Mentre il Governo Nazionale rivendica in Legge di Bilancio 2025 un aumento sostanziale del finanziamento alla Sanità, le opposizioni parlano di misure “truffa” e la CGIL e i Sindacati di Base denunciano il sottofinanziamento strutturale del Servizio Sanitario Nazionale a cui vengono destinate solo le briciole, la Sanità, in una Sicilia travolta dalla bufera del secondo caso Cuffaro (ex senatore DC laureato in medicina, condannato e incarcerato per corruzione, poi tornato in politica) è oltre l’emergenza.
Cittadini e cittadine, confusi nel gioco di numeri che difficilmente hanno la possibilità di comprendere, vivono sulla propria pelle il disfacimento di un Sistema che era considerato uno dei migliori d’Europa. Frustrazione e rabbia di pazienti sempre meno pazienti si riversano su medici e personale sanitario che, nonostante tutto, continuano a prendersi cura di loro.
Da paziente di una storia a lieto fine mi rivolgo così al Direttore Sanitario di uno degli ospedali della mia città presso cui mi sono recata per cure di Pronto Soccorso.
Alla cortese attenzione del Direttore Sanitario del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo
Mi sono recata al Pronto Soccorso dell’ospedale da lei diretto alle 14 del 14 dicembre, domenica, con una ferita da taglio al quarto dito della mano sinistra e ho effettuato il triage alle ore 14:53. La ferita è stata disinfettata e il dito medicato.
Pazienza per l’attesa, il personale medico e sanitario era impegnato con un codice rosso e va bene così. Non è colpa loro. Mi è stato detto che ero fortunata, perché il chirurgo plastico c’era. Pare che nessun altro possa dare punti di sutura, ormai. Quindi ho atteso.
Pazientemente. E ho più volte chiesto di accertarsi che il medico ci sarebbe stato anche oltre il cambio turno, considerato il protrarsi dell’attesa.
Solo poco prima delle 21 è stata eseguita la radiografia del polso e della mano, comprese le dita, e sono stata lasciata ancora in attesa. Poco male, se poi la ferita sarà suturata, penso. Invece, intorno alle 22:30, un infermiere mi chiama per dirmi che sarei dovuta tornare il mattino dopo, perché…il chirurgo plastico non c’è!
Ho chiesto di parlare con il medico che mi aveva presa in carico e non avevo ancora visto e scopro così che non c’è nessun chirurgo plastico in turno né mai c’era stato prima.
Pazienza anche qui, nella confusione di tanti codici rossi e con tante persone non sempre ragionevoli in attesa, si può sbagliare a controllare l’organigramma. Io sono sola. All’ingresso, ormai ben nove ore fa, a mia sorella era stato impedito di entrare, cosa che entrambe abbiamo ritenuto giusta, salvo poi rendermi conto che il resto dei e delle pazienti in sala d’attesa era tutto accompagnato.
Pazienza anche qui, non c’era nessun motivo di condannare mia sorella a un pomeriggio in ospedale! Però, alle 22:30, con la ferita aperta, da sola, io non torno a casa con i mezzi pubblici né penso proprio di pagare un taxi. Quindi dichiaro che avrei aspettato lì, al pronto soccorso. Così, giustamente, il medico mi assegna un letto in OBI.
Pazienza anche stavolta. Sono una contribuente onesta da 42 anni. E, per forza di cose, una paziente. Finalmente il mattino dopo vengo accompagnata in chirurgia plastica, mi vengono applicati i punti di sutura e, alle 11:30 circa, vengo dimessa.
4 punti di sutura!
Non mi lamento della professionalità del personale tutto, che lavora in condizioni di estremo disagio affrontando come può anche le emergenze più difficili; non mi lamento nemmeno della mancanza di lenzuoli di carta per una notte in OBI, al loro posto c’erano due camici monouso!Mi sono stati fatti l’elettrocardiogramma e gli esami del sangue di routine, e, forse, non sarebbero stati necessari. Ho usufruito della prima colazione. Sono stata assistita egregiamente sia dal punto di vista sanitario che umano dall’infermiera del turno di notte.
Ma, quello che contesto e mi sembra surreale, è che un Pronto Soccorso non abbia nessuno di turno che possa applicare dei punti di sutura la domenica e/o la notte. La medica, nonché chirurga di turno, poco dopo il ricovero, ha controllato e fatto medicare la ferita, appurando che era necessaria la chirurgia plastica. Nessun altro pare possa applicare i punti, nemmeno il medico curante o la guardia medica.
Allora, se devo andare per forza al Pronto soccorso, com’è che il soccorso non è così pronto? E, credo, questo dipenda anche da lei, Signor Direttore. E dai Piani di Bilancio Regionali e Nazionali, naturalmente-
In attesa di riscontro,
un’onesta contribuente.
Maria La Bianca
P.S.
Intanto, nell’attesa, augurandole buon lavoro nel rispetto delle persone a lei affidate, parlerò come so attraverso l’agenzia di stampa con cui collaboro, Pressenza.










