come un “grande successo”, non ha fornito alcuna spiegazione dettagliata sul perché, dicendo solo che è stata sequestrata “per un’ottima ragione.” Alla domanda dei giornalisti su cosa sarebbe accaduto al petrolio che la petroliera trasportava, Trump ha detto “Lo teniamo noi, immagino”, come un normale rapinatore.
Immediata la protesta del governo bolivariano. “In queste circostanze, le vere ragioni della prolungata aggressione contro il Venezuela sono finalmente state rivelate“, afferma la dichiarazione. “Non è l’immigrazione. Non è il traffico di droga. Non è la democrazia. Non sono i diritti umani. È sempre stata una questione della nostra ricchezza naturale, il nostro petrolio, la nostra energia, le risorse che appartengono esclusivamente al popolo venezuelano.“
Il Venezuela ha quindi detto che ricorrerà a “tutti gli organismi internazionali esistenti” contro il sequestro.
E’ a tutti gli effetti una azione illegale di pirateria internazionale commessa dalle forze militari del regime di Trump, che colpirà il sistema energetico cubano già colpito dagli apagones (assenza di fornitura elettrica): ennesima prova dell’esistenza del bloqueo economico e commerciale contro Cuba promosso dagli USA.
Gli Stati Uniti hanno dispiegato la loro più grande presenza militare nella regione da decenni e hanno lanciato una serie di attacchi mortali contro navi sospettate di traffico di droga nel Mar dei Caraibi e nell’Oceano Pacifico orientale. Trump ha dichiarato che sono in arrivo attacchi di terra, anche se non ha fornito dettagli sulla loro ubicazione.
L’embargo USA e la pressione sul settore petrolifero venezuelano limitano gravemente la capacità di esportazione del Paese sudamericano, che detiene le maggiori riserve accertate di petrolio greggio al mondo, ma vende la maggior parte della sua produzione – circa 1 milione di barili al giorno – a raffinerie cinesi e altri acquirenti a prezzi ridotti, date le illegali sanzioni in corso contro la compagnia petrolifera statale PDVSA.
Questo azione di pirateria internazionale rappresenta un inasprimento della strategia statunitense contro Caracas.
Negli ultimi mesi, la presenza militare statunitense nei Caraibi e nel Pacifico orientale è stata rafforzata, segnando il più grande dispiegamento militare nella regione da decenni. Le forze statunitensi hanno distrutto illegalmente più di 20 imbarcazioni sospettate, senza prova ne giudizio legale, di traffico di droga e ucciso almeno 90 pescatori di equipaggio.
Le sanzioni statunitensi hanno avuto un impatto grave sulle operazioni di PDVSA, sebbene la società statunitense Chevron Corporation rimanga presente nel Paese – grazie a una licenza speciale (deroga) del Dipartimento del Tesoro USA – per riprendere l’estrazione e l’esportazione del greggio venezuelano. Questa eccezione, negoziata in precedenti processi, consente a Chevron di esportare greggio venezuelano, generando polemiche sul ruolo della compagnia.
https://www.rsi.ch/info/mondo/Venezuela-gli-Stati-Uniti-sequestrano-una-petroliera–3345956.html










